Le reazioni alla denuncia
di Rocco Caporale sull'AIRE

Presidente dell'Institute for Italian-American Studies
e docente presso la St John's University di New York.

29 giugno 2007. - In 24 ore sono intervenuti in molti a commentare il servizio del Professor Rocco Caporale, Presidente dell'Institute for Italian-American Studies e docente presso la St John's University di New York, pubblicato da News ITALIA PRESS lo scorso 22 giugno (Censimento ed Etnocidio Elettorale degli italiani all'estero) News ITALIA PRESS N° 116 del 22 giugno). "Non mi stupisco. Tutti sono al corrente che i numeri sono diversi tra il Ministero dell'Interno e del Ministero degli Affari Esteri e in conseguenza che le liste elettorale contengono diversi tipi di errore" afferma Walter Petruzziello, Consigliere del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) per il Brasile. Mentre si dice "letteralmente esterrefatto anche se molte delle informazioni contenute nell'articolo erano già note" il Senatore Edoardo Pollastri, in forza alla maggioranza di Governo, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione America Meridionale.

Massimiliano Lacota, Presidente dell'Unione degli Istriani afferma: "Francamente non mi stupiscono certe situazioni. La superficialità con la quale i censimenti sono stati fatti nel passato, unita anche ad una ghiotta speculazione, hanno chiaramente dimostrato quanto questi siano poco credibili. Il grave è che gli stessi, dopo la concessione del voto agli italiani all'estero, hanno però condizionato, in un senso o nell'altro, l'esito delle ultime elezioni in Italia. Ho sentito parecchie voci in giro di esuli istriani che, ad esempio, avrebbero votato sia in Italia che nei Paesi oltreoceano di residenza" il che è la dimostrazione concreta e palese di come l'inattendibilità delle liste elettorali rappresentino lo spazio per brogli e irregolarità in sede elettorale di vario genere, e che l'analisi approfondita fatta dal Professor Caporale sugli Stati Uniti sia soltanto un esempio di quanto in realtà accada in tutti gli altri Paesi. Aspetto che non pare raccogliere la Senatrice Antonella Rebuzzi , eletta per Forza Italia sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa, la quale chiamata a commentare questi dati, fa dire dal suo ufficio stampa che "Purtroppo la senatrice conosce molto poco la realtà degli USA. Non se la sente di esprimere la propria opinione su qualcosa che non conosce fino in fondo. Denunce ce ne sono state da tutte le parti del mondo: nessuna è stata considerata davvero". E infatti questo è il problema: denunce fatte ma senza esito, per esempio denunce dal Sud America.Vitaliano Vita, fondatore dell'Osservatorio per la diffusione dell'Informazione e Cultura Italiana (Odici) del Venezuela e del periodico italiano Pagine, afferma: "basta rileggere le denunce e osservazioni fatte da Pagine e riportate in varie circostanze dalle Agenzie di emigrazione per rendersi conto che il fenomeno per noi esiste, e' stato individuato e denunciato".

Attraverso l'Odici, continua Vitaliano Vita, "subito dopo le elezioni politiche del 2006 svolgemmo uno studio analogo (n.d.r. a quello del Professor Caporale) e, considerate le contraddizioni rilevate tra i dati dei consolati e comuni, ci recammo in Italia per verificare le discordanze. Abbiamo interpellato, mediante il CGIE, la Direzione Generale  Emigrazione del Mae (n.d.r. Ministero degli Affari Esteri italiano) e l'Istat (n.d.r. Istituto Nazionale di Statistica italiano), senza ricevere chiarimenti e risposte" e augurandosi che si possa affrontare nuovamente il problema dell'Aire che, secondo la Costituzione Italiana, dovrebbe essere di competenza della Circoscrizione Estero, ricostruisce la lunga storia della problematica. "Dal 1994 ci interessiamo del problema, indicando i motivi e le cause che rendono quasi impossibile regolarizzare l'Aire... Basti pensare che il numero degli iscritti all'Aire influisce sostanzialmente sulla formazione dei collegi elettorali, consigli comunali, sui candidati sia alle politiche che alle amministrative, e che determinano l'ammontare del finanziamento erogato dallo Stato agli enti pubblici locali.... Dopo le ultime elezioni abbiamo aggiornato le nostre ricerche e comunicando i risultati anche al Vice Ministro Franco Danieli, ci siamo recati appositamente in Italia per commentare i risultati sconvolgenti ai quali eravamo pervenuti... ".

Leonardo Kosarew, Presidente CIIM (Confederazione per gli Imprenditori Italiani nel Mondo) Canada, parla di grande confusione...."il balletto delle cifre è impressionante ma, temo, denunci una situazione che era già nota: l'assoluta inaffidabilità dei dati a disposizione".

Neanche Giuseppe Bea, responsabile settore emigrazione EPASA - CNA è stupito "poichè chi tratta delle questioni che riguardano gli italiani all'estero, sa dell'inttendibilità dell'AIRE. Condivido comunque l'articolo e ritengo doverosa una riflessione più approfondita da parte di tutti gli addetti ai lavori". Riflessione che a caratteri cubitali ha richiesto il quotidiano del centro-destra diretto agli italiani all'estero L'Italiano, rilanciando, ieri 25 giugno, il servizio di Rocco Caporale in prima pagina. Il Direttore del quotidiano, Gian Luigi Ferretti, anche membro del CGIE, e tra gli uomini più vicini all'ex Ministro per gli italiani nel Mondo Mirko Tremaglia, padre dell'AIRE e padre del voto all'estero, rilanciando il servizio aveva affermato: "Bisogna aprire un dibattito, pur tardivo, su questa situazione, della quale - se così davvero è - sianmo tutti responsabili: esecutivo, forze politiche, organismi di rappresentanza, organi di informazione. Personalmene non ritengo ci sia un piano perverso. Tempo che il tutto sia da ricondurre a menefreghismo, sciatteria, disinteresse, passima organizzazione".

Preoccupazione per la vastità del problema denunciato "che ha sicuramente falsato i risultati elettorali recenti e gettato un ombra sulla democraticità del voto estero" esprime Massimo Seracini, responsabile UDC degli USA. "Disgusto ..... per la solita mancanza di assunzione di responsabilità da parte degli addetti ai lavori dei due Ministeri preposti (al solito la burocrazia italiana si chiude a riccio e difende sempre se stessa, e storicamente non esce mai un nome e cognome di un colpevole) e dal menefregismo delle organizzazioni elette sul territorio (Comites e CGIE) che avrebbero dovuto intervenire preventivamente, conoscendo chiaramente il problema".

"Pertanto lo studio del Professor Caporale è fondato, opportuno, insomma una preziosa conferma della situazione in cui versa la Circoscrizione Estero la (21esima Regione) però ridotta alla 'capanna' dei profughi italiani esiliati all'estero... e d'altra parte come definire una Comunità della quale non si conosce il numero dei componenti, la loro ubicazione, le effettive necessita ed esigenze di sopravvivenza? Eppure si tratta di un'entità geopolitica istituita per provvedere ad assicurare regolarità al processo elettorale (art. 48 Cost.) e pertanto responsabile e competente alla tenuta della anagrafe dei suoi elettori" dice Vitaliano Vita.

"Allibito, ma non del tutto sorpreso" si dichiara lo scrittore e già rappresentante in USA dell'Italia dei Valori, Roberto Marchesi, da Allen, in Texas.

"Di sicuro, le liste degli italiani iscritti all'AIRE non sono aggiornate" afferma Arnold Cassola, deputato dei Verdi, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione Europa. "Penso che sia un dovere ed un interesse di tutti assicurare che si dia priorità all'aggiornamento di queste liste, per avere una mappatura completa degli italiani residenti all'estero. Sono convinto che tutti i miei colleghi eletti all'estero condividano questa esigenza".
Da Miami, Mimmo Porpiglia, Direttore del quotidiano italiano delle Americhe Gente d'Italia, dice: "Ignoravo, e lo ammetto con profondo rincrescimento, che esistesse, anzi che esista un problema così grande". Mentre Anna Foschi, da Vancouver, responsabile dell'Associazione degli Scrittori Italo-Canadesi, ritiene interessante leggere le cifre e la documentazione. "Innegabilmente, ci sono disfunzioni macroscopiche nel meccanismo di registrazione degli italiani all'estero".

"Dallo scritto del Professor Caporale, che conosco e stimo, si dovrebbe presupporre che l'Italia abbia una burocrazia che funzioni in maniera estremamente efficente e tempestiva. Sappiamo tutti che non è esattamente così (specie per quanto riguarda le liste dell'AIRE dato anche il disinteresse degli italiani all'estero per tali liste) e quindi è inutile scandalizzarsi se per un problema complesso come quello dibattuto si sia speso molto e si siano ottenuti modesti risultati" afferma Lucio Caputo, Presidente del Food and Wine Institute di New York. "Sappiamo anche tutti che a una gran parte degli italiani all'estero non importa molto di votare in Italia e d'altra parte questo non deve meravigliare se si fa riferimento alle basse percentuali che si hanno anche in Italia nonostante le vivaci campagne elettorali e quindi non deve meravigliare neanche il fatto che molti degli italiani all'estero non abbiano affatto collaborato e non abbiano agevolato il compito dei vari Consolati. D'altra parte se non vi fossero le discrepanze che vi sono non significherebbe affatto che il numero dei votanti sarebbe maggiore perchè l'interesse per il voto è e resta percentualmente modesto. D'altra parte è altrettanto risaputo che molta gente ha ripreso la cittadinanza italiana non perchè interessata a votare, cosa di cui a moltissini non importa proprio nulla, ma per avere un passaporto che permetta di lavorare nei vari paesi europei. Si sarebbe potuto evitare tutto questo dispendio di fondi se, sin dall'inizio, si fosse capovolto il problema e chiesto agli italiani all'estero, interessati a votare, di direttamente e formalmente registrarsi presso i Consolati lasciando cosi' solo a quelli interessati al voto di registrarsi e di votare, evitando invece, con grande dispendio di risorse, di cercare di coinvolgere persone che non sono per niente interessate a votare e che spesso, poi, o per ignoranza o per disinteresse finiscono con l'essere strumentalizzate" conclude Caputo.

Ermanno Filosa, Presidente Comites di Santo Domingo, afferma di giudicare la ricerca di Rocco Caporale: "un rilevante contributo per comprendere e forse superare il 'dramma-farsa' degli italiani-fantasma svolazzanti tra le varie liste AIRE. La mia reazione è non di stupore, ma la conferma che il Sistema-Italia, nonostante i buoni propositi e l'impegno di oltre 40 anni del ex Ministro Tremaglia,e la riforma Costituzionale avviata dal Governo Berlusconi e Rivolta, Fini e Tremaglia , Ferretti, Bossi e Casini, si dibatte su questo tema in una confusione stupefacente costruita ad arte, e non ha messo in campo quindi le corrette procedure per tutelare il diritto del voto degli italiani residenti all'estero.Vi è un rapporto cultural-politico di " amore e odio" verso la tematica degli italiani all'estero.Veramente sconfortante" conclude.

Al di là delle reazioni si pongono alcuni problemi.

Possiamo ritenere che 2.664.304 di italiani dal 1988 al 2006 siano 'morti' oppure 'misteriosamente scomparsi'?

"Certo che no: non ci crede nessuno!" sbotta Paola Cecchini, autrice di molti libri sull'emigrazione italiana e marchigiana in particolare, che ben conosce le comunità all'estero, dicendosi "sbigottita, leggendo si resta letteralmente a bocca aperta".

La risposta alla domanda è "No", anche secondo Maria Foschi, "penso che siano stati commessi errori nel computo, per mancanza di tecniche appropriate, di collegamenti informative, insomma per incapacità di gestire" e Mimmo Porpiglia ribatte: "Non credo siano morti, forse sono 'misteriosamente scomparsi'... ". "I 2.664.304 di italiani mancanti all'appello ci sono, basta cercarli" afferma Massimo Seracini, "con metodi intelligenti e scientifici come il Professor Caporale ha semplicemente indicato nel suo intervento!".

In18 anni (dal 1988 al 2006), dice Roberto Marchesi "sono successe così tante cose, e talmente importanti, sia in Italia che nel mondo, che di per sè il dato non sarebbe estremamente importante. Non per tutti i Paesi del mondo, ma sicuramente per quanto riguarda i Paesi sviluppati delle democrazie potremmo dire che oggi è un mondo completamente diverso da quello che c'era nel 1988. Considerando però che il numero degli elettori ai quali è stata inviata la scheda elettorale nel 2006 è quasi uguale a quello degli italiani "scomparsi", si può certamente ritenere che una perdita di circa il 50% è in ogni caso 'impressionante' e non può essere lasciata senza spiegazioni convincenti". Secondo Ermanno Filosa "Alcuni sono certamente morti, è un fatto naturale; altri sono stati depennati dagli elenchi per criteri strani e capziosi". Giovanni Abbadessa, un giovane ricercatore italiano fondatore  di PrometeoNetwork, un gruppo che raccoglie oramai molti giovani ricercatori italiani all'estero, i famosi cervelli in fuga, parla di "scomparsi", esprimendo "scetticismo nel reale impegno posto dagli impiegati che dovevano di volta in volta fare i conti, o dubbio nella loro buona fede, dal momento che gli errori sembrano più palesi ed orientati nello stesso senso, in prossimità delle elezioni". Secondo Giuseppe Bea "E' una cifra impressionante merita come ho suddetto un'approfondimento serio e alla luce del sole, intanto i nostri parlamentari protrebbero fare una interpellanza urgente ai Ministri competenti". Massimiliano Lacota è più cauto e dice che "Bisogna innanzitutto chiedersi quali e quanti dati già allora corrispondevano al reale numero di connazionali all'estero!". Walter Petruzziello non crede che "2.664.304 italiani sono morti tra 1988 e 2006. Quello che può essere accaduto è la cancellazione di molti di questi nominativi dall'anagrafe per motivi che posso essere discussi, come per esempio indirizzi e nome sbagliati". Certamente la mobilità naturale dei cittadini all'estero "non può giustificare la scomparsa di oltre due milioni e mezzo di cittadini." dice Leonardo Kosarew. "La sensazione è che i dati precedenti al 1988 fossero ancor più inaccurati di quelli odierni e, quindi, abbiamo assistito ad un lento processo di correzione negli ultimi 20 anni".

Non sono in grado di verificare questo dato in questo momento, dice Vitaliano Vita, "ma posso confermare che la nostra indagine post elezioni 2006 accertò che erano stati depennati centinaia di migliaia di elettori... e che una ulteriore indagine diretta a confrontare le differenze numeriche tra gli elettori delle politiche 2006 e quelli che parteciparono al successivo referendum furono sconcertanti: nel giro di poche settimane scomparvero centinaia di migliaia di italiani, mentre il numero degli elettori che non furono in grado di votare a causa di errori di indirizzo rimase altissimo.... Allora? Noi abbiamo predisposto sei interrogazioni parlamentari per conoscere la loro sorte".

A questo punto, è legittimo parlare di etnocidio? e si tratta di etnocidio voluto o casuale?

Se le cifre fossero confermate "ci troveremmo veramente di fronte ad un 'Etnocidio' continuato e deliberato" dice Giuseppe Bea. Dal punto di vista politico, l'etnicidio, si era gia verificato di fatto, afferma Vitaliano Vita "quando per darci il voto, fu ridotta la nostra rappresentatività, fu deciso che per eleggere un nostro parlamentare necessitavamo un numero di voti quattro volte superiore a quello necessario ai residenti in Italia....diritto che si può recuperare se l'elettore estero vota in Italia! Sembra una favola! Eppure sono normative che trovano i loro principi nella Costituzione italiana (art. 567). Ma non è certamente l'unica discriminazione nei nostri confronti realizzata con il concorso delle leggi ... vedi la pensione sociale non estensibile ai connazionali indigenti emigrati all'estero: anche in questo caso, il diritto si puo recuperare se il cittadino fa rientro in Italia, si presta a un disumano sradicamento sociale... Ora stabilite Voi se tali situazioni sono volute o casuali! ". Cauto Leonardo Kosarew il quale afferma che parlare di etnocidio è una drammatizzazione, "sono convinto che, a causa della mancanza di adeguati mezzi tecnologici, i dati ante 1988 fossero assolutamente sbagliati. Quindi non parlerei di etnocidio nè tantomeno di premeditazione in questo caso".

Più o meno sulla stessa linea Walter Petruzziello: "Non vorrei dire che si tratta di etnocidio il fatto che accadono delle eliminazione delle liste AIRE o che si discuta dei cambiamenti normative sulla cittadinanza e non vorrei nemmeno vedere che i nostri parlamentari facciano dei cambiamenti togliendo i diritti di che gli ha già ottenuti. Sarebbe un suicidio sul punto di vista costituzionale. In caso ci fossi una nuova legge sulla cittadinanza che non permetta ai cittadini già nati di ottenere il riconoscimento della cittadinanza andrei subito alla Corte Costituzionale contro tale disposizione. Se vogliamo cambiare la legge lo facciamo rispettando i diritti acquisiti. Quanto all´eliminazione preferisco credere a un fatto puramente casuale ma anche di incompetenza".  Massimiliano Lacota afferma che si può trattare di un etnocidio "credo che possa essere sia causale che premeditato, proprio in considerazione del fatto che l'iscrizione e la cancellazione di ogni cittadino dalle liste AIRE è assolutamente libera. Dovrebbe essere, invece, in qualche misura obbligatoria, altrimenti non ha un gran senso, se non quello, appunto strumentale". Secondo Giovanni Abbadessa, il termine etnocidio "è provocativo e solo concettuale; qualcuno diceva che a pensar male si sbaglia raramente...". Per Anna Foschi, più che di etnocidio si tratta "soprattutto 'imbranamento' e incapacità".

Ermanno Filosa compie una dettagliata analisi "Esiste un principio generale ben consolidato dalla prassi: quando si toccano questioni inerenti alle vicende elettorali, nulla è causale. I meccanismi elettorali, in sistemi che si dichiarano democratici, sono la fonte del potere" afferma. "Certo, è premeditato. È la messa in opera di un disegno, per realizzare fini che sono conosciuti solamente 'dagli architetti' che hanno avviato l'apparente disordine. Vi è tanto 'ordine' in questo incredibile disordine. Chi sono? Si possono fare varie ipotesi. Certamente vi sono forze in Italia che tentano di togliere peso al valore della rappresentanza democratica degli italiani residenti all'estero; sono orientamenti cultural-politici che attraversano tutti gli schieramenti, e gli italiani all'estero vengono visti come una vera e propria 'scocciatura'. Ed è un errore, perchè il ruolo della comunità italiana all'estero può essere importante per sviluppare il Sistema-Italia; ma nel Sistema -Governo italiano non esistono purtroppo le adeguate 'intelligenze strategiche' per comprendere come possa essere utilizzata la potenzialità della italianità all'estero per sviluppare il progresso ecomonico e culturale in Italia. È mancato, a mio modesto avviso, un autentico interesse morale e culturale, direi emozionale, per studiare in profondità e con volontà creativa, la grande prospettiva che possono offrire gli italiani all'estero per rafforzzare e sviluppare il mondo economico italiano. Si è fatto fin adesso retorica pomposa. Gli italiani all'estero non sono tutti menefreghisti, o cialtroni, o ignoranti; ma i bacchettoni, i dinosauri della burocrazia siedono nelle stanze romane. Da costoro non aspettiamoci un grande contributo per approfondire le immnse potenzialità del mondo degli italiani all'estero. Ed ecco allora che prevale il carattere della incapacità di 'guardare al di là della collina' e di cogliere i significati della presenza italiana sparsa nei cinque continenti".

"Fermo restando che di etnocidio non si tratta" afferma Paola Cecchini, "lascerei poco spazio alla casualità perché la cifra menzionata non permette di pensarlo". Anche secondo Roberto Marchesi il vocabolo 'etnocidio' è troppo forte. "E' vero che ci troviamo di fronte alla sparizione di milioni di elettori, ma per fortuna si tratta solo di una sparizione 'burocratica', non della sparizione vera, fisica, alla quale il vocabolo si riferisce, e di cui la storia, anche dopo Hitler, ci ha dato brutale testimonianza. Sparizione premeditata o casuale? Secondo me ci stanno entrambe, ma credo che, almeno per quanto riguarda la grandezza numerica, prevalga la casualità".

Secondo Massimo Seracini il caos dei numeri AIRE è semplicemente il frutto e la conseguenza di un problema che non interessava politicamente "fino a ieri l'altro (quando il voto estero è stato determinante per il Governo Prodi) ad entrambi gli schieramenti. Il voto estero è stato voluto solo da Tremaglia, che ne aveva fatto il punto cruciale della sua vita politica, e gli è stato concesso con una sufficienza colpevole nell'organizzazione dello stesso da parte della burocrazia statale. Anche lui  (Tremaglia) è per me colpevole di negligenza in quanto come Ministro e parlamentare di lungo corso avrebbe dovuto conoscere e quindi prevenire ed intervenire in tempo, ha avuto quattro anni per agire,  il caos AIRE. Forse era così sicuro di prendere per la sua lista la fetta maggiore dei 18 parlamentari in gioco, che non si è impegnato come avrebbe dovuto e potuto, considerando che faceva parte dell'Esecutivo che avrebbe gestito l'elezioni!".

Non credo ci sia del dolo, dice Mimmo Porpiglia "conoscendo, purtroppo, come si lavora nei Consolati, e non per colpa degli impiegati ma per scarsità di personale, può darsi, ripeto, può darsi che nel tempo, piano piano siano 'spariti' tanti nominativi. Per quella noncuranza tipica della pubblica amministrazione nostrana... dove i nostri concittadini il più delle volte sono trattati come l'ultimo degli uscieri...Purtroppo bisogna fare autocritica perchè è un pò anche colpa nostra, dell'informazione, anzi della disinformazione. Dovremmo parlare di più con i nostri concittadini, e spiegare anche quali sono i loro diritti... Nello stesso tempo il Mae e gli altri organi preposti dovrebbero inviare a giornali, radio, televisioni, insomma a tutti gli organi d'informazione dei comunicati più precisi, pretendendo la loro pubblicazione, e non come accade oggi che soltanto in occasione di referendum o votazioni si sveglia qualcuno proponendo pagine di pubblicità rivolte ai cittadini".

Le file ai Consolati brasiliani (500 mila oriundi che stanno aspettando la cittadinanza) e la nuova legge sulla Cittadinanza in discussione al Parlamento, e sulla quale proprio recentemente si sono scatenate le polemiche (a partire dalla denuncia dell'Onorevole Salvatore Ferrigno, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione America Settentrionale), ha qualche attinenza con quanto accaduto sulle liste AIRE e sul possibile etnocidio elettorale?

Vitaliano Vita dice: "La risposta l'hanno data autorevoli rappresentanti politici nel corso della intervista di sabato sera 23 giugno scorso organizzata da Rai International...ove è stato detto, a proposito del riacquisto della cittadinanza italiana e delle attese di centinaia di migliaia di richiedenti... che gli 'italiani d'Italia' devono vigilare, perché non si verifichi che l'influenza politica degli elettori residenti all'estero possa aumentare e condizionare la politica italiana... sic ! come se fossimo una congregazione a parte, con un proprio Credo... anche se poi è stato dimostrato il contrario, ossia che 'quegli' italiani all'estero che dovevano confermare la loro appartenenza ad un determinato schieramento politico, sono proprio quelli che nel confronto...hanno preferito tenere in piedi l'altra parte..." E Vita prosegue affermando che "etnicidio è un termine sarcastico ... per dare una definizione a coloro che coscientemente ci utilizzano per far quadrare i loro conti... per propria convenienza ed opportunità ....".

Il caso denunciato dall'Onorevole Ferrigno, afferma  Leonardo Kosarew "non lo inserirei in questo discorso, un pò per i motivi che ho appena esposto e molto perchè trae spunto da una vicenda attuale e gravissima: il ricatto politico sull'accorpamento delle due leggi relative una al diritto del Riacquisto ed una all'Acquisto della cittadinza. Non è certamente possibile paragonare le due cose e mettere in qualche modo sullo stesso piano i nostri concittadini che, per i motivi più svariati, hanno rinunciato alla cittadinanza italiana, con gli stranieri che intendono acquisire la stessa, con modalità e principi che mi vedono fortemente dissenziente. E' l'ennesima dimostrazione che il cittadino italiano, una volta fuori dall'Italia, diventa un cittadino di serie B e questo lo trovo scandaloso". Anche secondo Walter Petruzziello "la cancellazione di nominativi dell'anagrafe si può paragonare con quelli che stanno in lista aspettando il riconoscimento. Sono due cose diverse. Il primo ha già un diritto riconosciuto e può verificare perché non risulta inserito nelle liste elettorale e nell'anagrafe in quanto che il secondo deve aspettare che la burocrazia, la mancanza di struttura, la poca volontà, in alcuni casi, riconosca un suo diritto. Tutti i due casi sono seri ma direi che è più serio il caso di chi viene "depennato" della lista elettorale". Quasi dello stesso avviso Massimiliano Lacota, il quale dice "No. Certo, gli interessi dei parlamentari italiani eletti nelle circoscrizioni all'estero sono naturalmente quelli di avere il massimo del numero di cittadini italiani votanti e quindi certe prese di posizioni si inseriscono perfettamente in questo puzzle. E' altrttanto chiaro che questo può creare difficoltà e opposizione in ambienti opposti...".

Giuseppe Bea  afferma di augurarsi che la legge sulla cittadinanza "venga modificata poichè i circa 900.000 richiedenti della cittadinanza, quasi tutti da Brasile ed Argentina, con le assurde modalità previste non faranno altro che aumentare la confusione; e poi quali sono i motivi veri per i quali una persona di seconda ma anche di terza generazione dovrebbe chiedere la cittadinanza italiana?".

E' sotto gli occhi di tutti, dice Ermanno Filosa. "Ho letto sul portale ItaliachiamaItalia la denuncia dell'Onorevole Salvatore Ferrigno. Esiste un ricatto da parte del Governo Prodi, la proposta di legge sulla cittadinanza da riconoscere agli Italiani residenti all'estero viene mescolata con l'altra proposta , cioè quella per dare la cittadinanza agli immigrati in Italia.Che c'entra?!.È evidente che sono due mondi diversi, due opposte problematiche. Si dice 'Chi nasce italiano , ha il diritto di morire italiano', è una frase che sta facendo il giro del mondo nella emigrazione italiana. Eppure si vuole fare di tutta l'erba un fascio.Vi è il timore evidente, nel Governo di centro-sinistra che gli oriundi italiani acquistando al cittadinanza darebbero sostegno politico a partiti non di centro-sinistra?. È una preoccupazione evidente. L'Onorevole Ferrigno ha in mano una bella battaglia parlamentare,e sono convinto che alla fine la spunterà, ed allora piu' intenso sarà lo etnocidio elettorale per gli italiani all'estero. Dobbiamo tutti aprire gli occhi, vi è chi ha messo in marcia una macchina di possibile devastazione antidemocratica, e di attentato alle istituzioni e ai diritti Costituzionali. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sarà chiamato a difendere i diritti costituzionali sacrosanti degli Italiani residenti all'estero e tutelare il mantenimento della democrazia nelle istituzioni italiane".

La riforma della legge sulla cittadinanza italiana all'esame del Parlamento ha ben poco a che vedere con le problematiche degli italiani all'estero, secondo Roberto Marchesi, "e soprattutto di quelli del continente americano. Essa guarda soprattutto a come naturalizzare le decine di migliaia di immigrati provenienti soprattutto dall' Africa, dall'Europa dell'est e dall'Asia". Secondo Massimo Seracini, non c'è un disegno preciso "per colpire e penalizzare gli italiani nel mondo e sopratutto i meno fortunati del sud America. E', secondo me, come ho spiegato, il solito menefreghismo all'italiana: 'occhio non vede, cuore non sente'! Per questo l'opera dei parlamentari eletti è essenziale e vitale per portare e riportare l'attenzione del mondo politico su tutti i nostri problemi e sopratutto su questo delle regole del gioco democratico".

Un nesso ce lo vede forse Mimmo Porpiglia, "forse sì, ma vi rendete conto che c'è gente che aspetta già da anni e che ha appun tamenti fra quattro o cinque anni? Secondo me bisogna assolutamente rivedere la legge. Perchè questa corsa alla cittadinanza presenta senza dubbio anche aspetti truffaldini . Quante agenzie o pseudo intermediari si stanno muovendo? Possiamo veramente pensare che un milione e più di persone improvvisamente colpiti da amore italiano decidano di chiedere la cittadinanza? E per quale ragione? Non tutti lo fanno per Amor Patrio come voleva il comandante Russo, l'eroe della nostra marina militare morto proprio ieri in Florida e che ha sempre chiesto di 'essere sepolto nella bandiera italiana con la sua sciabola....' Un eroe vero che aveva combattuto e onorato il nostro Paese ricevendo ben 14 medaglia al valore, una d'argento, ed è morto senza che la sua preghiera fosse stata esaudita...A questo proposito lancerei un quesito, su tutti gli organi d'informazione, comprese radio, tv e altro: perchè vuoi il passaporto italiano? sarebbe interessante conoscere le risposte".

Rocco Caporale nel suo servizio parla delle 'inerzie' del mondo politico e pseudo-politico (CGIE e COMITES) degli italiani all'estero, parla dei "membri di questi enti eletti con una manciata di voti di amici e conoscenti", e sostiene  dunque meno elettori ci sono meglio è.

Secondo Massimiliano Lacota "è una analisi molto giustificata, anche se piuttosto che parlare di inerzie, parlerei di clientelarismo della peggior specie, in molti casi". No non credo questo, dice Giuseppe Bea, "il mio giudizio è peggiore: c'è molta incapacità in giro CGIE e COMITES poi discutono del sesso degli angeli e non affrontano le questioni reali, tipo l'anagrafe degli italiani all'estero, perche sono prigionieri delle logiche e degli interessi delle Amministrazioni dei vari ministeri che gestiscono queste problematiche. Ci vuole una seria riforma del Cgie e dei Comites che liberi questi organismi dai lacci delle Amministrazioni soprattutto Esteri e Consolati". Secondo Giovanni Abbadessa "è anche vero che ad alcuni italiani all'estero non importa esser censiti; credo che la risposta la si otterrebbe scoprendo quanti italiani 'scomparsi' si sono lamentati".

"Nel '95 il CdP del Cgie, di cui ero membro, preoccupato per le mie denunce sui risultati Aire e le discrepanze con le anagrafi consolari, mi incaricò di svolgere una indagine con i mezzi informatici a mia disposizione per verificare lo stato dell'anagrafe consolare delle nostre Comunità all' Estero" racconta Vitaliano Vita. "Ebbi l'autorizzazione della Direzione Generale e finalmente, dopo un anno, il Consolato Generale di Caracas acconsentì ... riuscii a fare una analisi dei dati anagrafici della circoscrizione di Caracas e risultò che il 72% degli iscritti non era indirizzabile in caso di elezioni... Il Cgie, sulla base delle risultanze, fece pressione, sostenendo che doveva essere il Mae (i Consolati) ad incaricarsi delle bonifiche, che dovevano essere senza alterazioni di sorta assimilate dai Comuni italiani e registrate negli elenchi degli elettori. Di lì a poco furono stanziate altre somme per bonificare l'Aire, con la raccomandazione di eseguire gli allineamenti nelle sedi consolari ...ove, con la collaborazione della rete onoraria, delle scuole, associazioni e patronati, si sarebbe potuta raddrizzare la situazione, integrando i dati mancanti e correggendo quelli errati. E' noto però che furono seguite altre strade, altri criteri ... che gli 'esperti' chiamati a svolgere questa operazione furono impiegati, pare, in altre urgenti funzioni. Insomma le cose rimasero come prima, tanto che per votare nel 2006 si dovette inventare la operazione mailing per accertare il numero degli iscritti all' Aire... operazione che, suffragata da altre iniziative comportò tuttavia la eliminazione di milioni di connazionali, ovvero dell'etnicidio. I Comites hanno cercato di dire la loro, ma condizionati e subordinati come sono dal potere 'Romano', si sono dovuti allineare alle superiori decisioni, in molti casi senza rendersi conto della gravità e delle conseguenze che ha l'Aire sul rapporto con il nostro Paese".

Certamente CGIE e COMITES andrebbero completamente ed interamente rivisti, afferma Leonardo Kosarew  "così come sono, non assolvono a nessuna funzione e sono inutili se non dannosi. Nello specifico, è possibile che qualcuno possa aver fatto il calcolo supposto dall'autore dell'articolo ma alla fine, credo, che si siano 'solo' limitati a non fare nulla, o molto poco, per rendere i dati affidabili". Walter Petruzziello su questo punto è determinato: "Non si può incolpare il CGIE o i Comites sulla questione della cittadinanza o delle file. Io stesso come Consigliere CGIE mi sono sempre battuto per il miglioramento dei servizi consolari, per un aumento dell'organico, ecc... e non ho mai visto un Consigliere CGIE manifestarsi contro questi argomenti. Credo, pero, che il grande errore del CGIE sia difendere posizioni isolate e non collettive. Spiegando meglio significa che dovevamo richiedere soluzioni per i problemi più gravi uno alla volta e non parlare di tutti I problemi del mondo perché cosi il Ministero degli Esteri aveva sempre la scusante di mancanza di fondi". Quasi dello stesso parere Ermanno Filosa: "Osservo, come in questo caso, che il Professor Rocco Caporale, autore del vostro servizio, sia scivolato su un giudizio non corrispondente alla realtà. Non mi risulta, da mia esperienza personale in qualità di Presidente del Comites della repubblica Dominicana e Haitì, Giamaica, di essere mai stato coinvolto nella formazioni delle liste Aire del Consolato. Nessuno mai mi ha consultato. E quando ho fatto qualche tentativo 'per capire' come andavano le cose in consolato in tale tema, mi è stato risposto. 'noi abbiamo rapporti con roma , e a Roma rispondimo'. Che dire, allora! È ingenua poi l'affermazione 'membri di questi enti eletti con una manciata di voti di amici e conoscenti', che dunque meno elettori ci sono meglio è?; è vero il contrario: più vasto è il corpo elettorale, più consistente appare la partecipazione politica-associativa, più consolidati sono i convincimenti ideologici, e quindi piu agevole per il candidato confrontarsi con gli elettori sul piano cultural-politico e delle proposte, anzicchè sul piano delle amicizie e delle consortesie, del faticoso e costoso clientelismo spicciolo, che animano il corpo elettorale ristretto. Sul giudizio che i Comites sarebbero un 'mondo pseudo-politico' sarei più cauto. Il Comites è presidio sul territorio vitale per conoscere la realtà e la problematica degli italiani all'estero. Il Comites è la rappresentanza della Comunità Italiana nei confronti della realtà Diplomatico-consolare,è un ente pubblico, e ha un ruolo chiaramente politico, considerato che i suoi menbri sono eletti dagli italiani residenti all'estero.Senza Comites, gli italiani all'estero non avrebbero nei Paesi di residenza una voce. Sarebbero muti, e senza difese, anche dinanzi a volte ai disservizi dei Consolati. La questione è un'altra: è urgente avviare una profonda riforma dei Comites, prima delle prossime elezioni che si terranno nella primavera del 2009. Deve essere chiarito fino in fondo, la qualità del rapporto con l'autorità diplomatico-consolare, e gli obblighi di questu'ultima nei confronti del Comites; e poi definire con più precisione la funzione operativa 'in forma indipendente' dalle Ambasciate e dai Consolati.Se ciò non si farà, i Comites saranno la tomba dei buoni propositi e delle illusioni frustrate. Ecco : nell'ambito della riforma, potrebbe essere assegnato ai Comites la funzione della formazione delle liste Aire, assegnando a questo organismo un personale adatto anzicchè assegnarlo ai consolati, visto che poi quel personale fa tutto , all'interno dei consolati, meno che occuparsi delle liste Aire.E sono in preda alla autorità degli Ambasciatori, che spesso fanno il gioco del Re di Prussia. Questo è un aspetto che non è stato messo ben in luce dal prof Caporale, senza togliere niente alla ottima qualità della sua relazione. 'La madre di tutte le battaglie', chiama la riforma dei Consolati Gian Luigi Ferretti , come dargli torto? Se i consolati funzionano, il 90% dei problemi degli italiani all'estero è risolto. Anche qui , è necessaria una riforma radicale. E solo chi per oltre 20 anni sbatte, come chi scrive, il muso alla porta dei Consoalti e delle Ambasciate, sa prospettare la portata della Riforma.Indispensabile.Urgente. Improrogabile. Ne va della dignità del Sistema-italia, e dei destini degli italiani residenti all'estero".

Per Roberto Marchesi, "il problema non è dato dal cercare di avere un basso numero di elettori, in quanto questo, da solo, non può garantire nessuno. Il problema è che non si tratta di 'inerzie' ma di veri e propri 'intrallazzi', chiamiamoli col loro nome proprio. Questo è il male profondo della democrazia, e siccome da noi in Italia è un male addirittura in crescita, c'è davvero poca speranza di risolvere i problemi mentre la febbre è alta. E' solo una pia illusione. Forse grazie alla buona volontà di qualche parlamentare serio si potrà trovare qualche palliativo tollerato dai padroni del gioco". Se domani tutti quelli che legalmente hanno diritto potessero votare, afferma Massimo Seracini "i numeri dei risultati elettorali dei Comitres, del CGIE e delle politiche cambierebbero drammaticamente ed i giochi e giochini fatti fino ad oggi sarebbero automaticamente obsoleti e superati".
Afferma Mimmo Porpiglia. "Sì, è così. Purtroppo salvo pochi casi, i nostri cosìdetti rappresentanti pensano più al proprio tornaconto che ai bisogni della collettività. Leggiamo per esempio i voti che hanno preso i Comites. Nella circoscrizione di Miami, per esempio, quasi tutti i membri sono stati eletti con poco più di cento voti e il presidente con 400. Su dodicimila aventi diritto al voto. E si presentò una sola lista...Lasciamo poi alla magistratura americana e italiana il compito di appurare le violazioni della legge in cui sono occorsi - falso ideologico, diffamazioni varie e altro - e continuano a perpetrare. Basti pensare che invece di attivarsi su fatti seri come questo, pensano a mandare in giro un bollettino su carta patinata di 4 paginette spendendo circa 20mila dollari l'anno".

Sarebbe corretto a questo punto sostenere che gli 'scomparsi' dalle liste, oltre due milioni, e gli oriundi che chiedono invano la cittadinanza, sono parte di uno stessa realtà, ovvero di una realtà che se emergesse sarebbe una garanzia di democrazia nel contesto politico-istituzionale degli italiani all'estero (impedirebbe i fittizi poteri di soggetti eletti da amici grazie al quorum basso) e uno strumento indiretto e immediato per fare 'pulizia' nel mondo degli italiani all'estero?

"Certo" dice laconico Giovanni Abbadessa. E Massimiliano Lacota la ritiene si, "una analisi, far altre, condivisibile". Io credo in una cosa molto semplice, dice Giuseppe Bea "chi ha il diritto al voto lo deve poter esercitare se non viene messo in queste condizioni allora si parliamo di grave 'vulnus' alla Democrazia".  Più vasto è il corpo elettorale, ribadisce Ermanno Filosa, "più incisiva è la selezioni degli eletti. È una regola generale. Si quindi, la affermazione insita nella domanda è corretta". Secondo me, afferma Vitaliano Vita, "la cosa piu corretta da fare è chiedere al Ministro che fine hanno fatto i connazionali che sono stati depennati, almeno nell'ultimo periodo, si tratta di qualche milione: sono tutti morti o sono tornati in Italia? O semplicemente sono stati iscritti nuovamente nelle liste dei comuni di origine ...? E quali domicili e residenze gli vengono oggi riconosciute dall'Aire? Chi ha votato per loro? Risiedono ancora all'estero?". La garanzia di democrazia nel contesto politico-istituzionale degli italiani all'estero si costruisce in Italia, afferma Leonardo Kosarew  "poco importa quanti siano i soggetti con il diritto di voto. La realtà è che coloro che lasciano il Paese diventano dei paria, abbandonati da tutto e da tutti: è questo l'aspetto sul quale si deve lavorare. Il mondo degli italiani all'estero è complesso, con una percezione della terra d'origine legata ai propri ricordi ed alle notizie che giungono dai propri cari, rimasti in Italia. Non è possibile relegare i sentimenti e la dignità dei nostri connazionali all'interno di beghe di potere e di pulizia: per risolvere questi ultimi bastano degli strumenti "accorti" che impediscano brogli e manipolazioni. Per i sentimenti invece, bisogna lavorare con serietà avendo ben chiaro il concetto che chi ha lasciato l'Italia, lo ha fatto contro la propria volontà, per cercare un futuro migliore quando la 'loro' Italia non aveva nulla da dare. Quindi, in realtà, l'Italia ha tolto loro e spetta ai politici rendere loro ciò che gli spetta: l'orgoglio di essere comunque italiani".

La questione elettorale non passa solo attraverso il problema della cittadinanza ma anche attraverso l´informazione, afferma Walter Petruzziello spostando il problema. "Abbiamo visto che i numeri di cittadini che hanno votato non sono un numero che faccia impressione. In alcuni parti hanno votato meno del 50%. Allora dobbiamo farsi che quelli che ottengono il riconoscimento della cittadinanza italiana si senta parte del sistema Italia ed in conseguenza della sua politica. Dobbiamo anche fare conoscere a questa gente cosa significa la politica italiana, come si vota, quale sono i partiti, ecc... solo cosi avranno volontà di partecipare".
I milioni di scomparsi non sono dovuti solo agli intrallazzi, riprende Roberto Marchesi "ma che gli intrallazzi ci siano non è nemmeno una novità. Quello che la gente forse non sa è che in realtà sono molto più diffusi di quanto non si creda. Relativamente agli oriundi (non solo Brasiliani) che aspirano alla cittadinanza occorre però fare un pò di chiarezza e dire le cose come stanno: non si può dare la cittadinanza a milioni di individui in un colpo solo. La cittadinanza contempla diritti inalienabili (sanità, pensioni, ecc.) che per lo Stato hanno un grave costo. Non si può pensare che tutti quelli che chiedono la cittadinanza lo fanno solo per motivi sentimentali, bisogna pensare invece che, magari non tutti, ma sicuramente molti, lo fanno pensando di trasferirsi veramente in Italia. A quel punto lo Stato italiano non può dire che ha scherzato, se ha concesso dei diritti, li dovrà onorare. Già esso (lo Stato) non riesce ad onorare compiutamente il diritto di ogni cittadino al lavoro, sancito dalla Costituzione, figuriamoci se può allargare le maglie della rete con decisioni poco ponderate. Quello della cittadinanza è un problema serio che va affrontato seriamente tenendo conto di tutti gli aspetti positivi e negativi e valutando bene tutte le compatibilità".

Sì, siete nel giusto, afferma Mimmo Porpiglia. "Biosgna fare pulizia, E mi chiedo cosa ha fatto fino ad oggi il Mae e in particolare la direzione degli italiani nel mondo, se non inutili interventi di facciata...Basti pensare che esistono denunce alla magistratura che il Mae ignora o fa finta di ignorare commettendo anche un evidente omissione di atti d'ufficio, un reato penale".

Chi ha paura di questa 'emersione'? E le responsabilità del CGIE, dei Comites, del Ministero degli Affari Esteri? Il problema sollevato da Rocco Caporale Roma può decidere di ignorarlo?

Secondo Vitaliano Vita "Il lavoro svolto dal Professor Caporale è straordinariamente importante, perché conferma (super partes) che quanto denunciato dagli addetti ai lavori è fondato ... che esiste un problema istituzionale da sanare... L'art. 48 della Costituzione per assicurare l'effettività dei requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto, ha istituito la Circoscrizione Estero...che dovrebbe assicurare il controllo e l'amministrazione delle operazioni connesse al voto, come il numero degli elettori, l'età ,il domicilio,la residenza ecc... Prescrizioni costituzionali che, dopo anni dalla loro approvazione, non sono state prese in alcuna considerazione, tanto che la circoscrizione estero non ha una rappresentanza né una sede ,né sono state fissate le competenze per assicurare il suo ruolo e le sue funzioni super partes ... sarebbe troppo essere autonomi, come accade alle altre comunità regionali italiane! Lo studio del Professor Caporale può incidere notevolmente su una responsabilizzazione dei problemi connessi, che ormai dovrebbero essere di competenza anche dei nostri rappresentanti in Parlamento, circostanza che mi auguro sia presa in seria considerazione dalle commissioni parlamentari appena costituite". In quanto al silenzio romano, "Noi abbiamo raccolto le nostre ricerche e conclusioni in 40 pagine di scritti, mentre abbiamo pronte 6 interrogazioni parlamentari da rivolgere ai ministeri competenti per saperne di piu'! Se riuscirete a sollevare il polverone e l'interesse dei nostri rappresentanti politici, siamo pronti a dare la nostra collaborazione e se necessario a fare un viaggio a Roma, per accertare dove sono finiti gli elettori esclusi... quanti sono gli elettori appartenenti alla popolazione residuale... che utilizzati a proposito ... ci è stato impedito di conoscere e verificare, ma siamo disposti anche ad incontrare il Professor Caporale per confrontare i dati impiegati ed i metodi da noi seguiti per raggiungere i nostri risultati" conclude Vitaliano Vita.

Credo che sia abbastanza chiaro che, come il diritto di voto accelareto agli immigrati in Italia sia spinto dalla sinistra che pensa di averne un vantaggio, "un'eventuale emersione di ulteriori aventi diritto al voto possa avvantaggiare il centro destra. Quantomeno in quei Paesi come quelli Nord Americani, dove il centro destra ha piu' presa come approccio politico-culturale" afferma  Leonardo Kosarew  "Ci sono parecchie responsabilità per una cattiva gestione dei dati, per l'approccio dilettantistico nel lavoro di censimento, ma non credo ci siano responsabilità politiche. Mi lasci una considerazione di ordine pratico: chi, come me, sapeva di poter esercitare il diritto di voto ma non risultava iscritto alle liste oppure non aveva ricevuto il plico, poteva tranquillamente rivolgersi al Consolato per risolvere il problema. Molti non lo hanno fatto per mancanza di informazione e chi lo ha fatto si e' trovato in difficolta' a causa della carenza di organico della rete consolare. Ecco quali sono i problemi sui quali bisogna lavorare: sono i servizi da rendere ai cittadini residenti all'estero. Tante parole sono state spese in campagna elettorale, anche in buona fede: oggi si allargano le braccia e si spera che non ci si ricordi delle promesse. Ecco dove vanno cercate le responsabilita': sono le inefficienze le piu' grandi responsabili del caos denunciato dal Professor Caporale. Roma non può ignorare questa denuncia poichè stiamo parlando della garanzia di esercizio di un diritto garantito dalla Costituzione. Se lo facesse sarebbe l'ennesimo affronto agli italiani all'estero e l'ennesimo atto scriteriato di questo Governo".

Walter Petruzziello afferma: "Ho sentito parlare che parlamentari italiani non vogliano il riconoscimento delle cittadinanze di tutte queste persone in Sudamerica, perché sarebbero costretti a cedere posti in parlamento alla Circoscrizione estero principalmente alla Circoscrizione America Meridionale. Innanzi tutto per dovere di onestà devo dire che personalmente non ho sentito nessun parlamentare italiano difendere questa ipostesi e dopo dobbiamo capire che il numero di parlamentari eletti all´estero è fisso e previsto in legge e per cambiare il numero di parlamentari si deve cambiare la costituzione il che non sarebbe cosi semplice". Decisamente pessimista Massimiliano Lacota il quale ritiene che Roma ignorerà la denuncia del Professor Caporale. E pessimismo anche da parte di Giovanni Abbadessa, il quale parla di volontà di Roma a far cadere nel vuoto il lavoro del Professor Caporale. "Per secoli Roma ha assorbito proteste e proposte, manifestazioni, segnalazioni di gravi inconvenienti, e il Colosseo non è crollato.E i Barbari ce lo hanno dimostrato" afferma Ermanno Filosa. "Il Professor Rocco Caporale, ha il grande merito di aver suonato con forza e chiarezza un campanello di allarme indirizzato a tutta la comunità italiana; adesso la presa di coscienza diverrà più intensa, e si muoveranno con incisione diverse iniziative nel mondo delle associazioni degli italiani all'estero. Le forze politiche, comprenderanno forse che all'estero ci sono italiani maturi e intelligenti, preparati, e capaci nello avviare una analisi profonda e articolata. Si farà certamente più alta la soglia di attenzione verso la tematica che trattiamo, e forse i Partiti Italiani faranno qualche smorfia di scocciatura in meno quando verranno trattati tematiche che interessano le sorti degli italiani all'estero. E sarà sempre tardi, per i dirigenti dei Partiti italiani, comprendere che una parte del futuro della Italia è legato alle sorti degli italiani all'estero" conclude Filosa.

Riguardo alle affermazioni di Caporale di rassegnazione dei parlamentari eletti all'estero sulla possibilità di realizzare un effettivo censimento di qualità, afferma il Senatore Edoardo Pollastri "da parte dei senatori e dei deputati eletti in America Latina non vi è certo alcun tipo di rassegnazione, ma una maggiore volontà di indurre il governo ad una totale ricognizione sui dati degli italiani all'estero. Proprio questa mattina, nel corso della conferenza stampa del viceministro Danieli alla Farnesina in merito alla carta d'identità europea, è stato chiaramente affermato che si sta procedendo all'allineamento dei dati consolari con quelli del Ministero dell'Interno. Faremo monitoraggio continuo su quanto formalmente promesso". L'analisi del Professor Caporale è ritenuta una "utile provocazione da non far cadere nel vuoto" da parte di Giuseppe Bea.
I vari gruppi locali di potere, afferma Paola Cecchini "quali Comites ed altri, anche se in buona fede, sono comunque colpevoli di mancata vigilanza e di controllo che in casi come questo costituiscono colpa grave, dato che si tratta di organismi nati a favore degli interessi degli taliani all'estero. Fermo restando ciò, la responsabilità finale é ascrivibile al Gverno. Ritengo che Roma non possa e non debba ignorare questa denuncia, ma ho difficoltà a credere che un articolo, seppure documentatissimo come quello del Professor Caporale, possa costituire in questo momento un problema politico per il Governo,  tutt'altre faccende affaccendato. Concordo infine con quanto il Professor Caporale dice a proposito della soluzione del problema: il lavoro si potrebbe fare relativamente facilmente, dati i mezzi di cui disponiamo oggigiono.. L'articolo lascia sbigottiti...ed anche un pò tristi".

Massimo Seracini assicura  e conclude: "Roma reagisce solo se motivata dal rumore della nostra protesta legittima che deve arrivare sui media nazionali ed in tutte le segreterie dei partiti per essere efficace. Mi impegno modestamente, ma concretamente, come è mia abitudine di imprenditore prestato alla politica, a fare la mia parte per promuovere il nuovo Censimento. Sul mio sito www.massimoseracini.org presenterò dalla settimana prossima una Petizione sull' "Etnocidio Elettorale degli italiani all'estero: la richiesta di un nuovo, vero Censimento", come primo passo per gettare il sasso nello stagno dell'indifferenza dei politici e delle Istituzioni".

Roberto Marchesi conclude dicendo che "Quella sollevata dall'amico Rocco Caporale è una denuncia importante suffragata da uno studio molto serio e documentato, ma per creare un 'problema politico' capace di impensierire le forze politiche romane ci vuole ben altro.  La tecnica usata non sarà quella di 'ignorare' -troppa gente è coinvolta, si rischia la protesta e l'impopolarità- la tecnica sarà quella di 'fagocitare' -come fa il ragno con la preda".
Personalmene non ritengo ci sia un piano perverso, afferma Gian Luigi Ferretti. "Temo che il tutto sia da ricondurre a menefreghismo, sciatteria, disinteresse, passima organizzazione. Destra o sinistra, la mia frustrazione è constatare di quanta poca - o in esistente - considerazione godano (si fa per dire) gli italiani all'estero. Certo non aiutano molto quei dilettanti allo sbaraglio (fatte le debite eccezioni) eletti all'estero. Invece di autare a far capire alla pubblica opinione italiana quanta e quale sia la ricchezza rappresentata dall'Altra Italia, si dedicano alla cura del muro del pianto. Nessuno può ignorare quanto denunciato dal Prof. Rocco Caporale. Noi, ripeto, faremo la nostra parte. Tremaglia mi diserederà, ma la legge sull'Aire va rivista. Prendiamo esempio dai Paesi civili. In Francia l'anagrafe dei francesi residenti all'estero è centralizzata, a Nantes. Un francese, che risiede -diciamo - a Toronto ha bisogno di un certificato di nascita? Lo può comodamente scaricare (con valore legale) dal sito del suo Consolato".

Quello sollevato da Caporale è certamente  un problema non saprei ancora, dice Mmimmo Porpiglia, "se politico perchè conosco bene sia Tremaglia che Danieli. Il primo è stato il padre degli italiani all'estero e grazie alla sua caparbietà i nostri connazionali possono oggi a pieno titolo essere considerati cittadini italiani a tutti gli affetti. Danieli è un tecnico, che conosce molto bene il fenomeno dell'emigrazione. Sta facendo delle cose molto importanti in un mondo, purtroppo, molto troppo lontano da Roma e dai potenti del Palazzo, mi riferisco a tutti i partiti... E Danieli si sta anche rendendo conto, e lo ha detto proprio nei giorni scorsi, che per dare dignità e soprattutto giustizia ai nostri connazionali occorrono soldi, tanti soldi....Che nessuno vuol tirare fuori. Se i nostri rappresentanti e mi riferisco a tutti e 18 si mettessero insieme veramente....allora forse ci sarebbe una voce in più in questo mondo rissoso della politica italiana. Non credo che Roma potrà ignorare questa denuncia che il mio giornale riproporrà. A caratteri cubitali".

L'Onorevole Arnold Cassola introduce un elemento di riflessione a conclusione di questo vasto giro di opinioni: "è appena approdata al Senato in Commissione la legge sulla riforma della riduzione dei parlamentari. Sembra che la proposta preveda che la Camera dei deputati venga ridotta da 630 a 500 deputati e la Camera del senato da 315 a 250 senatori. Sembra che alla Camera non ci saranno più i 12 deputati eletti all'estero. E sembra che gli eletti all'estero siederanno tutti al Senato. Una riflessione: quanti dei 250 senatori saranno rappresentanti degli italiani residenti all'estero?".

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