"Fate onore all'Italia"
Il discorso del Presidente Napolitanao durante l'apertura della
Conferenza dei Giovani nel Mondo.

11 dicembre 2008. -  "Siate buoni cittadini nei Paesi che vi ospitano perché anche così fate onore all'Italia". Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rivolgendosi ai ragazzi riuniti questa mattina alla Camera per la Prima Conferenza nazionale dei giovani italiani nel mondo.

"Contiamo sul vostro attaccamento alle radici italiane della vostra famiglia - ha aggiunto il capo dello Stato - perché vi facciate promotori in diversi continenti e Paesi della nostra lingua e cultura e perché vi facciate portatori dei valori più alti di umanità, solidarietà e laboriosità che il nostro popolo ha saputo esprimere nella sua lunga storia''. Napolitano ha concluso il suo intervento esortando i giovani a tornare presto nel "nostro e nel vostro Paese".

La conferenza, che per la prima volta riunisce i giovani italiani residenti all'estero, è stata organizzata dal ministro degli Esteri Franco Frattini e vedrà impegnati fino a venerdì 424 delegati provenienti dall'estero e 200 giovani residenti in Italia, invitati a partecipare in rappresentanza del mondo politico e professionale. Alla cerimonia d'apertura di stamane erano presenti anche il presidente del Senato Renato Schifani e quello della Camera Gianfranco Fini, Frattini, il ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni, i membri del Cgie (Consiglio generale degli italiani eletti all'Estero) e alcuni parlamentari, soprattutto eletti all'estero.

Un invito a condannare ogni forma di xenofobia e favorire l'integrazione è stato rivolto da Fini. "Essere buoni italiani oggi grazie all'emigrazione - ha detto - significa avere solidi anticorpi culturali contro ogni forma di xenofobia". "Guardando le foto di quegli italiani che cento anni fa lasciarono il nostro Paese - ha aggiunto - si scopre lo stesso desiderio di giustizia sociale, di un avvenire migliore per i propri figli che in tanti casi incrociamo negli occhi di chi oggi viene da altri Paesi mosso solo dalla speranza di trovare qui un futuro migliore".

 

(La Repubblica.it)