In preda all'insonnia

Di Alejandra Daguerre.

 

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15 ottobre 2011. - Tutti abbiamo passato una notte insonne: l’eterna veglia cercando inutilmente di dormire. Ieri sera mi è successo e non solo ho ripercorso mentalmente il labirinto della mia storia, ma mi sono anche accorta della grande verità che contengono le parole della leggendaria ninna nanna:

"questa bella bambina non riesce a dormire
e il sonno birichino non vuole venire…
"

Sebbene la biologia parli molto delle funzioni del sonno, non è ancora chiaro il motivo esatto per cui dobbiamo dormire. A grosso modo le spiegazioni esistenti parlano di un periodo di riposo e conseguente risparmio energetico della nostra attività cerebrale prima di iniziare un nuovo giorno.

Mi giravo e mi rigiravo mentre le lenzuola si ingarbugliavano con l'insonnia ...

Ho cambiato più di una volta posizione e cuscini; ho provato a sfogliare un libro (ho perfino sfidato la mia presbiopia leggendo un capitolo senza occhiali); mi sono preparata un tè caldo; ho provato una tecnica innovativa di meditazione rilassante che qualche giorno fa avevo visto per televisione ...

Infine ho provato a respirare ... ovviamente non ho “superato questo esame", perché non ho fatto altro che respirare il mio proprio micro clima di tensione e di offuscamento..

Nei capitoli della storia dell'umanità c’è sempre stato un interesse particolare per il significato dei sogni: la loro interpretazione è alla base della psicoanalisi; sono stati l´ispirazione di creativi ed artisti; sono stati considerati come visioni profetiche e analizzati in laboratori di neurologia mentre la cultura popolare li raccoglie per decodificali in un numero e che viene poi usato per scommettere sulla lotteria ... ma, in fondo, le immagini dell’insonnia per noi continuano a rappresentare un enorme mistero.

Ho invocato inutilmente dei e semidei, ho contato più di cento pecore che saltavano fuori da pascoli tranquilli e —quando il sole ha cominciato a sorgere— i miei pensieri si sono finalmente allineati in una risposta.

Non c'è rimedio migliore per dormire bene, che avere buoni sogni

Le mie preoccupazioni quotidiane avevano preso in ostaggio i miei sogni, le mie responsabilità luccicavano sul cuscino. Ho ripassato mentalmente la mia agenda della settimana e ho respirato ed aspirato gli spazi liberi riempiendoli di altri impegni. Tutto era dovere .... cosa fare, come farlo, quando e dove farlo ...

Il sonno birichino non voleva venire perche l'avevo fatto a pezzi con il mio lungo elenco di impegni e —ovviamente— in presenza di tale rigore i miei sogni se n'erano andati. Aveno preferito posti dove si potesse sognare ...

E sono cominciate così le trattative: da una parte i sogni ... asserragliati, esponendo la loro "sana resistenza" ad essere legati a esigenze eccessive. Dall'altra parte la mia insonnia ... nervosa, cercando di difendersi utilizzando una mente esausta e sopraffatta da tanto pensare.

Abbiamo raggiunto un accordo.

Ho aperto uno spazio che il mio stress quotidiano aveva chiuso.

Ho aperto la gabbia imposta dalla mia attività mentale e —senza nemmeno propormelo— i miei sogni sono riapparsi perché in me c’è una sognatrice audace che finalmente ha avuto il coraggio di sognare.

 

Riempiti la vita di sogni
e loro ti ricambieranno con più vita.
R. Bertolino – “Libro para soñadores”

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

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15 de octubre de 2011. - Todos hemos tenido alguna noche de desvelo, esa eterna vigilia tratando infructuosamente de conciliar el sueño. Anoche me pasó, y no solo recorrí mentalmente los laberintos de mi propia historia sino que además tomé conciencia de la certeza que contenían las palabras de la legendaria canción de cuna:

"esta niña linda no puede dormir,
Y el pícaro sueño, no quiere venir…"

Si bien para la biología se habla mucho de las funciones del sueño; no hay todavía una razón exacta por la que debemos dormir, a grandes rasgos se lo explicaría como un descanso y consecuente ahorro energético que debe tomar nuestra actividad cerebral para reiniciar un nuevo día.

Vueltas y vueltas enredando mis sábanas en el desvelo…

Cambié varias veces de posición y de almohadas; intenté leer (hasta desafié mi presbicia leyendo un capítulo sin los anteojos); preparé una tibia tisana y experimenté meditar con una vanguardista técnica relajante que vi hace unos días en la televisión. Finalmente probé respirando…obviamente “reprobé esta materia” porque no hice más que respirar mi propio microclima de tensión y ofuscamiento.

En los distintos capítulos de la historia de la humanidad hubo un especial interés por el significado de los sueños: Su interpretación fue un eje para el psicoanálisis; los sueños fueron inspiradores de creativos, de artistas; tomados como visiones proféticas, analizados en laboratorios neurológicos, y la cultura popular los ha recopilado para decodificarlos en un número y apostar a la lotería… pero qué misterio siguen siendo las imágenes del desvelo…

Invoqué infructuosamente Dioses y Semidioses, conté más de un centenar de ovejas brincando en un apacible prado, y cuando el sol comenzó a despuntar mis ideas se alinearon dando una respuesta.

¡No hay mejor remedio para el buen sueño, que tener buenos sueños!

Mis preocupaciones cotidianas se habían apoderado de mis sueños, mis responsabilidades titilaban en la almohada; repasé mentalmente mi agenda de toda la semana, y ocupé unos pocos espacios que habían quedado libres para respirar con otros compromisos. Todo era “deber”….lo que debería hacer, cómo lo debería hacer, cuándo lo debería hacer, dónde lo debería hacer…

El pícaro sueño no quiere venir, porque lo acabo de triturar con mi exhaustivo listado de deberes, y claramente frente a semejante rigor mis sueños se fueron, migraron a un lugar dónde se pudiera soñar…

Vino la negociación. De un lado estaban los sueños… atrincherados, mostrando su “saludable resistencia” a ser atados a desmesuradas exigencias. Del otro mi desvelo…nervioso, hablando a través de una cabeza exhausta y abrumada de tanto pensar.

Conciliamos….habilité un espacio que mi tensión cotidiana había clausurado.

Abrí la jaula que impone la actividad mental, y sin que me lo propusiera, mis sueños salieron a la luz porque había en mí, una intrépida soñadora que finalmente se animaba a soñar…

 

“Llena tu vida de Sueños.
Tus sueños te devolverán más vida”
R. Bertolino – “Libro para soñadores

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)