Martín Lopeztovar. "Per cantarla chiara". © 2012.
Clicca sull'immagine per scaricare il PDF ad alta risoluzione (1,7 mb).

 

4 agosto 2012 -  La voce è uno strumento particolare che utilizziamo per esprimerci, al quale di solito non dedichiamo molta attenzione... tranne quando abbiamo bisogno di sollevarla! Si adatta a tutte le situazioni: si abbassa, si alza, balbetta, va via... e si può anche educare, amministrare, ecc.

Igenuamente, crediamo che i diversi registri vocali siano cose che hanno a che fare solo con i grandi cantanti e che se non ci dedichiamo al canto saremo quindi esenti da qualsiasi responsabilità al riguardo, ma ad essere sinceri...

bullet

Chi di noi non ha cantato sotto la doccia fra la schiuma e il vapore?

bullet

Chi di noi non ha sussurrato il ritornello di quella canzone d'amore, mentre frugava mentalmente fra i ricordi?

bullet

Chi di noi in macchina non ha canticchiato la melodia che trasmetteva la radio in attesa del verde?

bullet

Chi di noi non si è sentito orgoglioso cantando forte l'inno nazionale in una situazione patriottica?

bullet

Chi di noi non si è messo a gridare dopo il goal decisivo per il campionato?

bullet

Chi di noi non ha mai urlato?

Pare proprio che non ci sia nessuno —intonato o stonato— che non ci abbia provato, perché la voce è uno strumento meraviglioso a nostra disposizione che deve essere utilizzato, anche se alcuni fanno delle urla un normale e difettoso sistema di comunicazione.

Siamo abituati ad alzare la voce per farci sentire, quando ci arrabbiamo, o per comunicare il nostro sdegno o insoddisfazione, ma tendiamo ad usarla molto poco per stimolare positivamente. Vi siete resi conto che alziamo la voce ("la voce dell'impotenza") per correggere il comportamento dei nostri figli, ma siamo molto meno enfatici per fargli sapere che li amiamo e che come genitori ci sentiamo orgogliosi dei loro progressi e della loro crescita?

Purtroppo, alziamo la voce per difendere i nostri diritti, ma raramente per assumere la responsabilità dei nostri doveri.

A quanto pare "maleduchiamo" la voce a nostra covenienza. Facciamo meno fatica ad insultare l'autista dell'autobus in ritardo sul percorso, che a usarla gentilmente per augurare una buona giornata a qualcuno.

Ri-educare e ri-educarci è uno dei nostri compiti quotidiani. Non tutto è perduto! Abbiamo uno strumento prezioso che può diventare una frusta o una carezza, ma il grande problema sembra essere trovare l'equilibrio per usarlo correttamente.

Dicono che la voce sia come un piede e che trovare il tono ideale sia come cercare la calzatura perfetta. Sforziamoci per trovare il tono giusto per comunicarci comodamente.

E allora... cantiamo a squarciagola! Usiamola per dire buongiorno e baciare la buonanotte, per chiedere per favore, per ringraziare, per condividere un "ti voglio tanto bene" per assistere chi ha bisogno, per pregare, per cantare una canzone ai nostri figli, per aggiungere un pò di colore a questo grigio pomeriggio...

Non dobbiamo permettere che ci tremi la voce per rispettare i nostri impegni, per deporre l'orgoglio e chiedere scusa, per difendere chi non può difendersi da solo e per dire "ho sbagliato"...

La priorità spetta alla voce dell'esperienza per chiedere consiglio, per conversare, per guidare le nostra scelte...

Usiamo la voce correttamente, usiamola come strumento di comunicazione, illuminiamola e coloriamola ... ma se le tue parole non sono oneste, è meglio tacere per sempre!

 

bullet

Clicca qui per leggere gli altri articoli della sezione Le storie che mi racconto,
Di Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.


**Martín Lopeztovar ha studiato disegno di comunicazione grafica ed è co-fondatore dello studio Corvo Art Design di Città del Messico.

Dal 2011 è impegnato nella realizzazione di progetti personali, per i quali si concentra su soggetti artistici, dipinti ed oggetti. È stato invitato a partecipare a diversi progetti di design, illustrazione e animazione. La sua opera dal titolo "Serenata” è stata selezionata per essere pubblicata nell’8° catalogo di illustratori per l'infanzia e la gioventù (FILIJ), organizzato in Messico dalla CONACULTA.

Ha collaborato alla serie di cartoni animati per la MVS dal titolo "La Vita Animata" (1996) come character designer, animatore e regista di animazione. Alcune delle sue illustrazioni sono state pubblicate sulle seguenti riviste: ELLE (Messico), Marieclaire (Messico), Buenhogar (Messico), Literal / Latin American Voices, Enviva. Collabora, inoltre con diverse aziende messicane e di altri paesi per la produzione di materiale pubblicitario.

 

 

(alejandra daguerre / martín lopeztovar / puntodincontro)

 

***

8 de agosto de 2012 - La voz es un instrumento particular que sirve para expresarnos, y que por lo general no le dedicamos mucha atención...salvo cuando necesitamos alzarla!

Ella se adapta a todas las situaciones: se baja, se potencia, se entrecorta, se educa, se administra, se va…

Desde nuestra ingenuidad, creemos que los distintos registros de voz solo son patrimonio de los grandes cantantes, y que si no cantamos estamos exentos de toda responsabilidad al respecto, pero sincerémonos tímidos corazones...
 

bullet

 ¿Quién de nosotros no ha cantado bajo la ducha entre el vapor y las pompas de jabón?

bullet

¿Quién de nosotros no ha susurrado el estribillo de esa romántica canción al reactualizar bellos recuerdos?

bullet

¿Quién de nosotros no ha tarareado en el auto esa melodía de la radio mientras esperamos que cambie el semáforo?

bullet

¿Quién de nosotros no se ha sentido “honroso” cantando a viva voz el himno nacional en un acto patrio?

bullet

¿Quién de nosotros no gritó el gol… ese que definió el campeonato?

bullet

¿Quién de nosotros no ha gritado?


Parece que todos, afinados o desafinados, hemos hecho el intento porque la voz es un maravilloso instrumento a nuestro alcance y está para usarla; y otros hacen del grito un habitual y defectuoso sistema de comunicación.

Estamos acostumbrados a elevar la voz (gritar) para ser escuchados en situaciones de enojo, o para comunicar nuestra indignación o descontento; y tendemos a usarla muy poco para estimular positivamente. Se dieron cuenta que elevamos la voz (“la voz de la impotencia”) como un modo de aplicarle un correctivo a nuestros hijos, y con menos énfasis (y en menor escala) la usamos para decirles que los amamos y que como padres nos ponen muy orgullosos sus progresos y crecimientos?

Lastimosamente elevamos la voz para hacer saber nuestros derechos, pero rara vez para hacernos cargo de nuestros deberes.

Al parecer “mal educamos” nuestra voz a nuestra conveniencia. Nos cuesta menos potenciarla para insultar al conductor del colectivo que está demorado en el recorrido, que cadenciarla para dar los buenos días…

Re-educar/ re-educarnos es nuestra tarea diaria. No todo está perdido! Tenemos un valioso instrumento que puede ser un látigo o un terciopelo; pero encontrar el equilibrio en su uso parece ser el gran tema.

Dicen que la voz es como un pie, y que dar con el tono ideal para expresarla, es buscar la horma del zapato. Trabajemos para encontrar el tono justo en el que podamos comunicar con comodidad.

Entonces: Cantemos a viva voz! Usémosla para decir los buenos días, para besar las buenas noches, para pedir por favor, para dar las gracias, para compartir un “te quiero mucho”, para asistir al que lo necesita, para rezar, para cantarle una canción a nuestros hijos, para ponerle color a esa tarde gris…

Que no nos tiemble la voz para enfrentar nuestros compromisos, para deponer el orgullo, para pedir disculpas, para defender a quién no puede hacerlo, para decir me equivoqué...

Prioricemos la voz de la experiencia para pedir el consejo, para compartir esa charla, para orientar nuestra elección…

Usemos adecuadamente nuestra voz; usémosla como un instrumento de comunicación, pongámosle brillo y démosle color…pero si “en tu decir” no vas a ser sincero, mejor calla para siempre!!!

 

bullet

Haz click aquí para leer los otros artículos de la sección "Los cuentos que yo me cuento"
De Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.


**Martín Lopeztovar Estudió diseño de comunicación gráfica y es co-fundador de corvo art design studio en la Ciudad de México.

A partir de 2011 está trabajando en proyectos personales, para los cual se centra en temas artísticos, objetos y pinturas. Ha sido invitado a participar en diversos proyectos de diseño, ilustración y animación. Sus ilustraciones tituladas “Serenata” fueron seleccionadas para publicarse en el 8° Catálogo de Ilustradores de Publicaciones Infantiles y Juveniles FILIJ, convocado por el CONACULTA. Colaboró en la serie de dibujos animados para MVS titulada “La Vida Animada” (1996) como diseñador de personajes, animador y director de animación.

Algunas de sus ilustraciones han sido publicadas en las revistas: Elle (México), MarieClaire (México), Buenhogar (México), Literal / Latin American Voices, Enviva. También colabora con varias compañías en México y otros países para la producción de material publicitario.

 

(alejandra daguerre / martÍn lopeztovar / puntodincontro)