Serve una nuova spinta alle politiche per gli italiani nel mondo
Appello dei parlamentari eletti all’estero alla plenaria

 

9 novembre 2007. - "Bisogna tornare a parlare di politiche per gli italiani all’estero, che siano coinvolgenti e di sistema" e per le quali è, dunque, necessaria "l’azione parallela del governo e del parlamento" al fianco del Cgie. "voce ancora valida che deve far valere la propria forza politica". È quanto ha affermato con forza l’on. Franco Narducci, presidente della Comitato per gli Italiani all’Estero della Camera, intervenendo ai lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, che si è aperta martedì scorso alla Farnesina.

In realtà quello del ritorno alle politiche per gli italiani all’estero è stato il leit motive degli interventi di tutti i parlamentari presenti: insieme a Narducci, anche Mariza Bafile, Guglielmo Picchi e Massimo Romagnoli. Tutti deputati, perché i senatori erano impegnati in Aula nel delicato voto della Finanziaria.

Con loro alla Farnesina anche Sandra Cioffi dell’Udeur, collega di Narducci nel Comitato della Camera del quale è segretaria. "Essere qui oggi", ha detto la Cioffi, "è un occasione importante per comprendere" questioni come quella dei giovani o dell’informazione e portare avanti un percorso già iniziato nel Comitato, che "intende arrivare ad una sistematica azione legislativa e politica che tenga conto degli italiani nel mondo".

In effetti quello dei Comitati Parlamentari per gli Italiani all’Estero è un "campo d’azione", così lo ha definito l’on. Narducci, nel quale muovere gli interessi degli italiani all’estero, nella consapevolezza che "quanto più ampio sarà questo campo, tanto più interesse e attenzione susciteranno le questioni dei connazionali all’estero". Occorre però, ha precisato il deputato eletto all’estero, sviluppare "politiche in termini strategici e non solo assistenziali", guardando alle nuove realtà, specie quella dei giovani, e "facendo fronte a nuove problematiche ed esigenze".

Nulla è immutabile, ha continuato Narducci, che però non condivide la ristrutturazione della rete consolare "così come prospettata oggi". E non è un caso, ha osservato, se il decreto per la riorganizzazione è stato bloccato in Senato. "Il debito pubblico dell’Italia è noto a tutti", ma non si può "voler essere protagonisti nel mondo, internazionalizzarsi e poi eliminare Consolati che corrispondono a bacini di utenza enormi" sia per i cittadini sia per per imprese che operano nel mondo e che hanno bisogno di servizi. "I Consolati promuovono l’intero Sistema Italia", che chiede "strumenti e possibilità".

Della stessa opinione l’on. Guglielmo Picchi per il quale è incomprensibile che un Paese, qual è l’Italia, che vuole essere "protagonista in politica estera", possa poi "permettersi di chiudere una sede diplomatica". Lo stesso Picchi, come poi molti consiglieri, ha anche lamentato il mancato coinvolgimento tanto del Cgie quanto dei parlamentari eletti all’estero nella definizione del piano di riorganizzazione della rete consolare.

Amareggiato si è detto l’on. Massimo Romagnoli, che ha portato avanti una strenua battaglia contro la chiusura del Consolato di Atene. "Ad Atene", ha detto, "ci sono 11mila connazionali. A Mosca solo mille. Eppure il Consolato greco è stato chiuso e quello russo sarà presto aperto". Anche "la rete diplomatica in Spagna soffre ed è stato pure chiuso il Comites di Istanbul", ha aggiunto Romagnoli, che ha conservato la carica di consigliere del Cgie per Grecia, Spagna, Turchia e Israele. E nella sua duplice veste ha ricordato: come i parlamentari eletti in Italia hanno nelle Regioni e nei Comuni i loro riferimenti, "i parlamentari eletti all’estero hanno bisogno dei Comites e del Cgie, perché sono le loro antenne".

Un messaggio positivo è giunto infine dall’intervento dell’on. Mariza Bafile, che si è detta d’accordo con il collega Narducci. Serve "una politica che guardi più al futuro per gli italiani all’estero, ma", ha avvertito, "senza perdere di vista le realtà in cui siamo impegnati".

"In questo anno e mezzo abbiamo lavorato e dimostrato che, lavorando insieme, Cgie, parlamentari eletti all’estero e governo, si ottengono risultati", ha proseguito la Bafile. E a chi "ancora prova fastidio verso gli italiani nel mondo" la deputata ha risposto: "noi abbiamo fatto passi avanti importanti", come nel campo dell’assistenza - sua è la proposta ora al vaglio del Parlamento – e "il prossimo anno ci saranno altri frutti, come quello della cittadinanza, che, io ne sono sicura, andrà avanti".

Ciò dimostra che "la politica, quando si fa con vocazione di servizio, in maniera onesta, andando dietro alle battaglie possibili, porta a risultati".

 

(r.aronica\aise)