La meccanica dei sentimenti

Di Alejandra Daguerre.

 

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18 settembre 2011. - Quasi tutti, noi conducenti, conosciamo i parametri generali della guida dell'automobile: il codice stradale, alcuni accorgimenti per migliorare le prestazioni, il valore stimato di mercato della nostra vettura, ecc., ma normalmente sappiamo molto poco della meccanica dell'auto, cioè del disegno che realmente permette il suo funzionamento.

Secondo quanto ci fanno sapere gli esperti in materia, il freno a mano è un sistema che immobilizza il veicolo fermo. Agisce quasi sempre sulle ruote posteriori, ed è anche chiamato "freno di stazionamento". Dicono che anche il conducente più esperto, se non l'ha già fatto, prima o poi lascerà il freno a mano inserito e farà avanzare la macchina ...

Dimenticanza? Distrazione? Inettitudine? Mancanza di esperienza?

Chi di noi non ha percorso alcuni chilometri di vita con una sensazione di frenatura, raddoppiando la quantità di sforzo necessario per farlo e sofferendo l'usura conseguente?

Siamo tutti piloti, ma sappiamo poco dell'ingegneria che ci trasporta.

Cio frenano i timori, le vecchie paure dell'infanzia, le grandi fantasie distruttive su noi stessi, il famoso "non sarà possibile", il peso del fallimento, le carenze, l'assenza di una corretta valutazione, la mancanza di riconoscimento, l'indifferenza ...

Quante volte abbiamo voluto circolare, senza che niente ci rallenti?

Quante volte abbiamo messo la prima sperando che il nostro motore funzioni normalmente?

Quante volte ci siamo sentiti insoddisfatti del rendimento ed abbiamo voluto esigere sempre di più?

L'automobile può muoversi con il freno a mano tirato. Ha bisogno di più potenza (farà più sforzo), e ciò causerà maggiore usura (e un ulteriore deterioramento) ... accumulerá più calore ... ma in fondo chi di noi non "si surriscalda" quando la relazione sforzo-risultato non funziona come pensavamo?

Penso che la chiave per un trattarci meglio sia migliorare il livello di attenzione e di amore verso noi stessi. Capire bene il funzionamento della macchina -come si muovono i suoi pezzi e l'azione delle forze nel tempo- ci fa capire che siamo in realtà un sistema, una macchina complessa e delicata, e che ottimizziamo le prestazioni quando si generano le condizioni più favorevoli.

Se notiamo che la macchina è lenta, pesante ed avanza con sforzo dobbiamo cercare di guardare al di là della nostra necessità di andare avanti, tentando di osservare attentamente l'interno (dove non si vede bene ad occhio nudo) analizzando altre possibilità, sbloccando i conflitti...

Grazie Ariel e grazie Paolo —meccanici dalla mia macchina e della mia psiche— per avermi aiutato a capire da diversi punti di vista la meccanica dei sentimenti!

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

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18 de septiembre de 2011. - La gran mayoría de los conductores conocemos los parámetros generales para manejar el auto, las reglamentaciones viales, algunas pautas para optimizar el rendimiento, el valor estimado en el mercado, pero sabemos muy poco de la mecánica del auto, es decir del verdadero funcionamiento de la máquina.

Según opiniones especializadas en la materia, el freno de mano, es un sistema que inmoviliza el vehículo cuando está parado. Actúa en la mayoría de los casos sobre las ruedas traseras, y es también llamado “freno de estacionamiento”.

Dicen que hasta el conductor más experimentado en algún momento se dejó el freno de mano puesto e hizo andar el vehículo…

Olvido? Distracción? Ineptitud? Falta de experiencia?

Quién de nosotros no recorrió algunos “kilómetros de vida” sintiéndose frenado, duplicando el monto de esfuerzo, y sufriendo el consecuente desgaste?

Todos somos conductores, y sabemos poco de nuestra mecánica.

Nos frenan los miedos, los antiguos temores infantiles, las grandes fantasías destructivas sobre nosotros mismos, el famoso “no vas a poder”, el peso del fracaso, las carencias, la ausencia de una valoración adecuada, la falta de reconocimiento, el desamor….

Cuantas veces pretendemos circular, como si no estuviéramos frenados?

Cuantas veces ponemos primera y pretendemos que nuestro motor funcione normalmente?

Cuantas veces nos enojamos con el rendimiento y nos exigimos más…y más?

El auto podría echarse a rodar con el freno de mano puesto. Deberá ejercer más fuerza (es decir hará más esfuerzo), y eso le originará más desgaste (o sea un deterioro adicional), y acumulará más calor…pero quién no se “re-calienta” cuando la dupla esfuerzo-resultado no sale como uno pensaba?

Creo que solo construir una mirada más atenta y más amorosa sobre nosotros mismos, es la clave para tratarnos mejor. Comprender como funciona una máquina integralmente -con sus movimientos, su evolución en el tiempo y la acción de las fuerzas- nos aproxima a que somos un gran sistema, una maquinaria compleja y sensible que optimiza sus rendimientos cuando le generamos condiciones adecuadas.

Si notamos que el auto va lento, pesado, esforzado; tratemos de mirar más allá de nuestra necesidad de avanzar. Miremos para adentro (donde no se ve a simple vista), busquemos otras posibilidades, destrabemos conflictos.

Gracias Ariel, y Gracias Pablo! Mis mecánicos del auto y de mi psiquis; por ayudarme a comprender desde puntos de vista diferentes la mecánica emocional.

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)