L'oracolo di Delfi
ispirato dal metano

E' stata accertata la presenza di gas che emanava da sotto il tempio di Apollo.

14 novembre 2006. - Per quasi 12 secoli greci e romani si recarono a chiedere profezie all'oracolo di Delfi, in Grecia, cercando consigli anche su questioni di vitale importanza come la fondazione di una città, ma, invece che dal dio Apollo cui il tempio era dedicato, li ricevevano da una sacerdotessa in preda ai fumi di gas naturale. E' questa l'ultima ipotesi avanzata da un team di scienziati greci e italiani per spiegare l'origine delle profezie, alcune tramandate dalla mitologia e dalla storia, dall'oracolo di Delfi, il più importante centro religioso del mondo antico, di cui oggi restano solo imponenti rovine.

Della Pizia, come era chiamata la sacerdotessa del Tempio di Apollo, si sa che pronunciava gli oracoli in uno stato simile alla trance le cui cause sono state per secoli oggetto di molte ma inconcludenti speculazioni e più di recente di ricerche scientifiche. L'ultimo lavoro in questa direzione è un'indagine sull'ipotesi che i responsabili di questo stato alterato di coscienza della Pizia fossero gas naturali che emanavano dall'Adyton, un angusto locale situato nei sotterranei del tempio in cui la sacerdotessa si isolava per ricevere gli oracoli che venivano interpretati e messi in versi da sacerdoti maschi e infine trasmessi ai richiedenti.

Lo storico e filosofo greco Plutarco, vissuto nel primo secolo d.C., fu per 20 anni sacerdote del santuario di Apollo e lasciò scritto che la Pizia, seduta su un tripode all'interno dell'Adyton, masticava foglie di alloro (albero sacro al dio del Sole) e inalava vapori dal profumo dolciastro che scaturivano da una fenditura nel terreno entrando così in una sorta di stato ipnotico. ''Abbiamo scoperto una stretta relazione tra quanto scrisse Plutarco e la formazione geologica del sito su cui sorgeva il tempio di Apollo", ha detto Giorgios Papatheodorou, docente di geologia all'Università di Patrasso, in un'intervista al quotidiano ateniese Kathimerini.

Le ricerche, condotte nelle estati del 2004 e del 2005 da Papatheodorou con il geochimico Giuseppe Etiope dell'Istituto Nazionale italiano di geofisica e vulcanologia (Ingv), hanno preso spunto da studi condotti sei anni fa dal geologo americano Jelle Zeilinga De Boer della Wesleyan University (Connecticut) il quale aveva avanzato l'ipotesi che il tempio di Apollo - in origine dedicato alla dea Gea (Terra) - fosse stato volutamente eretto sul punto di incrocio di due faglie sotterranee trasversali da cui sarebbero scaturite emissioni di etilene.

L'etilene è un gas dall'odore dolciastro che agisce sul sistema nervoso centrale tanto che in passato veniva usato come anestetico. Sebbene in grandi quantità sia letale, in piccole dosi può produrre nausea e capogiro ma anche quella sensazione di euforia che era necessaria alla Pizia per avere le sue profetiche visioni.

Papatheodorou ed Etiope hanno però accolto con scetticismo le conclusioni di De Boer in quanto, a loro parere, il calcare sottostante il tempio non avrebbe contenuto quantità di etilene sufficienti ad indurre le trance della Pizia né tanto meno a causare l'odore dolciastro citato da Plutarco. ''Nel punto in cui si pensa fosse situato l'Adyton abbiamo rinvenuto poche tracce di etilene e quantità più importanti di anidride carbonica e di metano", ha detto Papatheodorou. ''La presenza di questi gas in un ambiente riduce notevolmente la quantità di ossigeno provocando effetti neurotossici che possono indurre la trance mentre l'odore dolce segnalato da Plutarco - conclude lo studioso - era probabilmente causato da vapori di benzene che possono formarsi nelle rocce bituminose di Delfi".

Dalla rivista NEWTON