Suor Juana Inés de la Cruz,
la poetessa messicana

Alcuni cenni storici su uno dei personaggi più rappresentativi
del barocco latinoamericano.

Miguel Cabrera. Juana Inés de la Cruz. 1750.
 

23 maggio 2011. - Juana Inés de la Cruz, nata Juana Inés de Asbaje y Ramírez de Santillana, (San Miguel Nepantla, 12 novembre 1651 – Città del Messico, 17 aprile 1695), è stata una religiosa e poetessa messicana, appartenuta all'ordine di San Gerolamo, famosa per le sue poesie. Scrisse anche commedie, lettere, autos sacramentales e villancicos.

Nacque come figlia illegittima di un nobile spagnolo e di una donna originaria dell'Yecapixtla. Suo nonno fu un grande proprietario terriero e Juana trascorse la sua infanzia, assieme a sua madre, proprio all'interno dell'azienda del nonno. Grazie all'immensa biblioteca che lì si trovava, la piccola Juana imparò precocemente a leggere ed a scrivere. All'eta di otto anni redasse la sua prima composizione a carattere religioso e cinque anni più tardi dimostrava già una buona padronanza della metafisica e della logica greca rivelandosi contemporaneamente anche una brava insegnante di latino per alcuni suoi giovani allievi.

Nel 1664 Juana si recò a Città del Messico e cercò di iscriversi all'università, ma purtroppo, a causa di una serie di impedimenti, fu costretta a proseguire i suoi studi privatamente.

Fu poetessa della scuola gongoriana e concettista, ma con un suo stile personale che la sottrae a quella influenza, anche grazie alle sue venature razionaliste. Compose sonetti e romances di fattura delicata e tuttavia molto rigorosa, alcuni di originalità unica all'interno della letteratura barocca.

Si possono ricordare il poemetto El sueño, con il quale espresse, nonostante i collegamenti stilistici al gongorismo, una notevole originalità, pervasa da una grande ansia di comprensione dell'universo intero, basata sia sulla fede sia sulla fiducia della ragione umana, e la Respuesta a sor Filotea, che era in realtà indirizzata al vescovo di Puebla, in cui si difese dall'accusa di scarsa devozione e di eccessivo attaccamento agli studi profani.

Fu dama d'onore della viceregina Leonor Carreto, moglie del viceré Antonio Sebasti Marquis de Mancera, che allestì un vero e proprio salotto culturale al quale parteciparono i più importanti teologi, giuristi, filosofi e poeti rintracciabili in quel contesto geografico, e queste frequentazioni aumentarono le conoscenze ed il prestigio di Juana.

Si segnalò ancora giovane negli studi teologici e filosofici. Entrò, all'età di diciotto anni, nell'ordine di San Girolamo, e per oltre un ventennio la sua cella conventuale divenne un vero e proprio centro di vita culturale, oltre al luogo del suo ritiro spirituale. Qui, infatti, visse tutta la vita scrivendo composizioni di ogni genere: poesie d'occasione, poemetti amorosi e classicheggianti di scuola gongorina e concettista. Ma tutta la sua opera contiene venature di razionalismo che la rende diversa.

In qualunque caso la letteratura della Cruz fu incentrata su una piena libertà di vedute e di idee, basti pensare al poema Redondillas nel quale difese i diritti delle donne, oppure a Hombres necios, nel quale invece criticò l'ecceso di sessismo della società del suo tempo e le contraddizioni etiche, morali e comportamentali dei suoi contemporanei.

Lo scrittore e premio Nobel di Letteratura Octavio Paz ha dedicato il libro intitolato Suor Juana o le insidie della fede, focalizzando gli articolati equilibrismi svolti da Suor Juana per districarsi tra il messaggio ed il pensiero cristiano, il rigido magistero della chiesa e il suo anelito di libertà intellettuale.

Gli scienziati del Centro di Ricerca e Studi Avanzati (Cinvestav) tenteranno di estrarre il DNA dalle ossa scoperte presso l'Università del Claustro a Città del Messico nel 1978. Nel marzo del 2011, Cinvestav ha ottenuto campioni di DNA di membri in vita della sua famiglia che abitano in Messico. «La procedura di sequenziamento genetico di Sor Juana e dalla sua discendenza sarà ripetuta almeno tre volte al fine di garantire risultati corretti. Alla fine, il confronto sarà effettuato per determinare se vi è un rapporto», ha detto Maria de Lourdes Muñoz, ricercatrice di genetica e biologia molecolare alla Cinvestav. I risultati dovrebbero essere pronti verso la fine dell'anno.

 

(puntodincontro)

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23 de mayo 2011. - Juana Inés de Asbaje y Ramírez de Santillana, más conocida como Sor Juana Inés de la Cruz, (Nepantla, 12 de noviembre de 1651-Ciudad de México, 17 de abril de 1695) fue una religiosa y escritora novohispana del Siglo de Oro. Cultivó la lírica y el teatro, así como la prosa. Por la importancia de su obra, recibió los sobrenombres de el Fénix de América, la Décima Musa o la Décima Musa mexicana.

A muy temprana edad aprendió a leer y a escribir. Perteneció a la corte de Antonio de Toledo y Salazar, marqués de Mancera y 25° virrey novohispano. En 1667 ingresó a la vida religiosa a fin de consagrarse por completo a la literatura. Sus más importantes mecenas fueron los marqueses de la Laguna, virreyes de la Nueva España, quienes publicaron sus obras en la España peninsular. Murió a causa de una epidemia el 17 de abril de 1695.

Sor Juana Inés de la Cruz ocupa, junto a Juan Ruiz de Alarcón y a Carlos de Sigüenza y Góngora un destacado lugar en la literatura novohispana. En el campo de la lírica su trabajo se adscribe a los lineamientos del barroco español en su etapa tardía. La producción lírica de Sor Juana, que supone la mitad de su obra, es un crisol donde convergen la cultura de una Nueva España en apogeo, el culteranismo de Góngora y la obra conceptista de Quevedo y Calderón.

La obra dramática de Sor Juana va de lo religioso a lo profano. Sus obras más destacables en este género son "Amor es más laberinto", "Los empeños de una casa" y una serie de autos sacramentales diseñados para representarse en la corte.

En 1978, durante unas excavaciones rutinarias en el centro de la Ciudad de México, se hallaron sus supuestos restos, a los que se dio gran publicidad. Se realizaron varios eventos en torno al descubrimiento, aunque nunca pudo corroborarse su autenticidad. A principios de 2011, científicos del Centro de Investigación y de Estudios Avanzados (Cinvestav) empezaron unos procedimientos para confirmar su autenticidad, a través de la secuenciación del ADN en un estudio que se prevé dure de seis a ocho meses.

 

(puntodincontro)

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