“Desueto” è la parola italiana
da riadottare
Lo rivela il sondaggio mensile proposto dal sito Internet della Società Dante Alighieri.
Seguono “Sovente”, “Eziandio” , “Perbacco” e “Plenitudine”.

2 agosto 2007. - Non poteva essere che “Desueto”, “caduto in disuso” appunto, la parola italiana oggi non più utilizzata nel linguaggio quotidiano che si vorrebbe “riadottare”. A rivelarlo è un sondaggio proposto dalla Società Dante Alighieri a utenti italiani e stranieri sul sito www.ladante.it.

Nettamente staccati dal primo posto, che ha ottenuto il 15,5% delle preferenze, i termini “Sovente” (10%), “Eziandio” (5,5%), “Perbacco” e “Plenitudine” (entrambi con il 4,5% dei voti). Sesto posto a pari merito per “Egli” e “Nevvero” con il 3%. A seguire una serie di parole e di espressioni che i nostalgici di una lingua che nel tempo è notevolmente cambiata o i semplici simpatizzanti e curiosi vorrebbero recuperare nel linguaggio contemporaneo: da “Accipicchia” a “Donzella”, da “Fare fiasco” a “Perdere la trebisonda”, fino a “Manicaretto”, “Or sono”, “Satollo”, “Speme” e “Ricordanza”. Gli accessi più numerosi si sono registrati dal Sudamerica, Argentina, Brasile e Cile su tutti, Svizzera, Francia, Germania, Grecia, Messico e Marocco.

La graduatoria totale è sempre visibile sul portale della “Dante”, che offre anche l’opportunità di consultare i risultati finali di tutti i sondaggi precedenti, dai monumenti più ammirati ai personaggi della letteratura più significativi fino alle parole italiane più amate e all’attore più rappresentativo.

Per l’estate la redazione della “Dante” offre ai visitatori del sito l’opportunità di sbizzarrirsi in campo musicale, rispondendo al quesito: “Qual è la canzone italiana che La ‘accompagna’ e che canta più spesso durante il periodo estivo?”, con la possibilità di fornire risposte libere.