Migliorare il meccanismo
elettorale all'estero

E' la proposta che il quotidiano del centro-destra diretto agli italiani all'estero, L'Italiano, avanza con un editoriale di Ricky Filosa.

 

ROMA, 24 novembre 2006 - La proposta è in un editoriale a firma di Ricky Filosa, sull'organo ufficiale del centro-destra diretto agli italiani all'estero, L'Italiano, e potrebbe rappresentare l'inizio di un confronto interno al centro destra e contestualmente in grado di 'parlare' alla maggioranza di governo: migliorare il meccanismo elettorale all'estero.

Scrive Filosa: "Raccolgo l'invito dell'On.Marco Zacchera, responsabile esteri di An, che nel numero de L'Italiano dello scorso venerdì proponeva ai lettori di questo quotidiano di iniziare un dibattito critico sulla legge elettorale, soprattutto per quanto riguarda i brogli e le tante irregolarità che sono avvenute prima, durante e dopo le ultime elezioni politiche di Aprile 2006".

"La cattiva organizzazione e gli errori hanno colpito diversi anelli della catena: tanta responsabilità hanno avuto le aziende incaricate da Ambasciate e Consolati di consegnare e poi recuperare i plichi contenenti tutti gli strumenti per votare. Anche a causa di una anagrafe non esatta - responsabilità dei consolati - molte schede non sono state consegnate; altre ancora, non venivano ritirate. Ci sono state schede elettorali inviate a persone decedute, che però - chissà per quale miracolo - hanno votato. Plichi aperti, e poi richiusi con lo scotch; alcuni individui trattenevano le schede elettorali di altre persone per avvantaggiare un solo candidato; schede che venivano vendute, comprate per qualche decina di euro; accordi politici fra candidati contro la volontà del popolo, contro la democrazia. Scarso il compito dei Comites e delle Associazioni, che non sono stati abbastanza vicini ai connazionali. Pessimo il ruolo di Rai International che non ha saputo informare adeguatamente, che mandava in onda sempre lo stesso spot confuso, ermetico, noioso".

Secondo Filosa, bisogna attirare l'attenzione degli italiani nel mondo: "bisogna cambiare linguaggio. Un linguaggio più vivo, meno formale e più diretto: la televisione e la stampa devono usare il modo più semplice per comunicare, senza tanti paroloni difficili o giri di parole già incomprensibili per gli italiani d'Italia, figuriamoci per quelli all'estero! Si deve creare nelle comunità una coscienza critica ed un desiderio rinnovato di partecipare alla vita politico-sociale del proprio paese di residenza e dell'Italia, facendo capire ai connazionali l'importanza e la necessità di iscriversi regolarmente all'Aire, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero".

"Il voto per corrispondenza è assolutamente da rivedere, e qui - lo sappiamo - sfondiamo una porta aperta: il metodo di invio postale non convince più nessuno. Qualcuno ha parlato di istituire dei seggi in corrispondenza dei centri più abitati dai connazionali: potrebbe essere una soluzione, ma bisogna pensare che esistono delle nazioni dal territorio molto esteso, e ci sarebbe sempre qualcuno che dovrebbe farsi dei lunghissimi viaggi per potere assolvere al proprio diritto-dovere di votare. Allora un sistema "misto", che preveda sia il voto per corrispondenza - per chi vive lontano - sia dei seggi dove recarsi a votare? Ovviamente, in questo caso si dovrebbe cambiare tutto ciò che non ha funzionato durante le scorse elezioni per quanto riguarda la consegna e il ritiro dei plichi elettorali: subito, una anagrafe consolare attualizzata, senza errori che potrebbero sfalsare ancora una volta i risultati; tempi sensibilmente più lunghi, per preparare tutta la documentazione ( l'ultima volta le schede sono arrivate poco prima dello scadere del tempo limite e addirittura in ritardo in alcuni paesi); corrieri postali qualificati, e aziende private non vicine a qualche candidato ( è già successo in passato; lo stesso discorso vale per le tipografie incaricate di preparare il materiale elettorale). Non ultima, la presenza di rappresentanti di lista per tutti i partiti al momento del conteggio dei voti".

"Anche il voto telematico potrebbe essere un'opportunità" ma se ne parla dagli anni '90 e fatti salvi i discorsi accademici nulla è accaduto. "Questa sarebbe la soluzione da preferire. Basterebbe un click, da casa propria, per poter esprimere il voto. Certo, il sistema dovrà essere assolutamente sicuro, a prova di bomba, di hacker e di virus. Se così non potesse essere, allora non se ne farebbe nulla. Troppo alto il rischio di brogli anche nel mondo virtuale. E poi, c'è molta gente che il pc non lo sa nemmeno accendere....
Forse la soluzione ideale, sarebbe proporre ai cittadini tutte e tre le opzioni - voto per corrispondenza, seggi elettorali, voto telematico - in podo che ogni persona possa decidere il metodo più comodo, il più veloce, il più sicuro.
Abbiamo tempo per riflettere e per organizzare le prossime elezioni: ognuno deve apportare il proprio granello di sabbia per poter insieme costruire un meccanismo elettorale più sicuro, più efficiente, più vicino alle reali necessità degli italiani all'estero e che prenda in considerazione tutte le difficoltà che ci sono state negli scorsi anni e sappia trovare una soluzione definitiva
".

 

Da NEWS Italia Press