L'eterna bambina

Di Alejandra Daguerre.

 

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29 ottobre 2011. -

... Dicono che i fatti della vita non avvengono per caso, ma per una causa;
e che in ogni situazione c'è una lezione da imparare ...

Erano passati solo un paio di giorni dalla morte di mio padre ed ero ferita, sentivo il dolore e la sua assenza fisica. Tornavano a galla contemporaneamente migliaia di ricordi ... le immagini della mia infanzia si mescolavano con quelle del suo addio; mi vedevo (e sentivo) come una bambina che cammina tenendolo per mano, ma —allo stesso tempo— la legge della vita mi aveva portato via per sempre quella sua protezione.

Una mattina arrivò il camion del trasloco e sbarcarono miei nuovi vicini; sulla porta dell'edificio imparai la mia prima lezione: una bambina bella e coraggiosa con i capelli ondulati, mentre abbracciava il suo coniglio di peluche, apparve e mi disse:

«Ciao sono Juana, e questa è la mia nuova casa. E lui è il mio coniglio ... l’ho portato in braccio perché non poteva venire da solo nel camion».

Queste semplici parole mi collegarono immediatamente con la mia orfanità: ... anch’io mi sentivo sola! Ma — immediatamente dopo— arrivò la seconda lezione, ancora più forte.

«Ci siamo trasferiti perché mio padre è morto ... ».

Confesso che a questo punto il mio cuore stava mostrando segni di essere sul punto di esplodere, edi fronte a tale dolore— non potei fare altro che dire «poverina, così piccola» ... Ma Juana rinforzò le sue lezioni e mi diede la stoccata finale:

«No, io sono grande! Quella piccola è mia sorella, che sta dormendo nella culla. Shhh! ... È meglio se parliamo sottovoce, così non si sveglia ... ».

Rimasi immobile ... confesso che, per un attimo, anche un po' imbarazzata. Non riuscivo a disfarmi dell'impotenza che sentivo dopo la morte di mio padre, ma la vita —d'altra parte—, mi aveva già messo sulla strada dell’età adulta. Ero una donna autosufficiente, con gli strumenti necessari per andare in giro per il mondo, godevo di buona salute, ero preparata, avevo ricevuto un’educazione e possedevo un’ideologia; ma a quanto pare ci sentiamo tutti un po’ bambini quando perdiamo i nostri genitori, e cerchiamo disperatamente di conservare la loro protezione ancora per un po’.

Juana con i suoi cinque anni si sentiva grande, e con molto da dare. Poteva prendere cura del suo coniglio giocattolo e amorevolmente proteggeva il sonno di sua sorella minore. Invece io mi sentivo persa nel labirinto del mio dolore e desideravo che tutti mi proteggessero. Rimpiangevo ciò che avevano perso e stavo perfino per credere alla mia propria impotenza.

Eventi concatenati? Coincidenze? Juana ed io eravamo due orfane e la vita mi stava invitando a riflettere sulla mia posizione immatura. Le circostanze sfortunate sono solo questo: circostanze sfortunate , ma per fortuna ciò che stava accadendo fece accendere tutti i miei segnali d’allerta, e mi mostrò crudamente che stavo facendo poco per creare la mia propria sicurezza, dato che ero sempre stata abituata a ricevere protezione da qualcuno.

Come vedete, non fu necessario andare in cerca di niente, avevo trovato tutto sulla soglia di casa mia. Ancora una volta le lezioni della vita stavano bussando alla mia porta, e dipendeva solo da me riceverle per capitalizzarle ...

 

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires.

Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”, dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l'arte come elemento di catarsi terapeutica.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)

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29 de octubre de 2011. -
 

… Dicen que los hechos de la vida no suceden por casualidad, sino por causalidad;
y que cada situación nos trae una enseñanza …
 

Habían pasado solo un par de días del fallecimiento de mi padre, y “en carne viva” sentía el dolor y su ausencia física. En mí afloraban simultáneamente miles de recuerdos…las imágenes de mi niñez se entremezclaban con las de su despedida; me veía (y me sentía) como una niña caminando de su mano y al mismo tiempo la ley de la vida, me había arrebatado ese amparo.

Una mañana llegó el camión de mudanzas y desembarcaron mis nuevas vecinas; y en el palier del edificio aprendí mi primera lección:

Una bella y valiente niñita de cabellos ondulantes, abrazada de su conejo de peluche, se presentó y me dijo:

«Hola soy Juana, voy a vivir acá. El es mi conejo … me lo traje en brazos porque no iba a venir solito en el camión!»

Esas simples palabras me conectaron con mi propia orfandad…yo también me sentía solita! Pero no tardó en llegar la segunda lección, aún más contundente:

«Nos mudamos porque mi papá se murió … ».

Confieso que a esta altura mi corazón daba señales de estar a punto de explotar, y frente a semejante desconsuelo solo pude decir «pobrecita, tan chiquita»… Pero Juanita reforzó sus enseñanzas dándome la estocada final:

«No, yo soy grande! Chiquita es mi hermana, la que está durmiendo en el moisés. ¡Shhh! Hablemos despacito así no se despierta!»

Quedé inmóvil…por un momento confieso que hasta un poco avergonzada. No podía soltar el desvalimiento que sentía desde la muerte de mi papá, y por otro lado la vida me ponía en el camino de la adultez. Yo ya era una mujer grande, con capacidad para sostenerme sola, con las herramientas necesarias para salir al mundo, con salud, con educación, con ideología; pero al parecer todos nos sentimos un poco niños cuando perdemos a nuestros padres, todos queremos ese amparo un poco más.

Juanita a los 5 años ya se sentía grande, y con mucho para dar. Cuidaba atentamente a su conejo de peluche y velaba amorosamente por el sueño de su hermana menor. En cambio yo, estaba envuelta en los laberintos de mi duelo y solo quería que me protejan. Lloraba lo que me habían quitado y estaba a punto de creerme mi propio desvalimiento.

Sucesos encadenados? Casualidades? Juanita y yo éramos dos huérfanas y la vida me invitaba a reflexionar sobre mi postura inmadura.  Las desafortunadas  circunstancias solo son eso: “desafortunadas circunstancias”, pero “afortunadamente” prendieron todas mis alertas; y me mostraron de manera descarnada que muy poco estaba haciendo yo para generar mis propias seguridades, y que por lo general esperaba que me protejan y me cuiden.

Cómo verán no tuve que salir a buscar nada, todo lo encontré en el palier de mi casa. Una vez más las lecciones de vida golpearon mi puerta, y de mi dependerá aprender a capitalizarlas…

 

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*Alejandra Daguerre Nació en Buenos Aires, donde vive y trabaja. Se graduó en Psicología en 1990 en la Universidad del Salvador de Ciudad de Buenos Aires (Argentina).

Trabajó en la Fundación Argentina de Lucha contra el Mal de Chagas, en el Departamento de Psicología y durante tres años en el Ministerio del Trabajo y Seguridad Social (entrevistas de preselección, programas de reinserción laboral y selección del personal), Desde 1994 hasta 1999 se desempeño en el Departamento de Graduados de la Universidad de Buenos Aires, en areas de RRHH y Capacitación.

De 2003 a 2009 trabajó en el Instituto de Estética y Rehabilitación Física "Fisiocorp", en el tratamiento psicológico de pacientes con enfermedades crónicas y en pacientes de rehabilitación física a largo plazo. Desde 1991 trabaja por cuenta propia en el campo de la psicología clínica para adolescentes y adultos, con métodos psicoanalíticos, y de arte-terapia.

 

(alejandra daguerre / puntodincontro)