De Niro e Pacino finalmente insieme
"Eravamo rivali, ora siamo amici"
Le due icone del cinema a Roma per presentare il thriller "Sfida senza regole"
E per la prima volta recitano fianco a fianco dall'inizio alla fine.

17 settembre 2008. - Insieme portano in dote una quantità di capolavori, e di interpretazioni memorabili, cha fa quasi spavento: da "Taxi driver" a "Quel pomeriggio di un giorno da cani", da "Mean Streets" a "Serpico", da "Toro Scatenato" a "Profumo di donna", da "Quei bravi ragazzi" a "Scarface". Per non parlare del "Padrino" parte prima e seconda. E adesso eccoli qui, fianco a fianco, Robert De Niro e Al Pacino, in Italia per presentare il thriller "Sfida senza regole", di cui sono entrambi protagonisti. "Un tempo, da giovani, eravamo rivali - ammettono - molto più competitivi. Poi, col passare degli anni, la distanza che ci divideva si è colmata. E abbiamo scoperto il piacere di lavorare l'uno accanto all'altro".

Le immagini della Presentazione
Vestiti in giacca scura (De Niro con camicia grigia, Pacino con t-shirt nera), i due miti del grande cinema americano vengono accolti con un'ovazione dai tanti cronisti presenti alla conferenza stampa. Laconico e riservato, come da tradizione, Bob; torrenziale nelle risposte Al: "Forse sto esagerando, per favore fermatemi..." dice, con autoironia.

Ma veniamo a "Sfida senza regole". Ambientato nel mondo degli sbirri di New York, il film, diretto da Jon Avnet, ha come protagonisti due detective veterani, che da decenni lavorano insieme. Uno dei due, l'irascibile Turk (De Niro), ha una relazione con Karen (Carla Cugino), una poliziotta della Scientifica con tendenze bondage. L'altro, Rooster (Pacino), ha un carattere più solido e controllato. E proprio mentre la coppia di poliziotti lavora per incastrare uno spacciatore di droga (Curtis Jackson, meglio conosciuto come 50 Cent), uno dei due comincia a essere sospettato di una catena di omicidi. Da qui una partita mortale in cui i due, De Niro e Pacino, sembrano essere nello stesso tempo cacciatori e prede...

Una pellicola - nelle sale dal 26 settembre - fatta apposta per mostrare il carisma dei due protagonisti. Che vediamo insieme, sullo schermo, praticamente dall'inizio alla fine. Certo, loro due avevano partecipato alla saga del "Padrino", ma senza mai incontrarsi; e più recentemente avevano girato "Heat". Dove però, in quasi tre ore di film, si incrociano solo due volte. "In origine - racconta De Niro - io e Jon Avnet avevamo pensato al rapporto tra un poliziotto anziano e uno giovane. Poi però io ho detto: 'Perché non possono essere entrambi veterani?'. E lui: 'Pensi a qualcuno in particolare?'. E io ho subito risposto: 'Penso ad Al...'. L'ho contattato, e lui è stato entusiasta dell'idea".

E così i due si sono ritrovati sul set. Con una prossimità, e una continua interazione, come negli anni Settanta oppure Ottanta sarebbe stata impensabile: "Allora eravamo più competitivi - dice Pacino - c'era distanza: negli ultimi anni, già da prima di 'Heat', le cose sono cambiate. Tra noi non c'è più distacco, ma il piacere di lavorare insieme. Quando hai tanto successo da giovane, non è facile gestirne certi aspetti: ma ora so che posso parlarne con Bob, che ha avuto un percorso simile al mio. Questo mi fa sentire meno solo". Ad ascoltare queste parole De Niro annuisce, fa capire che è d'accordo, poi approfondisce il concetto: "Ho grande rispetto e ammirazione per Al, era da tempo che cercavamo di fare un film insieme. Spero che troveremo un altro progetto, per ripetere l'esperienza. Guardandomi indietro, rimpiango di non aver lavorato altre volte con lui, magari quando ero più giovane".

Un rimpianto certamente condiviso da tanti cinefili, che per anni e anni hanno atteso, inutilmente, la coppia d'oro De Niro-Pacino in una stessa pellicola. Ma adesso i due sembrano decisi a recuperare il tempo perduto. Anche se smentiscono le agenzie di stampa diffuse ieri da Londra, secondo le quali i due si accingerebbero a girare una pellicola travestiti da donne, anzi, da sorelle: "L'abbiamo detto, ma stavamo scherzando - spiegano - gli inglesi però non l'hanno capito... malgrado lo humor per cui sono celebri!".

Ma, al di là della scoperta del piacere di lavorare insieme, la curiosità dei cronisti si appunta sul loro rapporto col cinema, che tante soddisfazioni ha dato loro - e ai loro ammiratori. "Noi attori siamo come i personaggi in cerca d'autore di Pirandello - racconta Pacino - io ho ancora fame di ruoli, che tra l'altro mi permettono di esplorare il mio lato oscuro (mentre nella vita coltivo di più quello chiaro). Non vorrei paragonarmi a un grande come Orson Welles, ma mi sento come diceva lui: un attore di teatro innamorato del cinema. La magia, il mistero di un film ancora mi affascinano, mi riempiono". E De Niro, con un po' di autocritica, aggiunge: "A volte capitano ruoli fantastici, ma non sempre è così. Quello che davvero ancora mi interessa è sviluppare delle idee, dei progetti, magari per anni, fino a vederli realizzati. Come accadeva con Scorsese. Diciamo che mi piacerebbe aver fatto più cose di questo tipo, nella mia carriera: ponderate, elaborate nel tempo". Una nota di rammarico che chiude il breve incontro coi cronisti romani.

 

(La Repubblica.it)