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28 novembre 2011. - Lungo lo scivolo della vita affettiva e dopo un divorzio convulsionante, troviamo di nuovo il coraggio di provare la scommessa sulla coppia. Non siamo più gli stessi ... portiamo con noi i segni profondi della vita e le cicatrici dell’amore; siamo più vecchi e meno tolleranti; ci costano di più le concessioni e portiamo a fior di pelle il ricordo ancora vivo di un tentativo fallito.

La miglior parte del primo tentativo sono stati i suoi frutti: questa volta arriviamo alla vita di coppia con figli e dobbiamo affrontare un nuovo concetto (sia per coppia che per la vita familiare): "l'assemblaggio".

I divorzi rompono il legame di coppia, ma non quello dei genitori.

Come tali abbiamo doveri con i nostri figli, ma anche il diritto di essere felici; abbiamo vergogna di innamorarci di nuovo e tanta paura di ferirli; siamo giovani ma più esperti, abbiamo voglia e ancora tanto da dare, e cominciamo a renderci conto che la vita passa in un momento ...

Ricominciare in coppia rappresenta quindi una sfida: "La possibilità di una nuova convivenza, ma questa volta non da soli". Affrontare i cambiamenti, negoziare gli spazi, mettersi d’accordo su nuove regole, svolgere altri ruoli, condividere con i figli ... definire chiaramente cosa è mio, cos’è tuo e cosa è nostro.

Guidati dall'esigenza di "non fallire di nuovo," cerchiamo di risolvere tutti i fronti, tentando di essere il più flessibili possibile con il nostro intorno. La colpevolezza ci attraversa i pori mentre, tormentati, proponiamo ai nostri figli un nuovo modello di famiglia ... temiamo che soffrano di nuovo; cerchiamo di fare piroette nel rapporto con i nostri ex, vogliamo essere "iper-presenti", perfetti, contemplativi, gentili, criteriosi..

E con tante cose da risolvere (e intrattenuti da ciò che accade intorno a noi), ancora una volta ci dimentichiamo che la coppia è viva: nasce, cresce, si riproduce e mantiene se siamo lì, se la nostra attenzione è lì, se la nostra energia amorevole è lì ...

A quanto pare nessuno ci ha insegnato a creare una vita amorosa diversa da quella dettata dal modello tradizionale. Sappiamo molto poco su come ricostruire una vita in comune (ed essere disposti a scommettere di nuovo sul modello coniugale) partendo da una relazione precedente con i figli. Abbiamo paura di ferire e di ferirci; abbiamo paura di generare disattenzione e di cadere nella disattenzione verso noi stessi, ci sentiamo sconvolti internamente ... ed anche esternamente.

La buona integrazione dipende da un buon rapporto. La coppia è la relazione più importante di questa nuova famiglia, perché è proprio dalla coppia che cominciano a intrecciarsi le reti che sostengono la nuova struttura, e sarà impossibile aggiungere nuove parti ad un montaggio di base fragile e trascurato.

Lavoriamo con amore, con lo stesso amore con cui ci siamo svegliati di nuovo alla vita, e definiamo progetti architettonici solidi, per continuare a costruire su basi stabili.

Lavoriamo insieme su ciò che è inerente alla vita di coppia, perché non possiamo costruire la nostra "nuova famiglia" senza solidificare prima il nostro nuovo "legame sentimentale".

Al lavoro, dunque, ché non ci sarà mai "NOSTRO” senza “NOI”.

 

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Di Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

 

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28 de noviembre de 2011. - En el tobogán de la vida afectiva y después de convulsionados divorcios, nos vamos animando nuevamente a apostar al espacio de pareja. Ya no estamos igual…venimos con las marcas de la vida y las cicatrices del amor; estamos más grandes y menos tolerantes; nos cuestan más las concesiones y traemos burbujeante la impronta de un intento fallido.

Lo mejor de esa primera tentativa estuvo en el fruto, esta vez llegamos a la pareja con hijos, y debemos enfrentar un nuevo concepto (tanto de pareja como de vida familiar): “el ensamble”.

Los divorcios rompen con el vínculo de pareja, pero no con el vínculo parental. Los padres tenemos deberes con nuestros hijos, y derecho de ser felices; tenemos pudor de volver a enamorarnos, y miedo de lastimarlos; nos sentimos jóvenes pero con mucha más experiencia, tenemos muchas ganas y todavía tanto para dar, y empezamos a ver que la vida es un instante…

Rehacer pareja nos abre un desafío: “la posibilidad de una nueva convivencia pero esta vez sin estar solos”. Afrontar cambios, negociar espacios, acordar nuevas reglas, jugar otros roles, compartir con los hijos… LO MIO, LO TUYO, LO NUESTRO.

Comandados por la exigencia de “no fracasar nuevamente”, intentamos resolver todos los frentes tratando de ser absolutamente condescendientes con el entorno. La culpabilidad nos brota por los poros, nos tortura plantearles un nuevo modelo familiar a nuestros hijos, tememos que vuelvan a sufrir; intentamos hacer malabares en la relación con nuestros ex, queremos estar “hiper-presentes”, ser perfectos, contemplativos, amables, criteriosos ...

Y en tanto tema por resolver, (entretenidos por lo que sucede a nuestro alrededor); nos olvidamos nuevamente que la pareja es algo vivo: que nace- crece-se reproduce y se sostiene si estamos ahí; si nuestra atención está ahí, si nuestra energía amorosa está ahí…

Al parecer nadie nos enseñó a configurar una vida amorosa distinta a la que dicta el modelo; sabemos muy poco acerca de rehacer nuestra vida de pareja (y tener ganas de apostar nuevamente al modelo marital) con una relación padre-hijo que la preceda.

Tenemos miedo de lastimar, tenemos miedo de lastimarnos; tenemos miedo de generar descuidos, tenemos miedo de descuidarnos; estamos interiormente tironeados…y externamente también!

La buena integración dependerá del buen vínculo.. Es la pareja la relación más importante de esa nueva familia, porque desde ella se tejerán las redes para sostener la nueva estructura, y será imposible articular nuevas piezas sobre un ensamble frágil y descuidado.

Trabajemos con amor; con ese mismo amor que nos despertó nuevamente a la vida, y delineemos planos con solvencia arquitectónica, para poder seguir edificando sobre bases sólidas. Trabajemos de a dos lo que nos compete a los dos, porque no podremos construir nuestra “nueva familia” si no nos abocamos a solidificar nuestro nuevo “vínculo de pareja”.

Así que: Nosotros…a lo nuestro! que no habrá “NUESTRO” sin “NOSOTROS”!!!!!!!!

 

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De Alejandra Daguerre.

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)