Ricordando Alberto Moravia
Lettura scenica e film documentario all’IIC di Francoforte.
 

Alberto Moravia.29 novembre 2007. - A un secolo esatto dalla nascita di Alberto Moravia, unanimemente riconosciuto come uno dei massimi narratori del novecento italiano, anche l’Istituto Italiano di Cultura di Francoforte ha organizzato per oggi una serata dedicata all’autore romano.

Con una lettura scenica di alcuni brani tratti dalle sue opere, recitati dall’attrice teatrale Elettra De Salvo, e la proiezione del film documentario “99+1”, regia di Alain Elkan e Gianni Barcelloni, si intende ricordare uno dei più prestigiosi intellettuali italiani del secolo scorso, non solo grande letterato, ma lucida coscienza critica impegnata nel dibattito pubblico, culturale, civile e politico in Italia e in Europa.

Nato a Roma, nel 1907, in una famiglia ebreo-cattolica, a causa della tubercolosi ossea trascorse gran parte della sua giovinezza in sanatorio e a casa, dove lesse molti classici della letteratura mondiale. Iniziò a scrivere giovanissimo pubblicando il suo primo romanzo “Gli indifferenti” a l’età di 22 anni, romanzo che ricevette una valutazione positiva dalla critica e un riconoscimento generale, malgrado il ritratto fortemente negativo e pessimistico che esso proponeva della borghesia italiana. Negli anni 30 lavorò come corrispondente estero e la sua occupazione di scrittore gli causò difficoltà con il regime fascista e con la Chiesa cattolica.

Durante l'occupazione tedesca di Roma, Moravia si rifugiò sulle montagne della Ciociaria, dove trovò l'ispirazione per il suo romanzo “La Ciociara” (1957). Nel 1947 esce il romanzo “La romana”, che a causa dei temi, di cui egli si occupa - sesso, suicidio, perdita di valori – viene censurato. Nel 1954 e nel 1959 Moravia pubblica i due volumi dei “Racconti romani”. Nel 1957 inizia a collaborare all' Espresso tenendo una autorevole rubrica di critica cinematografica, le cui recensioni verranno pubblicate nel 1975 in un volume intitolato “Al cinema”. Con “La noia” (1960) ottiene ancora una volta un successo straordinario che gli vale il premio letterario Viareggio.

Nel 1972 pubblica il romanzo “Io e Lui” e nel 1978 “La vita interiore”, romanzo al quale aveva lavorato per molti anni. Malgrado i suoi viaggi continui per il mondo, l’amicizia con Piero Paolo Pasolini, il cinema, gli intellettuali, la politica, l'impegno e il disimpegno, la contestazione e l'avanguardia, Roma rimase la sua fonte di massima ispirazione.

 

(News ITALIA PRESS)