Il cimitero di Praga

Il nuovo romanzo di Umberto Eco.
Di Emanuela Medoro.

 

7 dicembre 2010. - È una lettura difficile, stimolante e ponderosa (516 pagine) che, sullo sfondo della grande storia pubblica, quella che si studia a scuola, traccia storie di individui che vivevano nel sottobosco delle capitali europee con incarichi segreti noti a pochi. La narrazione muove a partire dall’impresa dei Mille in Italia, e si svolge attraverso avvenimenti successivi accaduti in territorio francese. Il titolo dell’opera Il cimitero di Praga, si riferisce ad un particolare episodio, che occupa non molto spazio nel vasto disegno del contesto generale, ma ha una immensa portata storica.

Il cimitero ebraico di Praga è citato e descritto perché è il luogo dove, secondo questa narrazione di Umberto Eco, avviene un incontro segreto di rabbini, ogni cento anni, a mezzanotte. Durante l’incontro del XIX secolo, avvenuto nel 1880 (pag.496), sarebbero state poste le basi per la conquista ed il governo del mondo intero da parte degli ebrei. Questo episodio si colloca all’interno di una narrazione/diario densa di fatti e personaggi che ricostruiscono l’epoca da un singolare punto di vista, quello del sottobosco di falsari, spioni, trame segrete e complotti svoltisi a Torino e Parigi che influenzarono la storia di uomini e stati.

L’autore, attraverso un lavoro di ricerca ed elaborazione durato cinque anni, come da lui dichiarato nel corso di interviste, dà vita ad un personaggio inventato, cui si attribuiscono tante azioni che sono veramente state fatte, Simone Simonini.

Per nascita a Torino, memorie di famiglia, istruzione ricevuta e pratica professionale presso un notaio, costui si ritrova un patrimonio di conoscenze, diciamo così, assai singolari. Da madre natura dotato di eclettica fantasia, di abilità manuale, cinico e sprovvisto di ogni regola morale nei rapporti umani, diffidente di tutto e di tutti, Simonini trova la sua ragione di vita nella costruzione di documenti falsi, frutto della sua fantasia e della sua arte, riconosciuti come attendibili e credibili dagli esperti. Senza farsi scrupoli di sorta, mette il suo genio di falsario a disposizione del miglior offerente. Una regola, diciamo così, di etica professionale, ce l’aveva: infatti “Simonini ci teneva a che i suoi falsi fossero per così dire autentici” (p.428).

I falsi documenti autentici che produceva erano lautamente pagati da servizi segreti, da spioni di tutta Europa e da privati che li ordinavano per guerre segrete. Al suo robusto appetito di danaro si aggiungeva un’ altrettanto robusto appetito di cibi prelibati, che lo porta a frequentare i migliori ristoranti di Parigi, oltre a squallide, luride bettole, luoghi di lavoro, per lui. E qui l’autore fa sfoggio di competenze enciclopediche sulla cucina francese, formulando menù in cui elenca piatti sconosciuti ai comuni mortali.

Gran parte della vicenda si svolge a Parigi, ove Simonini viveva esiliato da Torino. Il suo studio professionale era una sordida stanzetta cui si accedeva attraverso una scalinata che partiva da un bugigattolo aperto su un vicoletto dove vendeva vecchiumi, insomma aveva a Parigi un negozietto a copertura della sua vera attività di falsario. Il tutto con passaggi sotterranei aperti sull’ intrico di gallerie delle fogne, ottime per far sparire cadaveri.

Questo è a grandi linee il personaggio, inventato dall’autore. Attraverso di lui l’autore scrive diari e lettere che ricostruiscono episodi e personaggi famosi, storicamente noti, ne ricordo alcuni, quelli più memorabili. Es. La spedizione dei Mille, il personaggio Giuseppe Garibaldi ed il fascino magnetico della sua personalità, Giuseppe Mazzini, i massoni ed i gesuiti che costruivano trame segrete gli uni contro gli altri, le cospirazioni all'origine della misteriosa morte di Ippolito Nievo, custode dei documenti amministrativi della spedizione dei Mille, nell’ esplosione/naufragio della nave su cui era imbarcato nel Mar Tirreno, la presenza di Francesco Crispi nelle file dei garibaldini e la costruzione del monumento al filosofo Giordano Bruno in Campo de Fiori quando egli era primo ministro, riti massonici, ebraici, e demoniaci; presente nel libro anche il testo di una messa nera, l’affare Dreyfus ed il falso documento su cui sarebbe stato basato, la costruzione della torre Eiffel e del canale di Panama.

Su questo sfondo di fatti si colloca la costruzione, crescita e diffusione dei Protolli dei Savi di Sion, il capolavoro della fantasia di Simonini, che festeggia la conclusione del lavoro in un ristorante di lusso di Parigi, insieme al mandante dell’impresa che lo pagava lautamente, in questo caso un russo. Il falso dei Protocolli è la summa del più orrendo antisemitismo, poi all'origine della Shoah. Ricordo che il falsario inventato, o qualcuno vero, fa risalire a Martin Lutero l’idea della soluzione finale del problema ebraico. Francamente non lo sapevo, c’è da pensarci su parecchio.

La narrazione è completata da illustrazioni provenienti da giornali e libri dell’epoca; da notare anche la variazione dei caratteri di stampa a seconda del tipo di testo.

A conclusione di queste note di lettura riporto dal testo due citazioni, interessanti ed attuali. Una è sulla funzione dell’odio come aspetto dell’identità dei popoli e degli individui. Del brano sull’odio cito solo due righe. Illuminanti. “ …Il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico…Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria….” Rimando alla lettura del brano a pagina 400 del libro chi volesse una informazione più completa su questo argomento.

L’altra affermazione, molto intrigante, dice: “L’autore si descrive nei suoi personaggi“, pronunciata da Osman Bey, un tale che viveva di campagne antigiudaiche al soldo della polizia politica dello zar di Mosca. Sebbene pronunciata da un figuro poco raccomandabile la frase rimanda comunque al rapporto fra l’autore del libro ed i personaggi che vivono ed operano nelle sue pagine. Le voci di un’opera letteraria sono dopo tutto emanazione della voce dell’autore.

Che cosa descrive di sé Umberto Eco, che appare nella foto di copertina come un uomo dal volto pacioso e sorridente, maestro di migliaia di ricercatori, studiosi ed ammiratori, autore di best sellers tradotti in tutto il mondo, attraverso questi personaggi che vivono tramando loschi eventi fuori dal normale consorzio umano, descritti come sicuramente brutti nel corpo e nella mente?

L’autore sottolinea sempre la straordinaria bravura (descrive un aspetto di se stesso?) del personaggio Simonini, nelle arti del falso e del travestimento, dell’indiscusso successo professionale ed anche nell’arte della sopravvivenza in un ambiente certamente non facile,in cui Simonini riesce felicemente anche seppellendo indisturbato alcuni cadaveri nella cloaca situata sotto casa sua.

L’autore proietta su questi personaggi il suo gusto per il gioco, il travestimento, la sottile linea di confine, spesso indecifrabile fra il vero ed il falso, ciò che è avvenuto, ciò che è misterioso, ciò che è inventato, il suo gusto per l’inventiva, la libera creazione della fantasia, la costruzione di fatti, persone ed opinioni, la consapevolezza che diversi punti di vista sui fatti si intrecciano fino a dimenticare il fatto stesso, il falso che diventa verità, perché raccontato e comunicato con arte e competenza.

Si può anche formulare l’idea che la costruzione del personaggio Simonini e dei suoi pari è un lungo e laborioso processo di rielaborazione e quindi di liberazione delle coscienze dallo schiacciante peso dei peggiori incubi collettivi che la storia del secolo appena trascorso ci ha consegnato. Questo processo di liberazione da mostruosità e da incubi parte dalla mente straordinariamente creativa e dalla cultura vastissima del suo autore e si estende ai destinatari del messaggio. Tutti, autore e lettori, curiosi di fatti ignoti o negati, di retroscena nascosti, di occulto, tiriamo un liberatorio sospiro di sollievo. Beh, finalmente siamo arrivati a sapere qualche cosa. Ma quanto ancora resta da sapere! Quanti Simonini ci sono e ci saranno fra noi!

Sembra altresì chiaro che l’opera vuole creare nella massa dei lettori di media cultura sdegno e disgusto per attività sotterranee, falsari, spioni, guerre ideologiche e di religione, grossi giri di danaro occulto speso con grande oculatezza, per tutto ciò che è nascosto, segreto, sporco. Tutte le azioni del personaggio sono talmente respingenti che qualunque persona sana di mente, non può non rifiutarle.

Lettura difficile, stimolante, bisogna stare al gioco dell’autore che si muove disinvolto, sorridente e felicemente creativo tra il vero storico e l’inventato molto vicino alla realtà, bisogna perciò lasciar scorrere la narrazione nella mente lasciandosi guidare dalle impressioni suscitate senza mettersi a cavillare di volta in volta sui singoli particolari. Sarebbe un’impresa perduta in partenza, non se ne uscirebbe fuori.

 

emedoro@gmail.com

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Es una lectura difícil, estimulante y de peso (516 páginas) que, en el contexto de la gran historia pública, la que se estudia en la escuela, relata cuentos de personas que vivían en la maleza de las capitales europeas con encargos secretos conocidos por pocos. La narración empieza a partir de la expedición de "los Mil" en Italia, y se lleva a cabo a través de eventos sucesivos que tuvieron lugar en Francia. El título de la obra, "El cementerio de Praga", se refiere a un episodio en particular, que no ocupa mucho espacio en el amplio contexto general, pero que reviste una importancia histórica enorme.

El cementerio judío de Praga se menciona y describe porque es el lugar donde, de acuerdo con esta novela de Umberto Eco, se lleva a cabo una reunión secreta de rabinos, cada cien años a la medianoche.

Durante la reunión del siglo XIX, que tuvo lugar en 1880 (pag.496), según la trama se sentaron las bases para la conquista y el gobierno del mundo de parte del pueblo Judio. Este episodio es parte de una historia / diario llena de acontecimientos y personajes que reconstruyen esa epoca desde un muy particular punto de vista, él de la maleza de falsificadores, espías, conspiraciones secretas y complots que tuvieron lugar en Turín y París y que influyó en la historia de hombres y Estados.

El autor, a través de un trabajo de investigación que duró cinco años, según ha afirmado en algunas entrevistas, da vida a un personaje ficticio al que, sin embargo, se atribuyen muchos actos realmente acontecidos, Simone Simonini.

Nacido en Turín, a causa de los recuerdos de la familia, la educación recibida y la experiencia laboral en una notaría, este individuo se encuentra con un patrimonio de conocimiento, digamos, muy singular. Dotado por la madre naturaleza de una imaginación ecléctica, destreza y cinismo además de carecer de cualquier regla moral en las relaciones humanas, sospechoso de todo y todos, Simonini encuentra su razón de ser en la producción de documentos falsos, fruto de su imaginación y de su arte, reconocidos como fiable y creíble por los expertos. Sin escrúpulo alguno, pone su genio falsificador a disposición del mejor postor. Una regla, por así decirlo, de ética profesional, sin embargo la tenía: Simonini quería que sus falsos fueran, por así decirlo, reales. (p.428).

Los documentos falsos auténticos que producía eran bien pagados por los servicios secretos, espías de toda Europa y por particulares que los pedían para guerras secretas. A su fuerte apetito por el dinero se agregaba otra atracción de igual intensidad para la comida fina, que lo llevaba a frecuentar los mejores restaurantes de París, además de miserables y sucias tabernas, para él, lugares de trabajo. Y aquí el autor muestra sus conocimientos enciclopédicos acerca de la cocina francesa, enlistando menús y platillos desconocidos para los simples mortales.

Gran parte de la historia tiene lugar en París, donde Simonini vivía exiliado de Turín. Su estudio era una mugrosa habitación a la que se llegaba por una escalera que de una cobacha abierta sobre un callejón donde vendía cosas viejas. Tenía, en fin, una tienda en París para cubrir sus actividades reales de falsificador. Y todo esto con pasajes subterráneos abiertos en el laberinto de túneles del alcantarillado, excelentes para deshacerse de los cadáveres.

Este es, a grandes rasgos, el personaje principal. A través de sus diarios y cartas, el autor reconstruye acontecimientos y personajes famosos, históricamente conocidos. Describo a continuación algunos de los más memorables. La expedición de "los Mil", por ejemplo, el personaje de Giuseppe Garibaldi y el encanto magnético de su personalidad; Giuseppe Mazzini, los masones y los Jesuitas que construyan intrigas secretas los unos contra los otros; las conspiraciones atrás de la misteriosa muerte de Ippolito Nievo, custodio de los documentos administrativos de la expedición de los Mil, en la explosión y hundimiento del buque en el que se había embarcado en el mar Tirreno; la presencia de Francesco Crispi en las filas de los partidarios de Garibaldi y la construcción del monumento al filósofo Giordano Bruno en Campo de' Fiori, cuando era primer ministro; los ritos masónicos, judíos, y demoníacos. Este libro también contiene el texto de una misa negra, el caso Dreyfus y el documento falso sobre el que supuestamente estaba basado y la construcción de la Torre Eiffel y el Canal de Panamá.

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