Rai International, una rete in cui gli italiani all’estero non si riconoscono
Secondo il Senatore dell'Ulivo Claudio Micheloni

 

ROMA, 25 novembre 2006. - "Nonostante una Conferenza programmatica organizzata a luglio dal Vice Ministro per gli Affari Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo; nonostante le critiche arrivate non solo dai telespettatori e dagli organismi di rappresentanza delle comunità all’estero, ma anche dallo stesso Comitato di Redazione, Rai International continua ad essere una rete in cui gli italiani all’estero, verso i quali è indirizzata, non si riconoscono". Sul tema di Rai International e sulla Rai in Europa interviene oggi il Senatore Claudio Micheloni, eletto all’estero per il gruppo de L’Ulivo e nominato membro della Commissione Finanza e Tesoro del Senato.

"Da quando faccio parte della Commissione Vigilanza Rai, ho cercato di conoscere meglio la struttura dei palinsesti, i problemi, i contenuti dei programmi prodotti da Rai International, sollecitato anche dalle segnalazioni che arrivano dall’estero. Tra queste, numerose sono quelle che riguardano la dicitura di alcune trasmissioni definite "Programma adatto al solo pubblico adulto".
Così ho voluto verificare collegandomi al sito internet, e sono rimasto allibito non davanti alla frase, che immaginavo una sorta di doverosa tutela degli utenti, ma al cospetto dei programmi che sono accompagnati da tale raccomandazione: programmi di informazione, come "Porta a Porta" e TG2 Dossier, di serie tv come "Papa Luciani" ed anche di programmi culturali come Passepartout".

"Ci sarà certo un motivo, mi piacerebbe sapere quale sia. Devo quindi convenire che l’affermazione del Vice Ministro Danieli, "i programmi di Rai International sembrano pensati per telespettatori subnormali", risponde a realtà. Questa - si chiede quindi Micheloni - è la considerazione, il rispetto che a Rai International hanno dei propri utenti?".

"Sono ulteriori, all'apparenza piccole e marginali spie, - prosegue - di una situazione che ribadisce quanto sia urgente dar vita ad una sottocommissione permanente per l’indirizzo e la vigilanza di Rai International e per la diffusione del segnale RAI in Europa all’interno della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (tra l’altro il pres. Landolfi ha dato parere positivo alla costituzione di suddetta sottocommissione) con l’unico obiettivo di capire, studiare, ma soprattutto proporre un indirizzo che non solo risponda realmente alle esigenze di una comunità che ha sepolto da tempo la "valigia di cartone", come continuano a ricordare i conduttori dei programmi, ma che sia rispettosa della sua dignità. E che Rai International riempia anche l’alta funzione di vetrina dell’Italia nel Mondo e si faccia promotrice dell’informazione circolare degli italiani nel Mondo e in l’Italia".

"L’attuale direzione di Rai International, - afferma ancora Micheloni - ha confermato un netto distacco con la comunità e anche con gli organismi preposti a fornire suggerimenti, elaborare indicazioni, contribuire ad individuare soluzioni, considerata la loro vicinanza agli italiani all’estero verso i quali, ripeto, al momento almeno, è indirizzata Rai International.

Latitante se non del tutto assente è l'informazione immediata, anche quella "in diretta", come si dice in televisione, non di programmi registrati (spacciati per diretta), dove anche la notizia più importante viene trasmessa con settimane di ritardo. Solo per esemplificare: si è pensato ad informare adeguatamente e tempestivamente i pensionati sui problemi che hanno con l’INPS? Ed il lavoro dei parlamentari eletti all’estero, delle proposte di legge da noi avanzate, quanto spazio ha avuto?".
"Coloro che propongono di far vedere i programmi di Rai International in Italia, o in Europa – conclude infine - probabilmente non conoscono ciò che questa rete trasmette".