CITTÀ DEL VATICANO, 20 gennaio 2007. - Sarà tassativamente vietato giocare di domenica, il giorno del Signore. Ma non solo. Durante le partite, il calciatore - o i calciatori - che si lasceranno sfuggire la pur minima imprecazione, per non parlare di bestemmia, sarà subito invitato a rientrare anticipatamente negli spogliatoi per andare incontro, poi, ad una inevitabile e severa squalifica. Per il resto, sarà tutto uguale ad un "normale" torneo calcistico con grande pubblico sugli spalti, grande tifo tra i sostenitori, grandi sfide agonistiche, ma anche sponsor e pubblicità a bordo campo e sulle divise dei calciatori.

Stiamo parlando della Clericus Cup, il primo campionato di calcio tra i Collegi e i Seminari Pontifici di Roma che - benedetto dal Vaticano - dalla terza settimana di febbraio farà il suo esordio nel variopinto panorama sportivo romano e nazionale. Con le dovute proporzioni, quasi una risposta vaticana ai grandi appuntamenti calcistici nostrani, ma con un indubbio tocco di internazionalità, perché al "Clericus giocheranno molti seminaristi provenienti da paesi a grande tradizione calcistica come Brasile, Argentina, Uruguai, Venezuela, ma anche messicani, africani, asiatici insieme, ovviamente, a studenti europei, italiani in testa", annuncia l'organizzatore, Edio Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano (C. S. I.), l'ente di promozione sportiva della Chiesa riconosciuto dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) e dal Coni, con oltre 900 mila iscritti nelle varie discipline sportive. Sedici le squadre partecipanti, tra le quali anche la "nazionale" della Santa Sede che giocherà con una divisa decorata di bianco e giallo, i colori del Vaticano. E' prevista anche una squadra delle Guardie Svizzere.

"I dettagli - confessa il presidente Costantini - presto saranno sciolti dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, grande appassionato di calcio, che ci ha incoraggiato ad intraprendere questa avventura, una iniziativa legata al nostro tradizionale impegno nel mondo dello sport visto, da sempre, come veicolo privilegiato di valori umani, sociali e sportivi. Una tradizione socio-sportiva nata negli oratori e nelle parrocchie e che ora puntiamo a rilanciare con la Clericus Cup, un torneo a cadenza annuale".

L'iniziativa, dunque, nasce col patrocinio del cardinale Bertone, numero 2 della Santa Sede e primo collaboratore di papa Ratzinger, uno dei cardinali più vicini al calcio. Quando era arcivescovo di Genova è stato il primo presule a commentare in diretta tv due partite di calcio, della Sampdoria e del Genoa. Lo scorso mese di dicembre fu ancora Bertone ad augurarsi di "poter vedere un giorno una squadra del Vaticano in serie A, rafforzata dai tanti talenti calcistici sudamericani che studiano nei seminari pontifici".

Solo un augurio, si affrettò a puntualizzare nei giorni successivi lo stesso porporato, ma che il Centro Sportivo Italiano con la Clericus Cup ha quasi portato a compimento varando un campionato di calcio ufficiale tutto ecclesiale. Gli organizzatori stanno facendo le cose in grande, fin dalla scelta dello sponsor, l'Ina-Assitalia, uno dei marchi storici vicini alla Roma e alla Lazio, società che terranno simbolicamente a battesimo il torneo con la presenza, al calcio di inizio della partita inaugurale, di due loro giocatori-simbolo, forse Francesco Totti, per i colori romanisti, e Angelo Peruzzi per i laziali.

Alla cerimonia dovrebbe intervenire anche il cardinale portoghese Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi, anche lui grande esperto di calcio, in gioventù promettente centravanti. La finalissima, sarà disputata, quasi certamente, nello stadio Olimpico a fine giugno. La squadra vincitrice sarà premiata dal cardinale segretario di Stato, Bertone.

 

Da Repubblica.it