Quarant’anni fa il primo concerto all'Aquila di Vittorio Antonellini
Sotto la direzione del grande Maestro piemontese
quattro decenni di successi per i Solisti Aquilani e l’ISA. Di Goffredo Palmerini.

29 aprile 2008. -  L'Aquila - Il 21 aprile scorso non si celebrava solo il natale di Roma. “Si parva licet”, ricorrevano anche quarant’anni da quel 21 aprile 1968 – che poi piccola cosa non fu – del primo concerto dei Solisti Aquilani, gruppo camerale appena costituito all’Aquila sotto la direzione di Vittorio Antonellini, piemontese di Alessandria e di forte temperamento. Il giovane musicista era arrivato nel capoluogo abruzzese per aver condiviso l’utopia di Nino Carloni, l’Avvocato della Musica per antonomasia, uomo carismatico, di notevole ingegno e raffinata cultura al quale si deve la grande fioritura di istituzioni musicali dal 1946 in poi: dalla Società Aquilana dei Concerti “Barattelli” ai Solisti Aquilani, dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese al Conservatorio Musicale “Casella”, dall’Officina Musicale Italiana ai Festival Musicarchitettura. Carloni aveva contattato Antonellini nell’ottobre ’67 a Roma, dopo un concerto della Camerata Musicale Romana, su consiglio di Goffredo Petrassi che con “l’Avvocato della Musica” aveva un rapporto di profonda amicizia. E Carloni appunto su Antonellini puntò per costituire il Complesso da camera, 14 giovani musicisti di talento, italiani e stranieri, che in quel 21 aprile ’68 ebbero l’esordio all’auditorium del Forte spagnolo. Un grande successo, il primo d’una lunga serie in tutto il mondo. Così s’espresse Nino Carloni presentando i Solisti Aquilani: “Nata da una comune volontà della Società dei Concerti e di questi giovani musicisti, la nuova compagine non solo intende servire la Musica con una attività a livello nazionale ed internazionale, ma si propone di dotare l’Abruzzo, per la prima volta nella storia della regione, di un valido strumento educativo che sia in grado di utilizzare, in modo originale, anche le enormi esperienze musicali accumulate in questi ultimi ventidue anni all’Aquila ed un po’ in tutta la regione d’Abruzzo, vigorosamente risvegliata alla Musica”. Ed infatti, dal 1946, L’Aquila era diventata progressivamente il crocevia di grandi musicisti e di orchestre prestigiose all’interno delle stagioni concertistiche della “Barattelli”, tanto da far definire la Città la “Salisburgo d’Italia”, dove Arthur Rubinstein preferiva suonare, piuttosto che nei templi della musica, per l’atmosfera e la sensibilità musicali che vi aveva riscontrato.

Dunque la ricorrenza del quarantennale del debutto all’Aquila del maestro Antonellini non poteva passare inosservata. Anzi. Sicché il presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, Ludovico Nardecchia, con la complicità della Presidente della Provincia e del Sindaco dell’Aquila, hanno preparato ad un ignaro Antonellini, che credeva d’andare in Provincia per un normale incontro di lavoro, la sorpresa d’una festa con le massime rappresentanze delle istituzioni civili e culturali, musicali teatrali e cinematografiche. Accolto dalle note magiche d’un capriccio di Paganini, “La risata”, eseguite da Ettore Pellegrino, virtuoso primo violino della Sinfonica Abruzzese su un prezioso strumento Goffredo Cappa del 1675, il Maestro non ha resistito una comprensibile emozione per l’evento del tutto inatteso, gli occhi lucidi, la commozione per la consegna di targhe e riconoscimenti, quindi i suoi ricordi di quel lontano debutto di quarant’anni fa che aprì una stagione di successi. La nascita dei Solisti Aquilani, in ambito nazionale, s’inseriva in quel progetto di rivalutazione del patrimonio strumentale italiano sei-settecentesco, dimenticato per tutto l'Ottocento e nei primi decenni del Novecento, poi gradualmente riportato alla luce dai più colti interessi musicologici, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.

Nel 1968 esistevano già I Solisti Veneti, I Virtuosi di Roma ed I Musici, tutti impegnati in tale affascinante ed italianissimo repertorio, ma I Solisti Aquilani si caratterizzavano per la loro collocazione geografica, essendo essi l’unica struttura del genere nel meridione che realizzava di fatto un modo nuovo di pensare la musica. Altro motivo di originalità dei Solisti Aquilani, rispetto alle formazioni similari che già operavano in Italia, stava proprio nella vocazione sociale di stretto rapporto con la realtà territoriale nella quale intendevano operare. I Solisti Aquilani hanno conquistato un’autorevole posizione nel contesto delle più valenti formazioni cameristiche internazionali, presenti nei principali cartelloni musicali italiani. Protagonisti di numerose ed importanti tournée in Europa, in Medio Oriente, in Africa, in America, in Vietnam e Singapore, ospiti delle più prestigiose sale da concerto in America centrale e meridionale, Austria, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Jugoslavia, Libano, Malta, Polonia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria, Egitto, Lituania, Estonia, Slovenia e Croazia, i Solisti Aquilani sono stati ripetutamente ospiti dei festival internazionali di Berna, Bonn, Cannes, Helsinki, Lucerna, Ludwigsburg, Menton, Miami, Montreux-Vevey, Passau, Puebla, San Sebastian, Toronto e Zurigo. Importanti e significative sono le collaborazioni del Complesso con i più insigni solisti del mondo. Il Complesso ha realizzato numerose incisioni discografiche e registrazioni radiofoniche e televisive in Italia, America Centrale e del Sud, Germania, Spagna, Svizzera e Stati Uniti. Nati sotto la direzione di Vittorio Antonellini che li ha condotti per oltre trent’anni, sono stati poi diretti dal maestro Franco Mannino, quindi da Vittorio Parisi ed attualmente da Vincenzo Mariozzi.

La nascita dei Solisti Aquilani fu solo una parte del grande sogno di Nino Carloni “al servizio della Musica”, come Egli soleva ripetere. Lo ha ricordato il 30 settembre 2007, con una dotta commemorazione a vent’anni dalla scomparsa dell’Avvocato della Musica, il musicologo Francesco Sanvitale, direttore dell’Istituto Nazionale Tostiano e per molti anni stretto collaboratore di Carloni: “…Perché alla prima creatura, la Barattelli, presto seguirono istituzioni che producevano musica, a partire dai Solisti Aquilani nel 1968, con Vittorio Antonellini alla direzione. Poi affidando allo stesso Antonellini ed alla figlia Marina Carloni il compito di creare, due anni dopo, l'Orchestra Sinfonica Abruzzese…”. Ed infatti nel 1970 nasceva l’altra creatura di Nino Carloni, una delle dodici orchestre stabili italiane riconosciute dallo Stato, anch’essa destinata ad una storia di brillanti affermazioni in Italia ed all’estero, ma soprattutto ancorata alla missione d’incrementare in ogni angolo d’Abruzzo la cultura musicale, secondo lo spirito carloniano.

Dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, Vittorio Antonellini è da un decennio il direttore artistico. Per completare il corposo disegno della musica, progettato da Nino Carloni, nel 1986 vide la luce l’Ensemble Barattelli, che ora ha preso il nome di Officina Musicale Italiana, per la diffusione della musica contemporanea. Il complesso, diretto sin dalla fondazione dal maestro Orazio Tuccella, conquista apprezzamenti e successi in tutto il mondo ed ha di recente insediato la sua sede in uno dei borghi più suggestivi d’Italia, Santo Stefano di Sessanio, splendido villaggio arroccato ai contrafforti del Gran Sasso d’Italia che quattro secoli fa fu proprietà della famiglia Medici di Firenze per via della speciale lana nera che le greggi del luogo producevano. Insomma, davvero un caleidoscopio di strutture al servizio della cultura musicale abruzzese e nazionale, opera feconda di Nino Carloni, illustre nella professione forense e nella politica abruzzese, ma soprattutto figura di spicco nel mondo musicale italiano che lo ricorda con l’appellativo di “Avvocato della Musica”, rigorosamente con le lettere maiuscole.

 

Goffredo Palmerini
Componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo
goparlmer@hotmail.com