LXXIX Congresso Internazionale
Discorso delPresidente della Società Dante Alighieri
Bo lzano - Merano - Roma, 25 - 27 settembre 2009.

Ambasciatore  Bruno Bottai, Presidente della Società Dante Alighieri.

 

10 ottobre 2009. - In Campidoglio, a Roma, due anni fa scegliemmo di tenere a Bolzano il nostro prossimo Congresso. In questa sala, sin dall’inaugurazione, con tanti amici presenti, possiamo constatare che è stata una scelta felice.

Il Congresso della Dante Alighieri a Bolzano e Merano è infatti una ulteriore occasione d’incontro fra due delle grandi culture – quella italiana e quella austro-tedesca - che, attraverso i secoli, hanno dato vita e sostanza al nostro continente. L’Europa ha confini di civiltà, molto più che geografici.

A scuola impariamo che l’Europa si estende dagli Urali al Mediterraneo e all’Atlantico. Sappiamo che via via nel corso dei secoli le caravelle di Colombo e poi la ferrovia transiberiana l’hanno portata ben oltre. L’America ha accolto nei secoli emigranti in cerca di libertà e di lavoro ed è da molti decenni il generoso difensore e animatore della civiltà comune.

In Alto Adige la lingua di Dante incontra la lingua di Göthe. Il nostro Congresso è un’ulteriore occasione per valorizzare fra loro un dialogo culturale utile alla costruzione di un’Europa sempre più unita.

L’Austria, al di là del crinale delle Alpi così prossimo a Bolzano, è un vicino che ha dato all’Europa grandi contributi culturali. Tra l’altro Vienna custodisce straordinarie opere dell’arte italiana. In Alto Adige – Sud-Tirolo la lingua italiana e quella tedesca si mescolano con naturalezza nelle strade e nei negozi. Vi è spazio anzi, per una terza lingua, quella ladina.

Göthe amava il Paese dove fioriscono i limoni. Gli piaceva disegnarlo. Gli piaceva, a Roma, fare lunghe passeggiate fuori le mura, dalla sua casa vicina a Piazza del Popolo.

Dante, pur scrivendo in fiorentino e non in latino la sua Commedia, sentiva l’Impero romano come una realtà ancora esistente. A Roma risiedeva il Pontefice, successore degli imperatori. Grazie al Cristianesimo, il Papa aveva anzi un dovere di guida dell’umanità che gli imperatori non avevano avuto. Benedetto XVI, bavarese di nascita, ma romano da lunghi decenni, lo esercita con sapienza e mitezza. A lui un rispettoso pensiero.
Questo Congresso inizia sotto auspici incoraggianti: il messaggio del Signor Presidente della Repubblica Napolitano, quello del Presidente del Consiglio Berlusconi, infine la presenza amica del carissimo Sottosegretario Gianni Letta sono un opportuno viatico ai nostri lavori.

 

(ladante.it)