Una Ferrari mondiale

È tornato il sorriso tra i ferraristi.

Massa e Raikkonen sul podio di Spa Francorchamps.17 settembre 2007. - Campioni del mondo. La doppietta di ieri in Belgio ha regalato alla Ferrari il 15° titolo dei Costruttori, ma lo champagne resta nel frigo perché c'è una riserva: se la McLaren presentasse ricorso contro la penalizzazione subita dalla Fia bisognerebbe aspettare il giudizio di appello.

A Maranello in fondo ci sperano: «Con tutto quello che è emerso rischierebbero anche la squalifica dei piloti» dice Jean Todt.

Però è tornato il sorriso tra i ferraristi, dopo la batosta di Monza. In una settimana è cambiata la prospettiva, da giovedì la McLaren è ufficialmente colpevole di spionaggio e in pista torna a perdere.

L'uno-due di Spa-Francorchamps è stato secco e riapre speranze, calcoli, sogni. I distacchi si riducono: con la sua quarta vittoria stagionale Raikkonen rosicchia punti. E' a meno 13 da un Hamilton (4°) che ha perso lo smalto di inizio stagione e la fortuna del principiante; ed è a meno 11 da un Alonso che corre con il coltello in una mano e la calcolatrice nell'altra. Replicando il risultato di Spa-Francorchamps nelle tre gare che restano (Giappone, Cina e Brasile), Kimi Raikkonen è campione.

Nessuna delle due squadre che si sono finora spartite equamente i successi ha ancora deciso di privilegiare un pilota sull'altro. Ron Dennis continua a permettere che i suoi si scannino e si insultino: fino a quando non terranno entrambi il piede sull'acceleratore alla prima curva, avanti così.

Todt non sceglie perché, se davvero la McLaren facesse hara-kiri con il ricorso in appello, Felipe Massa potrebbe rientrare in partita. La McLaren ha tempo fino a venerdì per decidere, quindi il 30 settembre sul circuito del Fuji le gerarchie maranelliane potrebbero essere definite.

La gara è vissuta di un solo episodio ad alta adrenalina: pronti via, al tornante della Source Alonso e Hamilton arrivano affiancati. Il campione del mondo si sposta verso l'esterno e con sottile perfidia indirizza il compagno di squadra nella via di fuga. Che però è in asfalto: Hamilton torna in pista e le McLaren sono di nuovo appaiate lungo la discesa che immette all'Eau Rouge, la curva più difficile e affascinante del mondiale, 320 chilometri l'ora con cambio di pendenza. Quelli bravi raccontano che la percorrono «flat out». Giri al massimo e stomaco in gola. Ma se Fernando e Lewis l'affrontassero insieme, uno solo sopravviverebbe. E’ Hamilton quello che lascia perdere.

Da lì in avanti la gara è una passeggiata: Raikkonen e Massa a dettare il ritmo, Alonso staccato, Hamilton lontano e opaco rispetto a inizio stagione: da cinque Gp il più veloce in famiglia è lo spagnolo.

In serata arrivano i complimenti del presidente. «Ringrazio Kimi, Felipe, Todt e tutti i ragazzi. Dedichiamo la doppietta ai nostri tifosi e a quell'impiegato di una copisteria inglese che ci ha permesso di far luce su una delle più brutte pagine di questo sport - dice Luca Montezemolo -. E' stato lui ad avvertirci che qualcuno aveva i nostri progetti».

La sentenza di Parigi non ha neutralizzato tutte le tracce di veleno nel corpo della Formula 1. Ron Dennis continua a sentirsi una vittima e sottocoperta tratta per limitare i danni. I patti stabiliscono che chi arriva ultimo sta in fondo al paddock, di solito vicino alle toilette. Anche se ha un motorhome grande come un castello. Altra penalità: solo i primi dieci team hanno le spese di trasporto pagate nei Gp extraeuropei. L'undicesimo paga: 300 mila dollari a gara, un paio di milioni a stagione da aggiungere ai cento della sentenza. Una mancia un po' costosa che la McLaren vorrebbe evitare.

 

(La Stampa.it)