Una scena da "Un ballo in Maschera".
31 ottobre 2011. - Concordo con chi sostiene che basti entrare nel Teatro
Farnese di Parma per assicurarsi uno spettacolo degno di questo nome, ancor
prima che il sipario si alzi. Realizzato con materiali leggeri quali il
legno e lo stucco dipinti, per accedervi occorre attraversare le gallerie di
uno dei maggiori musei di pittura e scultura dell'Italia centrale che ospita,
tra gli altri, quadri di Correggio e Parmigianino, i famosi pittori locali.
Il teatro occupava originariamente lo spazio riservato alla “sala d'arme” (lunghezza
m 87,20; larghezza mt 32,15; altezza mt 22,65) al primo piano del
cinquecentesco palazzo della Pilotta.
Inaugurato nel 1628 in occasione delle nozze tra Margherita de' Medici ed il
duca Odoardo I Farnese con lo spettacolo allegorico-mitologico “Mercurio e
Marte” (musiche di Claudio Monteverdi), fu utilizzato anticamente (data la
complessità degli allestimenti scenici ed i loro altissimi costi) soltanto
nove volte, in occasione di matrimoni ducali ed importanti visite di stato.
Ricostruito nel 1956 secondo il disegno originario, è stato da pochi mesi
restituito al pubblico dopo un lungo periodo di restauro: difficile rendere
in fotografia il suo splendore che conserva intatta la magia delle corti
rinascimentali italiane.
Entriamoci, dunque, dato che al Farnese hanno luogo quest'anno le
rappresentazioni di Falstaff, commedia lirica in tre atti, che ha
aperto il prestigioso Festival Verdi (1-28 ottobre 2011) organizzato ogni
anno a Parma e nelle cosiddette Terre Verdiane (Busseto, Fontanellato,
Fidenza, Fontevivo ... ).
Falstaff è l'ultima opera di Giuseppe Verdi. Musicata su libretto di
Arrigo Boito, fu tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare,
anche se alcuni passi furono ricavati da Enrico IV, il dramma storico dove
per la prima volta apparve la figura del nobile inglese Sir John Falstaff.
La prima ebbe luogo il 9 febbraio 1893 alla Scala di Milano, diretta da
Edoardo Mascheroni.
La scenografia è essenziale: pochi elementi dipinti su tela ed un grande
lettomobile. Stephen Medcalf (autore della regia) e Jamie Vartan (curatore
di scene e costumi) hanno reso lo spettacolo davvero elisabettiano.
La direzione orchestrale del venticinquenne Andrea Battistoni ha preferito
enfatizzare il tono vivace della commedia anziché quello più amaro della
disillusione e vecchiaia (sentimenti comunque presenti nell'opera) o quello
della scettica visione del mondo che alla fine accomuna tutte le vittime
della burla tessuta dalle allegre Comari allo scanzonato Falstaff.
Falstaff.
Di livello il cast: nel gruppo maschile spiccano Ambrogio Maestri e Luca
Salsi (veterani dei rispettivi ruoli), in quello femminile Svetla Vassileva,
Barbara Bargnesi e Romina Tomasoni.
Non sembra un'opera scritta da un ottantenne: la rappresentazione,
scoppiettante, è stata largamente apprezzata anche dal pubblico giovane (nonostante
l'acustica imperfetta). Dopo le recite a Parma (sino al 25 ottobre) sarà
presentata al Festival Internazionale di Musica Lirica di Hong Kong e da lì
quasi sicuramente raggiungerà Shangai e Pechino. In Cina, com'è noto, il
ritmo veloce e le situazioni comiche piacciono molto al pubblico, mentre da
millenni il tetro d'opera locale racconta drammoni strappalacrime attraverso
musica e danze.
Rappresenta invece un omaggio al maestro Pierluigi Samaritani lo spettacolo
creato dal regista Massimo Gasparon per “Un ballo in maschera”, melodramma
in tre atti, ispirato dalle affascinanti scene e dagli splendidi costumi
della storica produzione presentata a Parma nel 1989 e assurta a modello
della più nobile tradizione teatrale italiana.
Sul palco dello storico Teatro Regio (voluto dalla duchessa Maria Luigia ed
inaugurato nel 1829 con la “Zaira” di Bellini) sono comparse star del
calibro di Francesco Meli (che interpreta Riccardo, la parte tenorile più
difficile tra quelle scritte da Verdi), Vladimir Stoyanov, Kristin Lewis,
Elisabetta Fiorillo, Serena Gamberoni, magistralmente diretti da Gianluigi
Gelmetti. Di grande effetto il Coro del Teatro diretto da Martino Faggiani :
successo ed applausi a non finire, in particolare per la coppia Meli-Gamberoni.
“Un ballo in maschera” fu scritta da Verdi nel 1858 su libretto di Antonio
Somma (a sua volta tratto da libretto di Eugène Scribe per Daniel Auber
"Gustave III, ou “Le bal masqué
) che per ragioni di censura, spostò
l’azione dalla Scandinavia agli Stati Uniti, trasformando il re di Svezia
nelle sembianze del governatore di una colonia inglese a Boston.
Un ballo in Maschera.
Il soggetto —com'é noto— non fu accettato dalla censura borbonica: un marito
che uccide il presunto rivale, niente meno che il re di Svezia, fu
considerato troppo oltraggioso, soprattutto in pieno clima risorgimentale.
Destinata originariamente alle scene del San Carlo di Napoli, con il titolo
originario di Una vendetta in domino”, l'opera debuttò nel febbraio 1859 al
Teatro Apollo di Roma, segnando un brillante successo nella carriera del
Compositore.
Oltre a queste opere, il programma del Festival annovera Il Trovatore in
forma di concerto e la Messa di Requiem, oltre a numerosissimi concerti di
musica moderna, contemporanea e jazz (oltre che verdiana), nonché
conversazioni giornaliere sulle opere del Maestro.
Particolarità unica in Italia, l'educazione musicale rappresenta qualcosa di
concreto a Parma: il Festival si rivolge anche a giovanissimi attraverso
Imparolopera, successo che si rinnova con entusiasmo da anni e che di
recente ha ottenuto un’eccezionale consacrazione vincendo il Premio Filippo
Siebanek assegnato nell’ambito del XIX Premio della Critica musicale Franco
Abbiati. Imparolopera impegna i migliori allievi delle classi di canto del
Conservatorio di Musica A. Boito, che hanno portato in scena quest’anno
Falstaff, ripensato, rivisto e rimontato per il pubblico di domani.
Alla prima infanzia à riservato, invece, Il Gioco dell'opera in cui
educatori-attori, cantanti e musicisti rappresentano ai più piccini (a
partire dai 5 anni di età) in un’esperienza unica e coinvolgente, la magia
dell’opera.
Nonostante ingenti problemi gestionali ed economici, gli organizzatori hanno
presentato anche quest'anno un Festival appagante e raffinato, all'altezza
della sua fama.
(paola cecchini / puntodincontro)
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31 de octubre de 2011. - Estoy de acuerdo con quienes sostienen que es
suficiente entrar en el Teatro Farnese de Parma para presenciar un
espectáculo digno de ese nombre, incluso antes de que se levante el telón.
Hecho de materiales ligeros como la madera y las pinturas de yeso, para
llegar a su interior hay que cruzar las galerías de uno de los mayores
museos de pintura y escultura del centro de Italia que alberga, entre otras,
pinturas de Correggio y Parmigianino, los famosos artistas locales.
El teatro ocupaba originalmente el espacio reservado a la "sala de armas"
(longitud de 87.20 metros, ancho de 32.15 metros, altura de 22.65 metros) en
el primer piso del palacio Pilotta del siglo XVI.
Inaugurado en 1628 con motivo del matrimonio entre Margarita de Medici y
el Duque Odoardo I Farnese con el espectáculo alegórico-mitológico "Mercurio
y Marte" (con música de Claudio Monteverdi), fue utilizado originalmente
(dada la complejidad del equipamiento escénico y sus altísimos costos), sólo
nueve veces, en ocasión de bodas ducales e importantes visitas de estado.
Reconstruido en 1956 siguiendo los planos originales, hace pocos meses fue
devuelto al público después de un largo periodo de restauración. Es difícil
transmitir a través de las fotos su esplendor que conserva fielmente la
magia de las cortes del Renacimiento italiano.
Entremos, entonces, dado que el Farnese recibe este año las
representaciones de Falstaff, ópera en tres actos, con la cual se inauguró
el prestigioso Festival Verdi (1-28 octubre de 2011) que se organiza cada
año en Parma y en las así llamadas tierras de Verdi (Busseto, Fontanellato,
Fidenza, Fontevivo ... ).
Falstaff es la última ópera de Giuseppe Verdi. La música fue escrita a
partir de un libreto de Arrigo Boito, basado a su vez en Las alegres
comadres de Windsor de Shakespeare, aunque algunas partes pertenecen a
Enrique IV, el drama histórico donde por primera vez apareció la figura del
noble Inglés Sir John Falstaff. El estreno tuvo lugar el 9 de febrero 1893
en La Scala de Milán, dirigida por Edoardo Mascheroni.
La escenografía es "minimalista": pocos elementos pintados sobre un
lienzo y una grande cama móvil. Stephen Medcalf (el director) y Jamie Vartan
(a cargo de la escenografía y el vestuario) propusieron un espectáculo
realmente isabelino.
La dirección de orquesta del joven de veinticinco años Andrea Battistoni
prefirió hacer hincapié en el tono burlón de la obra en lugar de la amargura
y la decepción de la vejez (sentimientos claramente presentes en el trabajo
de Verdi) o de la escéptica visión del mundo que —en última instancia— une a
todas las víctimas de la broma tejida por las comadres al alegre Falstaff.
De alto nivel los actores: se destacan en el grupo masculino Ambrogio
Maestri y Luca Salsi (veteranos de los respectivos papeles), entre las
mujeres Svetla Vassileva, Bárbara Bargnesi y Romina Tomasoni.
No parece obra escrita por un octogenario: la representación, crepitante,
fue muy apreciada también por el público joven (a pesar de la acústica
imperfecta). Después de las actuaciones en Parma (hasta el 25 de octubre) se
presentará en el Festival Internacional de Ópera de Hong Kong y de allí muy
probablemente llegará a Shangai y Beijing. En China, como ustedes saben, el
ritmo rápido y las situaciones cómicas gustan mucho al público, mientras que
durante siglos la ópera local relata melodramas tristes con música y bailes.
En cambio, es un homenaje para el Maestro Pierluigi Samaritani el
espectáculo creado por el director Massimo Gasparon para "Un Ballo in
Maschera", una ópera en tres actos, inspirada por las escenas fascinantes y
los hermosos trajes de la producción histórica presentada en Parma en 1989 y
elevada al rango de modelo de la más noble tradición teatral italiana.
En el escenario del histórico Teatro Regio (construido por órdenes de la
duquesa María Luigia e inaugurado en 1829 con la ópera "Zaire" de Bellini)
aparecieron estrellas de la talla de Francesco Meli (quien interpreta
Ricardo, la parte para tenor más difícil de las escritas por Verdi),
Vladimir Stoyanov, Kristin Lewis, Elisabetta Fiorillo, Serena Gamberoni,
magistralmente dirigidos por Gianluigi Gelmetti. De gran efecto el Coro del
Teatro, dirigido por Martino Faggiani: éxito y aplausos sin fin,
especialmente para la pareja Meli-Gamberoni.
(paola cecchini / puntodincontro) |