L'Italia riparte da una sconfitta

 A Livorno la nazionale sperimentale perde 2-0 con la Croazia. Azzurri poco brillanti, da Rocchi e Di Michele gli spunti migliori. Ma anche Lippi cominciò con uno 0-2 in Islanda.

LIVORNO, 16 agosto 2006 - Comincia male l'avventura di Roberto Donadoni sulla panchina azzurra. A Livorno l'Italia è battuta dalla Croazia per 2-0 e al 30° c.t. della nostra storia calcistica per consolarsi forse non basterà ricordare che anche Marcello Lippi, il 18 agosto 2004, aveva debuttato in Islanda sulla panchina azzurra con una sconfitta per 2-0. Altra analogia: anche allora il risultato era stato firmato nel primo tempo (Gudjohnsen al 17' ed Einarsson al 20'), proprio come a Livorno.

ATTENUANTI - Al giovane c.t. azzurro auguriamo di ripetere il percorso del suo predecessore, ma l'esordio non è stato dei più incoraggianti, anche se le attenuanti sono molte, a partire da un pubblico davvero freddo nei confronti dell'Italia. Una formazione iniziale mai collaudata in precedenza, con ben 4 debuttanti dal 1' (Falcone, Terlizzi, Delvecchio e Rocchi) e un solo Campione del Mondo (Amelia, che però in Germania non ha mai messo piede in campo), la condizione degli azzurri, che a metà agosto non può essere certo brillante e un avversario non trascendentale ma comunque ostico e motivato dalla ricerca di un risultato di prestigio contro i Campioni del Mondo, sono alcune delle cause che spiegano la sconfitta. Ma soprattutto, prima di giudicare il nuovo c.t., bisognerà valutarlo quando potrà schierare la vera Nazionale, già in occasione del doppio match nelle qualificazioni europee a settembre contro Lituania (a Napoli il 2) e Francia (delicatissima trasferta a Parigi il 6).

PRIMO TEMPO - Donadoni conferma il 4-3-3 più volte provato alla vigilia. La difesa per 3/4 è quella della prossima Samp di Novellino (C.Zenoni, Falcone e Terlizzi) con Chiellini a sinistra. A centrocampo Delvecchio e Ambrosini sono i valletti (non molto brillanti per la verità) del regista Liverani, il vice-Pirlo da cui partono tutte le azioni azzurre. Davanti il tridente è formato da Esposito, Lucarelli e Rocchi. La Croazia risponde con un 4-3-2-1 molto raccolto, col naturalizzato brasliano Eduardo da Silva e Rapaic alle spalle dell'unica punta Klasnic. Si parte sotto ritmo, poi Rocchi tra il 10' e il 20' va tre volte al tiro, senza mai impensierire più di tanto Pletikosa. Ma il laziale appare il più brillante in un attacco poco sostenuto dal centrocampo e dove Lucarelli non incide (per lui solo un destro parato facilmente dal portiere). Al 28' il gol croato, con la chiara complicità di Falcone e Terlizzi, che fanno saltare di testa Eduardo con relativa tranquillità su un cross dalla sinistra ben calibrato da Modric. I croati, caricatissimi, esagerano con le entrate dure e trovano anche l'insperato raddoppio al 42': Rapaic conclude con un sinistro velenoso dai 25 metri, Amelia respinge come peggio non potrebbe e il baby Modric (segnatevi il nome di questo centrocampista) può ribadire in rete senza troppe difficoltà.

SECONDO TEMPO - Si riparte con 4 cambi. Nell'Italia c'è Semioli al posto di Esposito e gli azzurri provano ad alzare un po' i ritmi. Ambrosini al 3' colpisce bene di destro e non inquadra la porta di poco. La Croazia cerca di pungere in contropiede con Klasnic. Semioli porta un po' di vivacità a destra e l'Italia è più convinta. Ma mai convincente: Pletikosa non deve compiere nessuna parata significativa e la superiorità numerica a centrocampo aiuta i croati a tenere palla. Tra i nuovi entrati piace Di Michele, autore di un paio di buoni spunti partendo da sinistra, di una girata che al 34' sfiora il palo alla sinistra di Pletikosa e di un pregevole destro a girare che ravviva un finale scialbo tra stanchezza e sostituzioni. Ma nelle qualificazioni europee sarà un'altra Italia. Negli uomini e, speriamo, nei risultati.