Ecco i finali
indimenticabili del cinema
Da "Casablanca" a "La finestra di fronte", il sito del magazine Usa "Entertainment Weekly" pubblica le 40 più belle sequenze conclusive. Ci sono anche due pellicole italiane.

Ci sono anche due pellicole italiane: Ozpetek e "Nuovo cinema paradiso" di Tornatore.9 agosto 2007. - C'è quello con la frase celebre: "Nessuno è perfetto", detta dall'anziano miliardario a Jack Lemmon travestito (A qualcuno piace caldo). C'è quello rosso sangue, come nelle Iene di tarantiniana memoria. C'è quello struggente, i fotogrammi dei baci censurati in Nuovo cinema paradiso. C'è quello a pugni in faccia, come nella saga Rocky. E c'è quello spiazzante, in cui la protagonista femminile finisce molto male (Kim Novak, nella Donna che visse due volte).

Insomma, tra le tante emozioni che il grande schermo ci ha regalato, in cento anni e passa di storia, ci sono anche i finali di film. Le sequenze conclusive di questa o quella pellicola, spesso decisive nel darci l'impressione definitiva, positiva o negativa che sia, sull'opera a cui appartengono. Un patrimonio di immagini, parole, virtuosismi in cui ha provato a mettere ordine il sito di una delle principali riviste americane del settore, Entertainment Weekly. Compilando una classifica in due parti - i primi venti, poi altri venti - centrata solo sulle scene che precedono il "The end". La sorpresa è che nel gruppo troviamo anche due finali made in Italy: quello di Nuovo cinema paradiso, regia di Giuseppe Tornatore già vincitore di Oscar; e meno prevedibilmente quello della Finestra di fronte di Ferzan Ozpetek.

Irresistibili. Tra le sequenze conclusive prescelte dagli esperti di Entertainment weekly, non poteva mancare quella di A qualcuno piace caldo. La cui battuta di chiusura è già finita in un'altra classifica, quella delle frasi cult della storia del cinema: l'arzillo riccone viene a sapere che l'amata lei in realtà è un lui, sorride beato e commenta "Nessuno è perfetto". Nel filone frasi celebri, però, ci sono almeno altre due presenze da citare. Una è il "Domani è un altro giorno" detto da Vivien Leigh, nell'ultimo, indimenticabile minuto di Via col vento. L'altra è quella di Humphrey Bogart in Casablanca, che dopo aver rinunciato a Ingrid Bergman scommette ironicamente sulla "bella amicizia" che nascerà tra lui e il gendarme locale Claude Rains.

Citazionisti. Merita una segnalazione, almeno secondo i critici del magazine, anche l'ultima scena della commedia 40 anni, vergine, che un paio d'anni fa negli Usa ha avuto un enorme successo: i principali protagonisti cantano ironicamente i brani del musical teatral-cinematografico Hair. Una chiusa onirica e anche un po' demenziale, come lo stile della pellicola.

Sanguinolenti. Claustrofobica come tutto il film, la parte conclusiva delle Iene, regia di un Quentin Tarantino non ancora diventato una star, vede l'uccisione degli ultimi protagonisti rimasti vivi. Nella graduatoria viene citato anche un altro finale truculento, questa volta tipicamente splatter: quello dell'horror Saw.

Shakespeariani. All'interno della trilogia-capolavoro firmata da Francis Ford Coppola, finisce in classifica il finale del Padrino Parte II: dopo aver conquistato il mondo, e perduto l'anima, vediamo Micheal Corleone-Al Pacino seduto in poltrona. Con uno sguardo più eloquente di mille parole.

Simbolici. E' una delle icone del cinema di un grande come Ingmar Bergman, venuto a mancare pochi giorni fa: la chiusa del suo capolavoro Il Settimo sigillo. Con la danza sulla collina di una serie di figure inquietanti con la falce: un vero e proprio ballo della morte.

Nostrani. Pochi non ricordano la scena finale di Nuovo cinema paradiso: diventato uomo maturo, l'ex bambino protagonista della storia si commuove guardando tutte le scene di baci che all'epoca della sua infanzia venivano censurate. La finestra di fronte, invece, si conclude con una Giovanna Mezzogiorno che, dopo aver detto addio alla passione con Raoul Bova, passeggia per il parco e scrive una lettera al suo amico anziano e scomparso, Davide: "So che non sarò mai sola".

Trionfalistici. Andamento simile nei finali di Karate Kid e Rocky II, entrambi presenti in classifica: combattimento clou, il nostro eroe sembra socccombere, poi vince. Una soluzione che fa uscire il pubblico dalla sala sicuramente soddisfatto.

Dolceamari. Finale di Mahnattan, uno dei film più amati di Woody Allen: il protagonista capisce di amare davvero la minorenne Tracy, la cerca, ma lei, pur volendogli bene, gli fa capire che è finita. E gli consiglia di non essere sempre così pessimista, nei confronti della vita. Analoga sensazione viene dalla chiusa di Lost in translation, regia di Sofia Coppola: Bill Murray a Tokyo scende dall'auto per salutare e abbracciare la giovane Scarlett Johansson.

Hitchcockiani. Il maestro del brivido ottiene ben due citazioni in classifica. La prima è per Intrigo internazionale: Cary Grant ed Eva-Marie Saint, dopo aver vissuto avventure spionistiche di ogni tipo, si preparano a una notte di passione nel vagone letto di un treno. La seconda è per una delle chiuse più strane e spiazzanti della storia del cinema: quella della Donna che visse due volte. In cui un James Stewart vittima delle vertigini, sulla cima di un altissimo campanile, vede precipitare nel vuoto Kim Novak.

Irriferibili. Tra i film citati da Entertainment Weekly c'è anche The Bourne Ultimatum, thriller con Matt Damon (terzo capitolo di una fortunata saga) appena uscito negli Usa. E poiché qui in Italia deve ancora arrivare, ci guarderemo bene dal rivelarlo.

 

(La Repubblica.it)