23 ottobre 2013 -
Le migliori e più recenti opere
degli architetti messicani sono
state raccolte in una mostra
allestita alla Casa
dell’Architettura
di Roma dal 22 ottobre al 4 novembre
per ricambiare l’analoga
iniziativa che ha visto esposti,
questo stesso anno, in vari luoghi
del Messico, i progetti più
interessanti del panorama
architettonico capitolino.
L'iniziativa è stata organizzata dal
Colegio de Arquitectos de
la Ciudad de
México in collaborazione con
le Ambasciate del Messico a Roma,
l’Ambasciata d’Italia a Città del
Messico, con i locali Istituti
Italiani di Cultura, l’Università
Roma Tre e con il Patrocinio del
Ministero degli Affari Esteri e del
Comune di Roma.
Nel presentare l’esposizione il
presidente degli architetti romani,
Livio Sacchi ha
sottolineato come:
«La
condizione architettonica e urbana
del Messico sia al momento fra le
più vitali e interessanti della
scena internazionale, questo dipende
dalla contingente fase di
eccezionale espansione economica, ma
anche dal fatto che i progettisti
debbono spesso confrontarsi con i
grandi problemi del nostro tempo:
dallo sviluppo urbano sostenibile
alla mobilità, dal recupero del
patrimonio storico alla nuova
architettura, dal consumo del
territorio e delle risorse idriche
al proliferare degli insediamenti
abusivi, sfide professionali che in
metropoli come Città del Messico,
(circa 20 milioni di abitanti)
assumono proporzioni gigantesche».
Con questa iniziativa l’Ordine degli
Architetti di Roma vuole dare ai
suoi iscritti l’opportunità di
confrontarsi con i colleghi del
Colegio de Arquitectos de la Ciudad
de México per rafforzare
l’interscambio culturale e umano fra
i professionisti delle due nazioni,
indispensabile al conseguimento di
una dimensione internazionale della
professione, oggi più che mai
necessaria.
«La
certezza che il meglio della
produzione architettonica di
uno dei più grandi Paesi
latinoamericani
meriti una vetrina italiana
prestigiosa —affermano
gli organizzatori—
ci ha spinti ad allestire questa
esposizione, partendo dal dato reale
che in Messico si realizzano molte
opere e che l’architettura, arte del
fare, non può che ricevere grandi
benefici da una tale concretezza
costruttiva che manca, purtroppo, a
molti progettisti italiani».
La mostra nasce con l’intento di
evidenziare i fattori positivi
all’origine della intensa attività
degli studi tecnici messicani sempre
pieni di commesse, un dinamismo
professionale che gli organizzatori
della mostra romana spiegano così:
«Il
Messico è un paese giovane in forte
sviluppo ma al tempo stesso radicato
in uno straordinario passato
nativo-americano; forte di una
eredità europea, spagnola in
particolare, di altissima qualità
stilistica e costruttiva; arricchito
dalla prossimità geografica con gli
Stati Uniti, che restano comunque
tra i principali punti di
riferimento del panorama
architettonico globale;
profondamente inserito in una
modernità straordinariamente libera
e propositiva, segnata dalla
presenza di alcuni grandi maestri,
da Félix Candela a Luis Barragán:
una mixité di sperimentalismo
strutturale e profondissime poetiche
dello spazio».
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(casadellarchitettura.it / puntodincontro.mx
/ adattamento di massimo
barzizza)
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