Non ci amano, ma ci mangiano
Una società italiana conquista la mensa dell’Ue.

L'Ue non ci ama, ma ci mangia.10 gennaio 2008. - Superati dalla Spagna (forse), tacciati di mammismo dai britannici, sbeffeggiati per i mondezzai vesuviani, depredati di modelle, cervelli e compagnie aeree. Meno male che la tradizione culinaria, come la Ferrari, non tradisce mai l'Italia e, anzi, continua a difendere la bandiera. L'ultima è che dall'inizio dell'anno, nelle mense del Consiglio Europeo, il menu trabocca di sapori bianco, rossi e verdi: merito della società di ristorazione UniJolly, che ha vinto l'appalto e sbaragliato la concorrenza di una multinazionale parigina da 13 miliardi di fatturato, sinora monopolista nelle cucine delle istituzioni Ue. Questione di qualità, oltre che di prezzo. Ieri c'erano penne all'amatriciana, cannelloni ai frutti di mare, milanese con polenta, pane integrale, acqua gasata col santo nazionale. Sarà stata la novità, ma la coda era più lunga del solito e le facce avevano un'aria soddisfatta.

I francesi ancora si infuriano. Nel palazzo dove si svolgono le riunioni dei Ventisette, come al Parlamento e alla Commissione, sinora l'aveva fatta da padrona la Sodexho Alliance, colosso delle tavole aziendali, 342 mila impiegati in 80 Paesi. Un servizio di discreta routine sul quale nessuno ha mai avuto nulla da dire, soprattutto per il basso costo del pasto, fra i 4 e i 9 euro, a meno di esagerare. Ciò non toglie che a Bruxelles, città che ha la fama di avere il più alto numero di ristoranti pro capite del continente, nelle «cantine» a 12 stelle ognuno aveva le sue preferenze con, in genere, i tavoli degli eurodeputati in testa alle classifiche. Adesso si cambia e la sfida si riapre.

E' la rivincita della dieta mediterranea, l'affermazione di un modello tipico. Per la prima settimana del 2008 UniJolly ha proposto un menu tutto italiano, mettendo alla prova anche con le abitudini anglosassoni e nordiche. La sequenza è quella classica nostrana, antipasto, primo, secondo, contorno, frutta, vero terremoto per la cultura del monopiatto che anima in genere i «lunch» degli eurofunzionari. Risulta comunque che alcuni, fra cui i belgi, abbiano lamentato la scomparsa delle patate fritte.

A scorrere le proposte si osserva un'impressionante sfilata di grano duro. Da lunedì a venerdì si inseguono maccheroni (al pomodoro), rigatoni (al pesto), fusilli (ai gamberetti), farfalle (ai formaggi), più al dente che no. In alternativa, gnocchi, parmigiana e cannelloni. Quindi carni e pesci, legumi, formaggi, cantucci e meringhe.

E' solo l'inizio? Il contratto di UniJolly è biennale. Loro hanno affrontato l'impegno mettendo un cuoco italiano a fare la guardia ai fornelli del grande Justus Lipsius, sede centrale del Consiglio Ue, ma anche delle dependance Lex e Cortenberg. L'obiettivo nel risiko delle mense è conquistare anche Parlamento e Commissione. Sono 23 mila bocche da sfamare tutti i giorni. Un bel business. E una bella mano di bianco alla claudicante immagine dello stile di vita griffato «made in Italy».

 

(La Stampa.it)