"Ve lo prometto vi farò Volare"
Ad Alessandria, SuperMorandi sospeso in aria canta Modugno.

La copertina del nuovo "Grazie a tutti" tour di Gianni Morandi.18 marzo 2008. - Giubbotto di salvataggio arancione e casco giallo in testa, Gianni Morandi si confonde col personale che traffica al buio, nella tenda. All’improvviso, una figuretta butta il casco e si arrampica su su, sul traliccio: si appende a una fune d’acciaio mentre una luce finalmente lo illumina, e vola verso la pedana centrale, cantando come se nulla fosse Nel blu dipinto di blu, e pure a testa in giù. Urla, applausi, deliri dei tremila fans, e via alla nuova avventura: che è nuova per modo di dire, perché già 17 anni fa (più giovane ma tonico e smilzo tanto quanto ora che gli son scoccate le 63 primavere), l’eterno Fidanzato d’Italia colpiva con un recital come questo, in solitaria. Voce, chitarra e (ogni tanto) basi («Ma funzionava meglio il Revox di Giorgio Gaber che faceva queste cose. I computer, ritardano sempre un po’...»). E’ un cimento anche atletico, ma a lui non manca certo il fiato per cantare una quarantina di canzoni per circa due ore, e chiacchierare con il pubblico, e tornare a raccontare la propria storia nello spettacolo Grazie a tutti, stesso titolo del supercofanetto di hits uscito in ottobre.

L’ispirazione a volare gli è venuta proprio qui ad Alessandria, dove per giorni si è impegnato come un debuttante alle prove; hanno chiamato da Torino un istruttore di sopravvivenza, Gianluca Bovero della Fisss, e lui (figurarsi) ha imparato subito. Tutto nasce però a Sanremo, dove aprì il Festival con una emozionatissima Nel blu dipinto di blu: «Sì, ero agitato. Mi è passata la mia vita davanti, mentre la cantavo - racconta in una pausa delle prove -. Avevo 13 anni quando Modugno vinse Sanremo, 4 giorni dopo mi portarono ad un provino a Bologna, dalla maestra Scaglioni». Nella voce c’è uno stupefacente accento sincero, che taglia fuori le migliaia di volte che Morandi ha raccontato la sua vita: tutto è sempre fresco, immediato, nella sua Weltanschaung. Le ripetizioni fanno parte dell’essere il superGianni che non sa stare a casa, e ad andare in pensione non ci pensa neanche e andateci voi. Lui vive e si alimenta dell’affetto della gente. Con Bibi Ballandi che lo assiste in questa come in altre avventure, fanno i conti delle prenotazioni per il recital: 8 serate a Milano in aprile, 2 a Udine e 3 a Torino in maggio, tutto esaurito. Sono cifre, visto che il tendone del circo Triberti contiene fra le 2.500 e le 3 mila persone, e deve essere riempito ogni sera: «In estate mi riposo, poi ripartirò da Roma in ottobre, e andrò al Sud».

«E’ uno spettacolo popolare - sottolinea -. Racconto la mia vita, gli incontri con gli autori, come Migliacci e Mogol. Parlo del bar di Monghidoro, dove c’era l’unico televisore del paese che faceva correre tutti lì»; insomma, testi cuciti sulla persona di Gianni e non sul personaggio, con la collaborazione del regista Michele Ferrari e del "gialappista" Carlo Taranto che ci mette un po’ di pepe. Ogni sera, poi, c’è un duetto con una ragazza della città che sta visitando: «Sì, ma ci sono soprattutto le mie canzoni, anche intense, che contano molto per me». Poiché il tour è sponsorizzato dal Lotto, Morandi si è inventato una propria Smorfia, con i numeri che corrispondono a una sua visione del repertorio: «In ginocchio da te per esempio è il 68, che corrisponde al ginocchio nella Smorfia tradizionale. 34, che sono gli occhi, per me è Occhi di ragazza». 33, il latte, è naturalmente Fatti mandare dalla mamma, il brano che lui vorrebbe spacciare per rock a suo figlio Pietro di 10 anni: «Visto che è un rockettaro e gli piacciono i Linkin Park e i Metallica, io gli propongo questo mio versante, ma non abbocca», scherza.

Lo scherzo continua mentre racconta la propria memoria visiva: «Ho girato così tante volte tutta l’Italia, che conosco a memoria i 553 chilometri dell’autostrada del Sole: a volte telefono a Ballandi mentre è in macchina pure lui e gli dico "Dimmi il chilometro, così capisco a che punto sei arrivato"». Ballandi se la ride: e racconta fiero che secondo una ricerca Abacus Morandi è sempre fra i primi cinque enterteiner più graditi d’Italia. Si finisce per forza a parlare di tv: «Sono andato in giro come ospite, in questi mesi: certo, è tutto più facile in quel ruolo. Certo, la tv è cambiata. Certo, il Festival è stato molto lungo. Siamo a una svolta». Tutto svolta, ma Morandi resta Morandi.


 

(La Stampa.it)