Calcio caos:
ecco come potrebbe finire

Milan penalizzato ma in Champions, Fiorentina in Uefa con Palermo e Livorno, Lazio in A ma senza Europa, Roma e Chievo in Champions.

MILANO, 24 giugno 2006 - Ci vogliono difensori abili. E non stiamo parlando di Materazzi e Cannavaro, ma di avvocati. Con quelli, con il supporto delle stesse 109 pagine dell’istruttoria del procuratore federale Stefano Palazzi tra le cui pieghe spunta qualche attenuante di non poco conto, Fiorentina, Lazio, Milan e anche la conciatissima Juventus possono puntare a delle sentenze commestibili. È il quadro che si ricava due giorni dopo i deferimenti, quando ne mancano ancora 5 all’inizio del megaprocesso su Moggiopoli. Il totosentenze è già cominciato e sarà un esercizio lungo e complicato. La Commissione d’appello federale di Cesare Ruperto, impermeabile a tutto, farà il suo lavoro. Con una squadra ristretta (saranno cinque in tutto) e altamente qualificata, senza pizzini e, a scanso di equivoci, con due bei tritacarte nuovi di zecca a sostegno.

Un processo che si svilupperà su due direttrici. Quella del "sistema", e quella delle singole partite. È lecito ritenere che ai giudici della Caf, come d’altra parte al Procuratore federale, stia molto più a cuore il primo delle seconde, in merito alle quali è assai più complicato dimostrare che certi illeciti si siano davvero consumati. Il gioco delle sentenze dice che la Juve è messa malissimo. Per come Palazzi ha costruito il suo impianto accusatorio rischia (oltre allo scontato "ritiro" di due scudetti) non solo la B, ma la B con ampia penalizzazione e addirittura la C1 o la C2.

È per questo che alla fine, una sentenza di "sola" serie B, in qualche misura già digerita dalla proprietà, finirà col rappresentare il male minore. Juve retrocessa all’ultimo posto del campionato 2005-2006, che al contrario di quello precedente la Caf dovrà giocoforza considerare regolare, poichè non esiste uno straccio di prova che dica il contrario. Sarà quell’ultimo posto a fare da unità di misura per tutto il resto. Perché nel conto delle responsabilità il distacco tra la Juve e le altre era e resta abissale. Penalizzazione per tutte, dunque. Per la Fiorentina, che ha una buona arma di difesa in quelle pagine nelle quali Palazzi ammette e sottolinea come il club viola fosse tenuto sotto schiaffo dal "sistema Moggi".

Per la Lazio, che può vantare, lei sola, di avere avuto in Lotito un presidente che ha interagito telefonicamente coi soli Carraro e Mazzini, cioè le istituzioni, senza mai passare per Bergamo e Pairetto. Per il Milan di Meani (piuttosto che di Galliani), il cui ruolo, con buona pace di Borrelli, è stato già ridimensionato dal procuratore federale. La penalizzazione, per avere un valore, deve essere afflittiva. Deve cioè "togliere" qualcosa, qualche titolo sportivo conquistato sul campo, al club che la subisce. Il Milan, con la Juve retrocessa all’ultimo posto, perderà il suo sopraggiunto primo posto. Ha chiuso il campionato con 12 punti sull’Inter e 19 sulla Roma, ne prenderà da 13 a 20 di penalizzazione.

Champions League salva, se diretta o partendo dai preliminari si vedrà. Stessa sorte per la Fiorentina: era in Champions, sarà penalizzata fino a perderla (almeno 21 punti) ma conservando l’Europa dell’Uefa. Idem per la Lazio: era in Uefa, la perderà (anche in questo caso più di 20 punti di penalizzazione) ma salvando la serie A. Una classifica che sarà dunque interamente riscritta: con Roma e Chievo che guadagneranno i preliminari di Champions (per la Roma c’è anche l’ipotesi di accesso diretto), con Palermo e Livorno che raggiungeranno la Fiorentina in Uefa. Quel giorno, prima del 27 luglio previsto dall’Uefa come data ultima per consegnare le iscritte italiane all’Europa, il Commissario straordinario Guido Rossi avrà vinto la sua più grande scommessa. E con essa anche il diritto, tutto suo e non della Caf, di stabilire se lo scudetto 2005-2006 dovrà essere assegnato o non assegnato. O Inter, o nessuno.