20 aprile 2011. - Al di là dello stereotipo sociale che considera le donne, generalmente, come amorose, deboli ed affettuose, le statistiche mostrano che almeno il 15 per cento delle appartenenti al "gentil sesso" sono capaci di commettere i delitti più efferati. Questo si può constatare sulla base di più di 400 anni di storia che sono stati documentati per la mostra Donne che uccidono (Mujeres que matan), allestita al Museo della Polizia nel centro storico di Città del Messico.

«Queste storie violente provengono da tutto il mondo e sono un esempio per incoraggiare chi visiterà la mostra ad avere riserve circa la gente che ci circonda, dato che non conosciamo il loro lato scuro» ha affermato in un'intervista Giacomo Cantini, curatore dell'esposizione.

Per montare questo evento, la sua troupe ha condotto indagini per più di un anno, per informare e cercare di catturare l'attenzione del pubblico su un tema difficile.

«Abbiamo cercato di ricreare la scena del crimine, perché la dice lunga sul tipo di killer in questione, l'ambiente scelto per commettere i delitti è importantissimo da questo punto di vista»

Per ottenere un alto livello di realismo nella ricostruzione delle scene, la società Cantini & Terzani si è basata su informazioni della polizia, libri, pubblicazioni e giornali. Chi visiterà la mostra —che sarà aperta al pubblico durante tutta questa settimana di vacanza e fino al 15 aprile 2012, potrà contare su audio guide durante il tour che spiegherànno ciascuno dei 10 casi più noti di donne assassine nel mondo.

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20 aprile 2011. - Más allá del estereotipo social que ubica a las mujeres, generalmente, como amorosas, débiles y cariñosas, las estadísticas señalan que al menos 15 por ciento de las mujeres son capaces de cometer los asesinatos más atroces. Esto se puede constatar a lo largo de 400 años de historia que han sido documentados en la exposición Mujeres que matan, que se presenta en el Museo del Policía, en el Centro Histórico de la Ciudad de México.

“Esos relatos violentos son historias que pertenecen a todo el mundo y que son un ejemplo para que, en lo futuro, tengamos nuestras reservas con respecto a la gente que nos rodea, pues no sabemos qué relato oscuro pueda tener”, dice en entrevista Giacomo Cantini, curador de la muestra.

Para montar esta exhibición, su equipo de trabajo realizó una investigación de más de un año, con el objeto de informar y de tratar de captar la atención del público en un tema tan delicado.

“Nos propusimos recrear la escena del crimen, porque dice mucho del tipo de asesina que se trata, el medio en que comete su fechoría es revelador.”

Para darle un ambiente más real a la escena del crimen, la compañía Cantini & Terzani se basó en información policiaca, en libros y en publicaciones periodísticas. Quien acuda a la exposición, que estará abierta al público durante toda esta semana de vacaciones y hasta el 15 de abril del 2012, podrá apoyarse en audioguías, que durante el recorrido van explicando cada uno de los 10 casos más sonados de mujeres asesinas.

 

(milenio / puntodincontro)