Il Generale Alvaro Obregón con alcuni piloti dell'epoca. Il quarto da destra è Ralph O'Neill,
protagonista del primo volo di collaudo dell'aviazione civile messicana.
 

20 luglio 2011. - L'alba del 20 luglio 1921 fu rotta dai fasci di luce provenienti da un aeroplano.

L'aereo, poco più grande di un piccolo bimotore di oggi, era partito da San Luis Potosi.

Si trattava della fase di collaudo degli aerei avrebbero cominciato a viaggiare per i cieli messicani con passeggeri e posta a bordo. Fino ad allora, i voli sul Messico erano stati solo di tipo militare, per osservazione, ricognizione sul campo, operazioni di intelligenza, e spostamento degli alti dirigenti dello stato maggiore.

Quel volo da San Luis Potosi a Città del Messico fu un'impresa notevole per l'epoca e segnó l'inizio formale dell'aviazione civile messicana.

Le note pubblicate sui giornali dell'epoca indicano che il volo fu possibile grazie a due enormi riflettori montati per contrassegnare la pista d'atterraggio sulla pianura della Scuola di Aviazione di Balbuena.

Non c'erano radar, solo cartine di navigazione. Il volo, realizzato da Felipe Santana e Ralph O'Neill, fu programmato in base a coordinate seguendo le luci di alcune città fino a quando i piloti riuscirono ad avvistare i riflettori appositamente installati per l'atterraggio.

 

(excelsior / puntodincontro)

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20 de julio de 2011. - La madrugada del 20 de julio de 1921, fue rota por los haces de luz que provenían de un avión.

La aeronave, un poco más grande que una avioneta bimotor actual, había partido en la noche desde San Luis Potosí.

Era la etapa de pruebas de los aviones que comenzarían a surcar los cielos mexicanos con pasajeros y correo a bordo. Hasta entonces, los vuelos sobre el país habían sido sólo de índole militar, de observación, de reconocimiento de terreno, de espionaje de tropas, de traslado de mandos militares.

Aquel vuelo de San Luis Potosí a la Ciudad de México fue una proeza en su tiempo y marcó el inicio formal de la aviación civil mexicana.

Las notas informativas publicadas en Excélsior, señalan que para que el vuelo fuera posible se habilitaron dos enormes fanales (faroles) y dos reflectores que tenían como fin marcar el sitio de la pista de aterrizaje en los llanos de la Escuela de Aviación de Balbuena.

No existían radares, sino cartas de navegación. El vuelo realizado por Felipe Santana y Rafael O’Neill se hizo siguiendo coordenadas y guiándose por la iluminación de algunas ciudades, hasta que pudieron observar a lo lejos la estela de los dos enormes reflectores instalados ex profeso.

 

(excelsior / puntodincontro)