La difesa della lingua italiana.21 luglio 2008. - In una lettera pubblicata dal quotidiano Corriere della Sera, il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha ufficialmente lanciato la "battaglia a difesa dell'Italiano" nell'Unione europea. "Pari dignità" anche agli idiomi meno parlati per garantire "il rispetto della loro dignità linguistica e culturale", questa la pretesa del primo ministro italiano, il quale ha invitato i suoi ministri ed i dirigenti dei dicasteri ad "evitare di partecipare a discussioni o votazioni ogni volta non si disponga dei documenti di lavoro nella nostra lingua". Una campagna a favore dell'Italiano che nella visione del premier sarebbe penalizzato "a vantaggio di Inglese, Francese e Tedesco". Berlusconi ha ricordato che un regolamento comunitario del 1958 ha sancito la parità linguistica e pertanto "occorre contrastare la prassi avviata dalla Commissione europea di discostarsi in modo crescente da tali principi, introducendo l' ambigua nozione di ‘lingue di lavoro' o ‘di procedura'", che poi si traduce in pratica nell'utilizzo di Inglese, Francese e Tedesco durante le sessioni di lavoro.

A confermare l'idea di una vera e propria battaglia le ritorsioni minacciate da Berlusconi che ha chiesto di opporsi al trilinguismo mediante "il costante monitoraggio del regime applicato agli incontri in ambito Ue" e tramite "l' impugnazione davanti alla Corte di Giustizia di specifici atti della Commissione". Pietro Petrucci, portavoce del commissario europeo al multilinguismo, Leonard Orban, ha cercato di calmare gli animi ed estromettere la Commissione da questa diatriba spiegando che la scelta della lingua da utilizzare alle riunioni ministeriali dell'Ue è competenza del Consiglio, ed in particolare della presidenza di turno. Difficile però placare l'ira del premier italiano che ha esteso la difesa della propria madre lingua anche alle riunioni informali "per le quali si dovrà vigilare che venga garantito l'interpretariato attivo e passivo per l'Italiano, fino a contemplare la concreta possibilità di non partecipare alla riunione nel caso che tale soluzione non venga garantita o qualora vengano utilizzati regimi linguistici ristretti discriminatori per l'Italiano".

Una crociata in accordo con la Spagna di José Luis Zapatero, che quindi sembra non avere un preciso colore politico. In effetti i consensi riscossi sono da questa decisa iniziativa sono diversi. Renato Miracco, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura (IIC) di New York, ha sostenuto che "l'Italiano dovrebbe essere la terza lingua del mondo, dopo Inglese e Spagnolo. E' infatti la lingua dell'arte e della musica, senza la conoscenza della quale è difficile parlare di determinati argomenti". Questa scala gerarchica "andrebbe applicata anche in Europa", pertanto questa dichiarazione conferma l'appoggio a quanto espresso da Berlusconi. Anche Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, che si occupa proprio della promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, è sembrato condividere la linea del Governo, sottolineando come "già da molto tempo mi batto per l'utilizzo dell'Italiano in sede europea e denuncio le discriminazioni che la nostra lingua ha subito, per esempio venendo tolta dal portale europeo o dai documenti della Commissione".

Per altro sarà proprio la Società Dante Alighieri a tutelare e promuovere la lingua italiana presso le Istituzioni dell'Unione europea. Questo infatti è il contenuto del memorandum d'intesa sottoscritto alla Farnesina dal Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Giampiero Massolo, e dal Presidente della Società Dante Alighieri, Ambasciatore Bruno Bottai. "Il principale obiettivo dell'accordo - come si legge nel comunicato stampa di presentazione - è la creazione di un nuovo Comitato della "Dante Alighieri" a Bruxelles, specificamente rivolto a raccogliere le adesioni dei funzionari comunitari, italiani e non, con il fine di promuovere l'utilizzo e la conoscenza dell'idioma italiano nell'ambito delle istituzioni dell'Unione Europea. In stretto raccordo con il locale Istituto Italiano di Cultura, la "Dante" svolgerà azioni di promozione della lingua e della cultura italiane. Il Ministero degli Esteri e la Società Dante Alighieri si scambieranno informazioni in relazione a eventuali casi di discriminazione dell'italiano da parte delle istituzioni e degli organi dell'Unione Europea. In tale contesto, d'accordo con la Farnesina, la "Dante" condurrà specifiche azioni nei confronti del Mediatore europeo, il professor P. Nikiforos Diamandouros, eletto il 1° Aprile 2003, e della Commissione Petizioni del Parlamento europeo in relazione a casi di discriminazione della lingua italiana".

Un ulteriore strumento che si affianca all'azione di protesta richiesta da Berlusconi ai delegati italiani a Bruxelles. Il memorandum e la lettera del presidente del Consiglio non sembrano comunque essere in relazione perché, ha spiegato Pier Paolo Conti, addetto stampa della Società Dante Alighieri, "si è iniziato a parlare di questo accordo oltre un mese fa", mentre lo sfogo di Berlusconi è datato 13 luglio. Sorge però un dubbio: questo impegno a favore dell'Italiano in sede europea come si accorda con i tagli annunciati nei confronti delle scuole italiane all'estero, che della diffusione dell'Italiano sono le principali ambasciatrici? Masi si è semplicemente detto "dispiaciuto a questo proposito", ma non ha voluto commentare perché "la Società Dante Alighieri si auto-finanzia per il 90%, quindi eventuali tagli non ci toccano. Il nostro scopo - ha aggiunto - è da 110 anni quello di difendere la lingua italiana e pur essendo un europeista convinto penso sia giusto dover discutere apertamente, ma con fermezza a proposito dell'utilizzo dell'Italiano in Europa". Anche Miracco non è stato critico nei confronti di quanto fatto ultimamente per la diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero: "Stiamo cercando di cambiare delle regole - ha spiegato - ma devo dire che c'è un grande ritorno all'Italiano specie da parte delle terze generazioni di italo-americani. Questa nuova stagione positiva deve essere uno stimolo per lavorare sempre più".

(News ITALIA PRESS)