Martín Lopeztovar. "In attesa del colpo di Grazia". © 2012.
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2 giugno 2012 -  Non so perché, ma noi donne abbiamo la sensazione che gli uomini non soffrano per amore, anzi crediamo che non subiscano mai delusioni amorose, mentre noi —rappresentanti del gentil sesso— apparentemente siamo nate per soffrire senza essere corrisposte.

Ieri ho incontrato un amico, un grande amico dell’infanzia, di quelli che in un paio di secondi ti rivelano la loro "radiografia emozionale". Era il ritratto fedele di un uomo distrutto dall’amore... correggo: era il vero esempio di un uomo abbattuto da una delusione amorosa.

Dopo il divorzio —e dopo aver imparato di nuovo a vivere da solo, a ripetere automaticamente il programma della lavatrice, ad essere al corrente di quanto è aumentata la spesa del supermercato e già quasi abituato al silenzio delle notti eterne di depressione e riflessioni— è arrivato improvvisamente e di sorpresa il suo ʻsecondo grande amoreʼ. Si sentiva di nuovo un uomo realizzato, il sorriso era riapparso sul suo volto, così come era riapparsa la voglia di uscire e di scoprire posti nuovi e, quasi per magia, cominciava a domandarsi se le lenzuola si dovevano lavare con lo stesso programma delle magliette di cotone…(cantate con me: “Love is in the air”).

 

 

Pronto a tutto e a non ripetere gli errori, questa volta è “PRESENTE”: telefona, propone programmi romantici, invia messaggini... c’è, c’è e vuole esserci sempre di più.

Fa progetti, lascia volare l’immaginazione, perde la paura di avere più figli... sente, sente, e vuole sentire di più...

Vuole camminare tenendosi per mano, vuole sentire il vento sulla faccia, vuole pensare al domani... vuole, vuole e vuole sempre di più...

Ma un giorno comincia a sentire che sta rimanendo da solo. Le sue migliori intenzioni sono finite in prognosi riservata. La sensazione che gli diceva che questa erala volta buona è cambiata all’improvviso e i suoi programmi di “sarà per tutta la vita” sembrano avere poche possibilità di sopravvivere...

(Incredible but real) succede anche agli uomini e soffrono allo stesso modo.

Guarda il telefono, riguarda, si assicura che sia acceso, ma non squilla... Guarda la foto, quella che si erano fatti insieme, e non riesce a capire... Si accorge di essere sensibile, di sentirsi vulnerabile, ha bisogno di una parola di affetto, sente la mancanza di una carezza (di quelle che lo facevano sentire uomo), piange e si arrabbia quando si rende conto di trovarsi in un ruolo un po’ 'femminile’...

In testa gli rimbombano le frasi di vecchie storie d'amore, fra le quali il ricordo di una ragazza che aveva avuto quando era adolescente, che —andandosene disfatta dal dolore— gli aveva augurato minacciosa: «Spero che prima o poi qualcuno ti spezzi il cuore come tu hai fatto a me... ».

Dal punto di vista dei debiti, adesso non deve più niente alla vita; dal punto di vista dell’amore, ora sa cosa significa non essere corrisposto; dal punto di vista dell’orgoglio, ha imparato cosa vuol dire sentirsi nudo, debole e afflitto. Se si tratta di una questione di dolore, lo strappo si fa sentire chiaramente e —dal punto di vista dell’uguaglianza di genere— deve proprio succedere una cosa così per farci sapere con certezza che anche loro soffrono?

Donne, riflettiamo con amore. Facciamoci una sana autocritica. Smettiamo di goderci il dolore di un ex partner. Finiamola con le strategie deliberate per farli soffrire giocando a vendicarci sulla base del famoso ʻavrà paura di perdermiʼ.

Lasciatemi continuare a credere che «l'amore non dev’essere sofferenza. Ciò che ti fa soffrire, di sicuro non ha nulla a che fare con l'amore!»

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.


**Martín Lopeztovar ha studiato disegno di comunicazione grafica ed è co-fondatore dello studio Corvo Art Design di Città del Messico.

Dal 2011 è impegnato nella realizzazione di progetti personali, per i quali si concentra su soggetti artistici, dipinti ed oggetti. È stato invitato a partecipare a diversi progetti di design, illustrazione e animazione. La sua opera dal titolo "Serenata” è stata selezionata per essere pubblicata nell’8° catalogo di illustratori per l'infanzia e la gioventù (FILIJ), organizzato in Messico dalla CONACULTA.

Ha collaborato alla serie di cartoni animati per la MVS dal titolo "La Vita Animata" (1996) come character designer, animatore e regista di animazione. Alcune delle sue illustrazioni sono state pubblicate sulle seguenti riviste: ELLE (Messico), Marieclaire (Messico), Buenhogar (Messico), Literal / Latin American Voices, Enviva. Collabora, inoltre con diverse aziende messicane e di altri paesi per la produzione di materiale pubblicitario.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

 

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2 de junio de 2012 - No sé por qué, las mujeres tenemos la sensación de que los hombres no sufren por amor, mejor dicho creemos que no tienen ni padecen desamores; y nosotras somos algo así como “nacidas para sufrir y no ser correspondidas”.

Ayer me encontré con un amigo, un gran amigo de la infancia, de esos que en un par de segundos dejan ver su “radiografía emocional” y era la fiel semblanza de un hombre abatido por amor... rectifico: era la fiel semblanza de un hombre abatido por el desamor.

Después de un divorcio, de re-aprender a vivir solo, de repetir automáticamente el programa del lavarropas y de estar al tanto de lo que aumentó la compra del supermercado; casi cuando se estaba acostumbrando al silencio de esas eternas noches de depresión y replanteos, llegó imprevistamente y tomándolo por sorpresa su “segundo gran amor”.

Nuevamente se sentía un hombre pleno; la sonrisa comenzó a dibujarse en su rostro, aparecieron las ganas de pasear, de conocer lugares nuevos, y como por arte de magia empezó a preguntar si las sábanas se lavaban en el mismo programa que la remera de algodón…(canten conmigo: “Love is in the air”!!!!)

Dispuesto a todo y a no repetir errores, esta vez está “PRESENTE”. Llama, genera programas románticos, manda mensajes de texto, está…está…y quiere estar más…planifica, fantasea, le pierde el miedo a tener más hijos, siente…siente…y quiere sentir más…quiere caminar de la mano, quiere sentir el viento en su cara, quiere pensar en mañana, quiere…quiere…y quiere más…

Y un día también empezó a sentir que se estaba quedando solito. Sus mejores intensiones tenían diagnóstico reservado, su sensación de que esto sí era una pareja había cambiado en poco tiempo, y sus proyectos de “esta vez, es para toda la vida” tenían pocas posibilidades de sobrevivir…(incredible but real) también le sucede a los hombres y lo sufren de igual manera!!!

Las emociones están ahí…puestas sobre la mesa, a corazón abierto; el gran tema es qué hacemos con ellas.

Mira el teléfono, vuelve a mirar, comprueba que está encendido, y no suena…

Mira la foto, la que se tomaron juntos, y no puede entender…

Se descubre sensible, se siente vulnerable, necesita una palabra de afecto, le duele en el cuerpo la ausencia de una caricia, (de esa caricia que lo hizo sentir hombre) llora, y se fastidia al verse en un rol un tanto femenino…

En su cabeza resonaron frases de otras historias amorosas y lo sugestionó el recuerdo de una novia de la tierna juventud, que al despedirse y apresada por su dolor disparó en tono amenazante: “Ojalá que alguien te rompa el corazón, como vos me lo rompiste a mí…”.

Si es por un tema de deudas, ahora está “mano a mano” con la vida; si es por un tema de amores, ahora sabe lo que es sufrir por la NO correspondencia; si es por un tema de orgullo, ahora aprendió lo que es despojarse de todo y mostrarse frágil y abatido; si es por un tema de dolor, ahora siente el desgarro; por un tema de géneros...tiene que pasar esto para que sepamos certeramente que ellos también sufren?

Mujeres: reflexionemos amorosamente. Hagamos sana autocrítica. Basta de regodearnos en el dolor de una ex pareja. Basta de plantear deliberadamente estrategias para que ellos sientan el rigor, basta de jugar con las revanchas, con el famoso “que sienta miedo de perderme”…

Déjenme seguir creyendo que “El amor no es sufrimiento; eso que te hace sufrir, decididamente no tiene nada que ver con el amor!”.

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.


**Martín Lopeztovar Estudió diseño de comunicación gráfica y es co-fundador de corvo art design studio en la Ciudad de México.

A partir de 2011 está trabajando en proyectos personales, para los cual se centra en temas artísticos, objetos y pinturas. Ha sido invitado a participar en diversos proyectos de diseño, ilustración y animación. Sus ilustraciones tituladas “Serenata” fueron seleccionadas para publicarse en el 8° Catálogo de Ilustradores de Publicaciones Infantiles y Juveniles FILIJ, convocado por el CONACULTA. Colaboró en la serie de dibujos animados para MVS titulada “La Vida Animada” (1996) como diseñador de personajes, animador y director de animación.

Algunas de sus ilustraciones han sido publicadas en las revistas: Elle (México), MarieClaire (México), Buenhogar (México), Literal / Latin American Voices, Enviva. También colabora con varias compañías en México y otros países para la producción de material publicitario.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)