L'Italia del 1890

Di Adalberto Cortesi.

Roma, vista dal Palatino.1890.

Roma, vista dal Palatino.1890.


11 marzo 2010. - Mi auguro di far cosa gradita ai nostri lettori nel ricordare, con qualche dato statistico, quello che era l’Italia di quattro generazioni fa; quando stava per compiere 30 anni dalla sua costituzione.
Regnava Vittorio Emanuele II;  il primo Parlamento Italiano fu eletto nel febbraio del 1861; su una popolazione di quasi 26 milioni, gli aventi diritto al voto furono circa 420,000 e votarono meno di 240,000 persone.  In 1178 comuni, su un totale di 8259,  il pane era quasi sconosciuto; in altri 1700 comuni si faceva con fave, castagne od altro; quello di frumento si usava solo in caso di malattia o feste solenni. In 2800 comuni, la frutta era usata solo dalle famiglie piú agiate; piú raro ancora il consumo della carne.  Il 67% della popolazione era analfabeta.

A Introbbio (prov.di Como) le operaie scioperanti ripresero il lavoro con un aumento di cinque centesimi del loro stipendio e la riduzione dell’orario di lavoro a 12 ore giornaliere, per sei giorni la settimana.   Nell’Italia di quell’epoca vi erano circa 18,000 medici, contro i 200,000 di oggi.

Esistevano 185 periodici (1 giornale ogni 20,000 abitanti).

Un quintale di vino costava 62,80 lire a Milano, 47,27 lire a Firenze e 39,82 lire a Roma.

Un quintale d’olio costava 162,72 lire a Milano, 20,25 lire ad Avellino e 89,32 lire a Roma

Un operaio doveva lavorare in media 95 ore per poter comprare un quintale di frumento.

 

(Fonti: Annuario Statistico Italiano e Biblioteca Civica di Novara)

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