Il terzo quesito

Verso fine mese si saprà
se gli italiani voteranno sul nucleare.

 

8 maggio 2011. - La normativa sulla ripresa del programma nuclare in Italia è contenuta nella legge n. 99/2009[1] e nel decreto legislativo n. 31/2010.[2]

Nel mese di marzo, nel corso della campagna referendaria e a seguito del disastro di Fukushima Dai ichi, il governo ha emanato il decreto legge n.34/2011, il cui art. 5 ("Sospensione dell'efficacia di disposizioni del decreto legislativo n. 31 del 2010 ") include una moratoria di un anno sull'avvio del programma nucleare.[3][4]

In seguito in aprile, tramite un emendamento[5] al decreto omnibus 2011, in via di conversione da parte del Parlamento entro il 30 maggio[6], il governo Berlusconi IV intende modificare ulteriormente la normativa oggetto del terzo quesito referendario.

L'emendamento, pur abrogando diverse disposizioni tra cui quelle relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari,[5] concede al governo di tornare sulla questione dell'uso dell'energia nucleare in Italia una volta acquisite "nuove evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea", attraverso l'adozione entro dodici mesi di una "Strategia energetica nazionale" che non nomina nè esclude il ricorso all'energia nucleare.[7]

In base all'art. 39 della legge 352/1970 sui referendum, se prima della data dello svolgimento del referendum, la legge, o l'atto avente forza di legge, o le singole disposizioni di essi cui il referendum si riferisce, siano stati abrogati, l'Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso.

L'intento del governo, come dichiarato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è esattamente quello di rimandare il referendum sul nucleare:

« Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un'opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile[8] »

Tuttavia la moratoria contenuta nel decreto Omnibus non corrisponde ad una abrogazione per via parlamentare delle norme oggetto di referendum. Pertanto, a seguito dell'eventuale approvazione di tale normativa, la Corte di Cassazione dovrà stabilire se l'abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuove centrali sia sufficiente a soddisfare lo stesso obiettivo ricercato dai promotori del referendum.[9]

In alternativa, il quesito (il terzo del referendum) potrebbe essere modificato dalla Corte e trasferito sulla nuova normativa.[10] La giurisprudenza della Corte sul trasferimento dei referendum da una normativa ad un'altra è normalmente molto restrittiva.[10] Si saprà se gli italiani dovranno votare anche per il tema sul nucleare all'incirca verso il 25-30 maggio, a pochi giorni dal referendum.

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[1] Governo.it

[2] Testo del Decreto Legislativo 32/2010

[3] D.L. 34/2011, art. 5, Gazzetta Ufficiale

[4] Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2011

[5] Testo dell'emendamento al decreto Omnibus, art. 5, «abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari»]

[6] Ecquo, 23 aprile 2011

[7] La Repubblica, 27 aprile 2011

[8] Il Giornale, 26 aprile 2011

[9] Corriere della Sera

[10] Nucleare, Ceccanti: Salta referendum? Ultima parola a Cassazione, 19 aprile 2011

 

(wikipedia / puntodincontro)

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