E' italiano il primo film

in Second Life
Alessandro Haber in versione avatar per «VolaVola»
di Berardo Carboni, il regista di «Shooting Silvio» .

Alessandro Haber in versione avatar per «VolaVola» .

 

28 ottobre 2009. - Non sa nemmeno accendere un computer, eppure è il protagonista del primo film girato interamente su Second Life, l'universo parallelo creato dalla Linden Lab. Il primo non solo in Italia, ma in tutti i mondi, quello reale e quello virtuale. Alessandro Haber è stato attirato nel «metaverso» da Berardo Carboni, il regista del tanto discusso Shooting Silvio, ed è diventato Ugo, l’avatar principale di VolaVola, il primo lungometraggio narrativo realizzato interamente nell'ambiente virtuale. «Ho molti punti in comune con il mio personaggio pur non essendo mai entrato in Second Life – scherza Haber che nel film ha prestato la voce al suo avatar -. Un mondo virtuale dove qualcuno vive, gioisce, piange, fa persino affari. Riconosco che questa dimensione ha un grande fascino, ma preferisco guardare il mio interlocutore negli occhi e se devo trombare, voglio qualcuno in carne e ossa».

TRE GENERAZIONI A CONFRONTO – Il film - che dura 90 minuti ed è costato soltanto 130 mila euro - sarà presentato il 2 novembre in anteprima mondiale alla Géode di Parigi per il Festival Atopic che si svolge nell’avveniristica cupola della Villette. Al centro una storia corale sul rapporto, anche conflittuale, con i media, non solo Internet. Protagoniste tre coppie, tre diverse generazioni: Ugo (Haber) e Francesca, Annalisa e Carlo, Matteo e Sofia. I primi, cresciuti in un mondo ormai lontano, in cui i media non avevano un ruolo centrale nella formazione delle coscienze, vivono il presente spaesati. Annalisa e Carlo sono cresciuti nella società dello spettacolo e sentono la necessità di farne parte, di essere per sempre belli e famosi come nelle soap. Matteo e Sofia, invece, stanno crescendo adesso, nell’era del web: il loro è un futuro tanto pieno di speranze quanto di incertezze. (www.volavo.la)

CASTING VIRTUALE – «VolaVola è la prima opera di fiction realizzata su Second Life. Finora erano sono stati prodotti solo esperimenti di tipo documentaristico» spiega il regista. Per muoversi meglio nel mondo creato nel 2003 dai Linden Lab e oggi popolato da 18 milioni di utenti, Carboni si è fatto consigliare da un team internazionale di esperti, tra cui il giornalista e scrittore Mario Gerosa, e con loro ha organizzato persino un casting. «Alcuni avatar sono stati costruiti appositamente, come quello di Haber - dice ancora il regista – e altri sono stati scelti con una selezione su Second Life. Si sono presentati avatar da tutto il mondo compreso quello di Aimee Weber (famosa creatrici di contenuti del mondo virtuale doppiata da Sabrina Impacciatore, nda). Non è il computer a muovere i personaggi, ma sono gli alter ego umani che recitano da remoto».

TECNICA INNOVATIVA -VolaVola utilizza la prima volta la tecnica del machinima che consente di riprendere sequenze all’interno di videogames e mondi virtuali. Non si utilizzano videocamere dotate con ottiche particolari che possano interagire con il mondo virtuale: si usano strumenti in dotazione con il videogame o con il mondo virtuale stesso. Ma il progetto di Carboni va avanti e dal film in machinima sarà tratto un lungometraggio in mixed reality, ovvero girato in parte nel mondo reale, con attori veri, e in parte in Second Life, con avatar e paesaggi virtuali. Il lungometraggio sarà realizzato grazie al sostegno di Cinesicilia, organismo appena nato al fine di mettere a frutto i finanziamenti per l'audiovisivo regionale provenienti dall'Unione europea. «Inizieremo le riprese nella prossima primavera – racconta il regista – utilizzando lo stesso storyboard ambientato per circa il 70 per cento nel mondo reale e per il resto in Second Life». Nei panni del protagonista, sempre Haber: «Se il regista lo fa fare a qualcun altro lo ammazzo – dice l’attore -. Ho accettato di far parte di questo progetto proprio perché innovativo. Il cinema italiano è molto spesso ripetitivo. A me, invece, piace sorprendermi e sorprendere il pubblico. E con il talento di Carboni ci riusciremo».

«NON RIFAREI SHOOTING SILVIO» – Con questo progetto, Carboni torna a parlare di media e del rapporto tra finzione e realtà. Il regista si è fatto conoscere con Shooting Silvio che ha girato i festival internazionali ed è stato mandato in onda da Sky prima che una protesta di alcuni deputati del Pdl lo facesse ritirare. «Ho detto che non lo rifarei, ma non vuol dire che abbia rimpianti – spiega il regista -. Sono orgoglioso del film, molto aderente al tempo in cui è stato realizzato. Shooting Silvio nasceva dalla necessità di esprimersi in un mondo dove non c’è libertà. Ora invece la realtà italiana mi sembra molto più triste e cupa, non a caso ho fatto un film in un mondo virtuale dove si può tutto».

 

(Corriere della Sera - Carlotta De Leo)