8 marzo 2013 - La Giornata Internazionale della Donna
ci fa riflettere sul vero significato di questa celebrazione, sul percorso del sesso femminile nella storia, sulla lotta per la parità dei diritti.

Nel mio caso particolare, mi porta vicino a tutte le donne che dalla loro casa, dalle culture in cui sono immerse, dalle loro attività domestiche o dai loro posti di lavoro contribuiscono e partecipano attivamente per far sì che questo movimento continui a produrre risultati.

Mi piace contemplare le scene semplici di vita quotidiana a cui le donne partecipano e, credetemi, sono scene che mi commuovono.

Penso alle donne orgogliose di essere donne, quelle che un giorno si sono svegliate dall’adolescenza piene di voglia di essere grandi e di fare grandi cose... e hanno sognato in grande! Si sono sentite seducenti, amate, mogli, madri, professioniste, amiche, combattenti, eroiche, sensibili ...

Penso alle donne orgogliose di essere mamme, quelle che si prendono cura gelosamente dei loro piccoli e si alzano all'alba per preparare la colazione prima della scuola. Donne che si occupano di preventivi modesti (che evidentemente non influirebbero sugli indici della borsa), ma che si impegnano per trasformare il reddito familiare in una società economicamente vantaggiosa ... ci provano .... e ce la fanno!

Penso alle donne orgogliose della loro occupazione che ogni mattina, quando escono di casa, si predispongono a lavorare con eccellenza e a metterci l'anima... alla maestra che da piccoli ci sorride al cancello della scuola e con pazienza ci insegna a leggere, a scrivere, a sviluppare i nostri primi strumenti accademici per affrontare il mondo ...

All’operaia che ha abbandonato presto il letto caldo e adesso è in fabbrica, con un occhio sulla catena di montaggio e l'altro sull’orologio che scandisce le ore e i minuti che mancano per tornare a casa... perché c'è ancora molto da fare...

Alle dottoresse che cureranno i loro pazienti mescolando affetto ed esperienza, alle avvocate che difendono energicamente, alle cameriere che suggeriscono il menù utilizzando il loro sesto senso, alle stiliste che si sforzano per far sì che le clienti possano indossare uno dei loro modelli e sentirsi eleganti, uniche, sensuali...

Penso alle donne che hanno fatto la storia, che hanno combattuto per cause sociali, che hanno sbandierato gli ideali con cui hanno rappresentato e favorito molte altre persone. Penso alle donne che hanno costruito la storia del mio Paese, piantando i semi di nuovi modelli in una terra che fino ad allora sembrava arida e desolata.

Cosa sarebbe stato della storia dell’Argentina senza la partecipazione socio-politica di Eva Perón o di Alicia Moreau de Justo? Quale sarebbe stato il destino dell'Accademia Nazionale delle Lettere senza l'intervento di Victoria Ocampo? E che senso avrebbe il marmo senza il virtuoso scalpello di Lola Mora o l'anima del tango fuori dal quartiere di Tita Mérelo? E quale sarebbe stata la storia dei nostri figli e di tante generazioni di bambini, senza cantare le meravigliose storie musicali di Maria Elena Walsh?

Penso a tutte le donne che hanno fatto parte della mia vita e mi hanno insegnato a sentirmi orgogliosa di essere una di loro. Penso a mia madre che —nata in una generazione di timide conquiste femminili— osò trasgredire la tacita imposizione di occuparsi esclusivamente della casa e delle figlie per impostare timidamente un’attività lavorativa, generando entrate aggiuntive e —soprattutto—piantando in ognuna di noi l'importantissimo seme dello sviluppo personale.

Per tutte loro, per noi —che oggi costruiamo la storia— e per le generazioni future, commemoriamo con orgoglio la Giornata Internazionale della Donna, riflettiamo sui progressi ottenuti in tanti anni di lotta, e continuiamo a lavorare insieme a favore dei nostri diritti e pari opportunità.

È nostra la responsabilità di lasciare ai nostri figli un mondo migliore. Molte donne hanno già fatto la storia .... ora tocca a noi!
 

Orgogliosa di essere donna…

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale). Dal 1994 al 1999 si è occupata della selezione del personale per l’Università di Buenos Aires e dal 2003 al 2009 —presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica Fisiocorp— ha trattato psicologicamente pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.



**Laura Barral è nata il 3 febbraio 1988.

Ha studiato Disegno in Comunicazione Visiva presso l'Università Nazionale di La Plata in Argentina.

Attualmente è proprietaria dello studio Decote Design (www.decotedesign.com.ar)che realizza progetti di identità corporativa, disegno di logotipi, stampa, vinili e web design.

Nel 2010 ha vinto il concorso della Camera di Commercio di Tornquist (Provincia di Buenos Aires).

 

(alejandra daguerre / laura barral / traduzione all'italiano di alejandra daguerre e massimo barzizza)

 

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8 de marzo de 2013 - El Día Internacional de la Mujer nos lleva a pensar en el verdadero significado de su ceremonia; en el recorrido histórico que el género femenino ha ido haciendo a lo largo de la historia, en la lucha por la igualdad de derechos. En mi caso particular me lleva a todas las mujeres que desde su casa, desde las culturas donde están inmersas, desde su doméstica tarea, desde sus puestos de trabajo o desde su natural estirpe nutricia; ponen su activa participación para que este movimiento siga generando logros.

Estoy contemplativa de esas simples escenas de la vida diaria donde participamos las mujeres, y créanme que me siento conmovida…

Pensaba en las mujeres orgullosas de ser mujeres; que un día despertaron de la adolescencia con ganas de sentirse grandes y hacer cosas grandes…y soñaron en grande! Se vieron seductoras, queridas, esposas, madres, profesionales, amigas, luchadoras, heroicas, sensibles…

Pensaba en las mujeres orgullosas de ser madres, cuidando celosamente a sus crías, levantándose al alba para preparar los desayunos antes de ir al colegio. Mujeres que manejan presupuestos de pequeña escala (que claramente no moverían la cotización de la bolsa) pero que tienen el compromiso de hacer del ingreso familiar una empresa altamente rentable…y luchan….y lo logran!

Pensaba en las mujeres orgullosas de ser profesionales y que al salir cada mañana se predisponen a ocupar su puesto de trabajo con hidalguía y entregan el alma…

En esa maestra que desde muy pequeños nos sonríe en la puerta del colegio y que pacientemente nos enseñará a leer, a escribir, a tener nuestras primeras herramientas académicas para salir al mundo…

En la operaria que desde muy temprano abandonó su cama calentita y ahora está al lado de la máquina, con un ojo mirando la línea de producción y con el otro el reloj para volver a casa….porque todavía hay mucho que atender…

En las médicas que atenderán sus pacientes entremezclando el afecto; en las abogadas haciendo aguerridas defensas; en las camareras sugiriendo menús con su sexto sentido; en las modistas haciendo que cada clienta pueda lucir uno de sus modelos viéndose elegante, sintiéndose única, realzando sus curvas…

Pensaba en las mujeres que hicieron historia, que lucharon por causas sociales, que enarbolaron sus ideales y a través de ellos, representaron y dieron bienestar a muchas otras personas. Pensaba en las mujeres que hicieron historia en mi país, y que sembraron nuevos modelos en tierras que hasta entonces parecían áridas y desoladas.

Qué sería de la historia argentina sin la participación socio-política de Eva Perón o Alicia Moreau de justo; qué sería de una Academia Nacional de Letras sin la intervención de Victoria Ocampo; qué sería del mármol sin el eximio cincel de Lola Mora; que sería del alma tanguera sin el arrabal de Tita Mérelo; que sería de nuestros niños…varias generaciones de niños sin cantar las maravillosas historias musicales de maría Elena Walsh…

Pensaba en todas las mujeres que han sido parte de mi vida, y que me enseñaron a sentir orgullo del ser mujer.

Pensaba en mi madre que naciendo en una generación de tímidas conquistas femeninas, se animó a romper con los mandatos de dedicarse exclusivamente a la casa y a sus hijas, y tímidamente armó su propio emprendimiento laboral; generando no solo un sostén económico auxiliar, sino lo más importante “sembró en cada una de nosotras la semilla importantísima del desarrollo personal”.

Por todas esas mujeres; por nosotras las que hoy nos toca hacer historia; y por las de generaciones venideras; conmemoremos orgullosamente el Día internacional de la Mujer reflexionando sobre los avances conseguidos a lo largo de muchos años de lucha, y sigamos trabajando entre todos por la igualdad de derechos y oportunidades.

Somos los responsables de dejarles a nuestros hijos un mundo más justo. Muchas mujeres ya hicieron historia... ¡ahora nos toca a nosotras!
 

Con el orgullo de ser Mujer...

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina). Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal).

Desde 1994 hasta 1999 se desempeñó en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación. De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.



**Laura Barral nació el 3 de Febrero de 1988.

Diseñadora en Comunicación Visual de la Universidad Nacional de La Plata en Argentina.

Actualmente es socio-propietaria del estudio de diseño Decote Design (www.decotedesign.com.ar), donde realiza trabajos de identidad corporativa, diseño de logotipo, print, vinilos, corpóreos y diseño web.

En 2010 se consagró como ganadora del concurso de la cámara de comercio de la Ciudad de Tornquist (Provincia de Buenos Aires).

 

(alejandra daguerre / traducción al italiano de alejandra daguerre y massimo barzizza)