Martín Lopeztovar. "Tsunami in casa". © 2012.
Clicca sull'immagine per scaricare il PDF ad alta risoluzione (386 kb).

 

14 gennaio 2012 - Non è un giorno come qualsiasi altro … Non è stata una notte come qualsiasi altra … Abito in un condominio orizzontale, e nella tranquillità dell’alba si sono cominciate a sentire le grida di un forte litigio di coppia: insulti, porte che sbattevano, bambini che correvano per i corridoi disperati chiedendo aiuto, minacce, colpi…

Ci siamo ritrovati insieme ad alcuni vicini lì, davanti alla porta, confusi, cercando di fare qualcosa per frenare la violenza… sconvolti, impotenti, desiderosi di moderare una situazione che in pochi minuti aveva provocato più danni di uno tsunami.

Non veniamo al mondo con un manuale per la vita, ma con una storia. Ci formiamo con l'esempio dei nostri genitori, le istituzioni e l’ambiente socioculturale e così —fin dalla nostra nascita— costruiamo piano piano, seguendo la nostra modesta capacità di capire, la miglior maniera di comportarci. In questa diversità d’esempi e di stili formiamo le nostre coppie e ci lasciamo andare all’avventura della convivenza, a cui arriviamo con una “overdose d’amore e idealismo”. Siamo predisposti a capire e giustificare gli atteggiamenti di chi amiamo, e quando la realtà ci sveglia, ci sembra inaccettabile e vergognoso che il nostro rapporto di coppia sia cambiato. Così, senza rendercene conto, ci troviamo già in una situazione rischiosa: stiamo vivendo “una situazione violenta”.

Facciamo fatica ad accettarlo, ad ammettere che questo non è amore, cerchiamo invano di capire certi comportamenti usando la logica e poi la giustifichiamo con paura e vergogna. Ci sommettiamo, crediamo nel cambiamento magico, nella seguente catena di promesse, ci inganniamo, ci copriamo, nascondiamo la polvere sotto il tappeto …

C’è sempre una prima volta … il mondo ci viene addosso e la desolazione ha preso il posto delle cose migliori, dello sforzo di tutta la vita. Le cose più belle erano lì: l’amore, la casa, la famiglia, la felicità … com’è difficile capire che il vento della violenza ha abbattuto tutto con un soffio come se fosse stato un castello di carte … e che fatica facciamo a capire che se non la fermiamo fra poco crescerà di più … sempre di più …

Non sogniamo più … sopravvengono gli incubi.

Vogliamo pensare che tutto è stato un fatto isolato e cerchiamo di convincercene. Lo sappiamo … dentro di noi abbiamo la certezza che qualcosa non va, ma nonostante tutto decidiamo di andare avanti.

La spirale di violenza non è cominciata lì, è cresciuta a poco a poco nel silenzio del dolore.

La spirale di violenza non finirà magicamente: ha bisogno della tua azione, ha bisogno di limiti, ha bisogno di distruggere il modello vizioso.

Non aspettare i colpi per denunciare e cominciare a cambiare. Non andare più in là per renderti conto che si tratta di brutalità … non maltrattarti!

La violenza domestica, l’abuso fisico, verbale, sessuale o emozionale non dovrebbe succedere a nessuno, mai! Ma la realtà è diversa.

Non è un giorno come qualsiasi altro… non è stata una notte come qualsiasi altra… abito in un condominio orizzontale e nella tranquillità dell’alba, le cose sono veramente cominciate a cambiare…

 

 

bullet

Clicca qui per leggere gli altri articoli della sezione Le storie che mi racconto,
Di Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.


**Martín Lopeztovar ha studiato disegno di comunicazione grafica ed è co-fondatore dello studio Corvo Art Design di Città del Messico.

Dal 2011 è impegnato nella realizzazione di progetti personali, per i quali si concentra su soggetti artistici, dipinti ed oggetti. È stato invitato a partecipare a diversi progetti di design, illustrazione e animazione. La sua opera dal titolo "Serenata” è stata selezionata per essere pubblicata nell’8° catalogo di illustratori per l'infanzia e la gioventù (FILIJ), organizzato in Messico dalla CONACULTA.

Ha collaborato alla serie di cartoni animati per la MVS dal titolo "La Vita Animata" (1996) come character designer, animatore e regista di animazione. Alcune delle sue illustrazioni sono state pubblicate sulle seguenti riviste: ELLE (Messico), Marieclaire (Messico), Buenhogar (Messico), Literal / Latin American Voices, Enviva. Collabora, inoltre con diverse aziende messicane e di altri paesi per la produzione di materiale pubblicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)

 

***

14 de enero de 2011 - No es un día como cualquier otro…no fue una noche como cualquier otra …

Vivo en un edificio de propiedad horizontal,  y en la quietud de la madrugada comenzaron a escucharse los gritos de una fuerte discusión de pareja: insultos, puertas que se cerraban bruscamente, niños que corrían por los pasillos desesperados pidiendo auxilio, amenazas, golpes …

Nos encontramos varios vecinos ahí, parados frente a la puerta, confundidos, intentando hacer algo para frenar el aluvión de violencia … shockeados, impotentes, tratando de moderar una situación que en pocos minutos devastó más que el mismísimo tsunami.

Las personas no venimos con un manual de vida, venimos con una historia. Venimos con pautas que nuestros padres, las instituciones y el encuadre socio-cultural nos fueron dando; y así  -en nuestra salida al mundo-, vamos construyendo de a poco lo que a nuestro humilde entender, es la manera correcta de proceder.

En esa diversidad de pautas y estilos formamos nuestras parejas; nos entregamos a la aventura de convivir, llegamos con “sobredosis de amor e idealismo”, estamos predispuestos a entender y justificar las actitudes de nuestro ser amado; y cuando la realidad nos despierta, nos resulta inaceptable y por demás pudoroso que nuestro vínculo de pareja haya tomando otro formato…así,  sin advertirlo demasiado ya estamos en una situación de riesgo, porque ya estamos viviendo “en situación de violencia”.

Nos cuesta aceptarlo…nos cuesta admitir que eso NO ES AMOR; tratamos infructuosamente de entender desde la lógica ciertos comportamientos, y después desde el temor o la vergüenza los justificamos. Nos vamos sometiendo, creemos en el cambio mágico, en la posterior cadena de promesas, nos engañamos, tapamos, guardamos la tierra bajo la alfombra …

Siempre hay una primera vez…el mundo se vino abajo, y la desolación se apoderó de todo lo mejor, del esfuerzo de toda una vida. Lo mejor estaba puesto allí: el amor, el hogar, la familia, la felicidad…cuánto nos cuesta entender que el viento de la violencia derriba todo eso de un soplido, cual casita de naipes … cuanto nos cuesta entender que si no lo frenamos en un breve tiempo irá por más … y más …

Ya no soñamos…tenemos pesadillas.

Queremos pensar que solo fue un hecho aislado, e intentamos convencernos de ello. Sabemos…internamente tenemos la certeza de que algo no está bien, y sin embargo aceptamos seguir adelante.  

El espiral de violencia no empezó ahí, se fue gestando sórdido y abriéndose paso en el doloroso silencio.

El espiral de violencia no terminará mágicamente ahí, necesita de tu movimiento, necesita límites, necesita desarticular el viciado modelo.

No esperes el golpe para denunciar y empezar a hacer cambios. No esperes más para reconocer que eso es maltrato … ¡NO TE MALTRATES!

La violencia domestica;  el abuso físico, verbal, sexual o emocional no debería ocurrirle a nadie, NUNCA!…sin embargo  la realidad nos dice otra cosa.

No es un día como cualquier otro…no fue una noche como cualquier otra…

Vivo en un edificio de propiedad horizontal,  y en la quietud de la madrugada, comenzaron a gestarse grandes cambios…
 

En este mundo violento, estate bien atento!

Si en cualquier área de tu vida (afectiva, laboral, escolar, etc) te sentís en situación de riesgo, si tenés miedo de regresar a tu casa o de encontrarte a solas con tu pareja; o si estás siendo blanco de agresiones, descalificaciones constantes, denigración, desvalorización hacia tus tareas, etc. ¡DENUNCIA!

Podés hacerlo hablando con un amigo, con tu familia, con un profesional, con autoridades o especialistas en el tema; pero recuerda que lo importante es entrar en una trama de asistencia.

 

bullet

Haz click aquí para leer los otros artículos de la sección "Los cuentos que yo me cuento"
De Alejandra Daguerre.

_____________________________________

*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.


**Martín Lopeztovar Estudió diseño de comunicación gráfica y es co-fundador de corvo art design studio en la Ciudad de México.

A partir de 2011 está trabajando en proyectos personales, para los cual se centra en temas artísticos, objetos y pinturas. Ha sido invitado a participar en diversos proyectos de diseño, ilustración y animación. Sus ilustraciones tituladas “Serenata” fueron seleccionadas para publicarse en el 8° Catálogo de Ilustradores de Publicaciones Infantiles y Juveniles FILIJ, convocado por el CONACULTA. Colaboró en la serie de dibujos animados para MVS titulada “La Vida Animada” (1996) como diseñador de personajes, animador y director de animación.

Algunas de sus ilustraciones han sido publicadas en las revistas: Elle (México), MarieClaire (México), Buenhogar (México), Literal / Latin American Voices, Enviva. También colabora con varias compañías en México y otros países para la producción de material publicitario.

 

(alejandra daguerre / martin lopeztovar / puntodincontro)