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26 settembre 2013 - Non vi è dubbio che il mito formatosi attorno alla figura e all'opera di Frida Kahlo (1907-1954) abbia ormai assunto una dimensione globale, ma specialmente in Italia i suoi fan sono numerosissimi e la considerano un'icona indiscussa della cultura novecentesca, oltre a venerarla come anticipatrice del movimento femminista, marchio di culto del merchandising universale e seducente soggetto del cinema hollywoodiano. Nel Belpaese, Frida Kahlo si offre alla cultura contemporanea attraverso un inestricabile legame arte-vita tra i più affascinanti nella storia del XX secolo.

In Puglia, Frida Forever —uno spettacolo di Elena Cotugno che racconta la vita della celebre pittrice messicana nata a Città del Messico, nel quartiere di Coyoacán, nel 1907— è andato in scena a Villa Siragusa (Bitonto), a Palazzo Romanazzi Carducci (Putignano) e al Flying Circus di Bari e a breve verranno annunciate nuove date.

Lo spettacolo —partendo dal racconto del tragico incidente di cui Frida fu vittima all'età di 17 anni— passa attraverso diverse tematiche: le continue operazioni chirurgiche, i primi approcci alla pittura, il matrimonio e i tradimenti, per poi tagliare lungo la politica, la rivoluzione messicana, la lotta all'interno del Partito Comunista e risalire verso la maternità, l'aborto, l'amore e infine la morte. I testi, tratti dal suo diario, sono accompagnati dalle melodie tipiche dei Mariachi, allegre e allo stesso tempo struggenti canzoni messicane, con musiche di Luigi Negro.

E, intanto, a Roma si sta preparando una grande mostra sull'artista, simbolo dell'avanguardia e dell'esuberanza della cultura messicana del Novecento. Le porte dell'esposizione apriranno il 13 marzo 2014 alle Scuderie del Quirinale per una rassegna che intende riunire attorno ad un corpus capolavori assoluti provenienti dai principali nuclei collezionistici, opere chiave appartenenti ad altre raccolte pubbliche e private in Messico, Stati Uniti ed Europa.

Completa il progetto una selezione dei ritratti fotografici dell'artista, tra cui quelli realizzati da Nickolas Muray negli anni quaranta, indispensabile quanto suggestivo complemento all'arte di Frida Kahlo sotto il profilo della codificazione iconografica del personaggio.

Frida Kahlo, “Autoritratto con collana” (1933)

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(puntodincontro.mx / adattamento e traduzione allo spagnolo di massimo barzizza)