18
agosto 2013 - Dopo 300 anni, lo
scorso 9 agosto è stata aperta la
cripta —nella basilica di Santissima
Annunziata a Firenze— dove è
sepolto il corpo del marito di Lisa Gherardini Del Giocondo, presunta
modella di Leonardo da Vinci
[1]. Nella
tomba appartenuta alla famiglia Del
Giocondo e poi «acquistata» nel '700
da un'altra nobile casata, sono
stati ritrovati i resti di Francesco
del Giocondo e dei suoi due figli:
Bartolomeo, avuto da un'altra donna,
e Pietro, figlio di Lisa. Ora il
Comitato scientifico che è «a
caccia» della Monna Lisa, comparerà
il dna dei corpi con
quello degli scheletri ritrovati a
Sant'Orsola dove la nobildonna morì
e fu sepolta: se i due coincideranno, sarà la conferma che i resti trovati
nel convento fiorentino appartengono
a Lisa Gherardini.
La tomba
della famiglia
Del Giocondo.
LE FASI - Questo sarà un primo passo
per risolvere il mistero che sta
dietro il quadro di Leonardo. Quello
successivo sarà ricostruire,
attraverso tecnologie
all'avanguardia, il volto della
Gherardini, per scoprire se è quello
della Gioconda. Intanto i tre
scheletri femminili ritrovati a
Sant'Orsola, che il Comitato per la
valorizzazione dei Beni culturali,
coordinato da Silvano Vinceti, ha
selezionato, in collaborazione con
l'università di Bologna, fra gli
otto rinvenuti duranti gli
scavi tra
il 2011 e il 2012, sono sottoposti
in queste settimane all'esame del
carbonio 14 per stabilire quale è
assimilabile a una donna morta nel
'500, come appunto fu Lisa Gherardini, morta nel 1542. I
risultati dovrebbero arriva a metà
settembre, poi si passerà alla
comparazione del dna.
LETTERA A PARIGI - Il Comitato per
la valorizzazione dei Beni
culturali, impegnato da alcuni anni
nella ricerca sulla Gioconda di
Leonardo da Vinci, ha scritto per la
seconda volta al ministro della
Cultura della Francia, Aurelie
Filippetti, per sensibilizzarla a
“prestare” all'Italia il celebre
dipinto custodito al Louvre. Lo
riferisce il presidente del
Comitato, Silvano Vinceti,
rivendicando la raccolta di «150.000
firme nella petizione rivolta alle
autorità italiane e francesi».
«Ribadiamo da tempo che è giusto
riportare la Gioconda in Italia,
almeno un mese —dice oggi Vinceti—
così, da italiano, ritengo un dovere
sollecitare le autorità francesi a
un incontro per illustrare le
ragioni di un prestito che sarebbe
anche un modo “riparatorio” dei
trafugamenti napoleonici di opere
d'arte».
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[1] Nel 2005, Veit
Probst, dell'Università di
Heidelberg, ha trovato una nota di
Agostino Vespucci a margine di un
libro della collezione della
biblioteca del citato ateneo (vedi
la foto principale di questo
articolo) che ha confermato con
certezza la tradizionale convinzione
che la modello ritratta era Lisa
Gherardini. In questo appunto,
Vespucci —che era molto amico di
Leonardo da Vinci— afferma:
«Leonardo sta lavorando su tre
dipinti, tra cui il ritratto di Lisa
Gherardini».
(ivana zuliani /
corriere fiorentino /
puntodincontro.mx /
adattamento
di
massimo barzizza e
traduzione allo
spagnolo di
carla acosta)
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