Un successo i lavori del G8,
l’Aquila commuove il mondo
Un altro Vertice sulle emergenze e l’aiuto delle grandi
Nazioni per ricostruire la città d’arte. Di Goffredo Palmerini.

14 luglio 2009. - Con queste intense parole Barack Obama ha preso congedo dal G8: “Voglio ringraziarvi, cittadini dell’Aquila, per averci accolto nella vostra casa in questo momento così difficile. Siamo rimasti commossi dal vostro coraggio e dalla vostra perseveranza. Sono fiducioso che L’Aquila sarà ricostruita, che il suo splendore sarà restaurato e che il suo popolo servirà da esempio per tutti noi. Avremo per sempre questo luogo e questa gente nel nostro cuore e nelle nostre preghiere negli anni a venire. Arrivederci”. Il messaggio di saluto del presidente degli Stati Uniti compendia le sensazioni e la commozione che hanno toccato i capi di Stato e di Governo e ciascun membro delle 43 delegazioni presenti all’Aquila per il Summit 2009: cinquemila delegati, tremilacinquecento giornalisti di tutto il mondo, ventimila persone presenti. Il Vertice, dalla Maddalena spostato all’Aquila disastrata dal terremoto dal presidente del Consiglio - al quale va riconosciuto il merito della difficile scelta - si è chiuso con un grande successo d’immagine per l’Italia, per la perfetta organizzazione dei lavori, tenuti nella cittadella della Guardia di Finanza, e per i soddisfacenti risultati.

Ma anche perché, per la prima volta, esso non è stato minimamente guastato da scontri e violenze, come sempre accaduto nella storia del Summit, mentre la manifestazione anti G8 del 10 luglio, che aveva fatto proprio il motto “Yes we camp”, si è pacificamente snodata lungo gli otto chilometri di percorso da Paganica all’Aquila, dove davanti all’Emiciclo si è tranquillamente sciolta tre ore dopo. Proprio come si conviene nella città della pace di papa Celestino V. Grande soddisfazione è stata espressa nella giornata conclusiva da tutti i leader del mondo presenti. E Silvio Berlusconi, in modo particolare, a nome dell’Italia. Nonostante le preoccupazioni della vigilia, il Vertice non ha subìto scosse. Persino il terremoto, con il suo sciame assillante, ha mostrato riguardo verso gli illustri ospiti, con tremiti appena percettibili rispetto alle forti scosse seguite a quella del disastro. Niente gaffes, questa volta, per fortuna niente cucù e siparietti. Né le brutte sorprese che si temevano, specie dalla stampa estera, per certe licenziose abitudini del presidente del Consiglio, dovunque del tutto inconcepibili per un uomo di Stato, oggetto di critiche in Italia e all’estero e d’un severo richiamo alla moralità ed all’etica pubblica da parte della Chiesa, dove neanche tanto velatamente si leggeva il destinatario. Se dunque da un lato Berlusconi può ritenersi giustamente lieto dell’esito del G8, questo stesso risultato tuttavia non costituisce una catarsi dallo scandalo che l’insegue e non l’affranca dal giudizio della pubblica opinione, procurando nel Paese e soprattutto tra gli Italiani all’estero un grave imbarazzo, per usare solo un eufemismo.

Ma veniamo ai risultati del Vertice, richiamati nel documento finale. Intanto, in tema di economia e di regole, il G8 rafforza l’impegno nel risanamento del sistema finanziario mondiale, comprese nuove misure contro i paradisi fiscali, e nelle politiche di sostegno per assicurare una crescita sostenibile e di lungo periodo, con l’occhio rivolto alle fasce sociali più deboli. Quindi, in tema di global warming, vengono poste le basi per un prossimo accordo sul clima a Copenaghen, con riduzione al 50% entro il 2050 delle emissioni di anidride carbonica, sebbene con le riserve di Cina, India ed altri Paesi emergenti. Sul disarmo, grazie al buon viatico dell’accordo firmato a Mosca alla vigilia del summit tra Obama e Medvedev, viene riconfermata l’importanza centrale del Trattato di non proliferazione e l’impegno a ricercare le condizioni per un mondo senza armi nucleari. Preoccupazione, invece, è stata espressa per l’Iran, per le violenze sui manifestanti dopo il voto, con una condanna unanime per le dichiarazioni che negano l’olocausto del presidente Ahmadinejad. Infine, sugli aiuti per l’Africa, i Grandi della Terra hanno convenuto sull’impegno a destinare nel prossimo triennio 20 miliardi di dollari per combattere la fame nel continente africano. Qui, in particolare, proprio l’Italia ha molto da farsi perdonare. Intanto per aver dimezzato lo stanziamento rispetto all’anno scorso, scendendo in coda alla classifica dei Paesi ricchi per spesa pro capite a favore del Terzo Mondo. Poi, perché proprio Berlusconi, nel meeting tenutosi a Palermo nel 2002 con una novantina di Paesi, di cui 57 del Terzo Mondo, dichiarò che l’Italia avrebbe destinato l’1% del Pil in aiuti ai Paesi poveri, raccogliendo una valanga d’applausi. Purtroppo quella promessa non è stata mai onorata, anzi gli stanziamenti sono stati ridotti fino all’attuale 0,1%. Vedremo per il futuro. Intanto, malgrado le difficoltà che comunque restano, va registrato il successo del Vertice. Anzi, nel buon clima del summit, Berlusconi ha annunciato in autunno un altro G8 all’Aquila sulla protezione civile, dove l’Italia eccelle, sulle grandi emergenze e sulla prevenzione dalle catastrofi.

I leader sono arrivati all’Aquila alla spicciolata, nella mattinata dell’8 luglio. Di buonora è giunta Angela Merkel, accompagnata da Berlusconi ad Onna, il borgo distrutto dal sisma, con 41 vittime su trecento abitanti. La Germania, con un gesto esemplare e con una presenza operosa sin dai primi giorni della catastrofe, si è offerta per la ricostruzione del paese, mobilitando la solidarietà del popolo tedesco. Molto generosa la città di Rottweil, gemellata con L’Aquila. La comunità onnese ha riservato alla Cancelliera tedesca un’accoglienza affettuosa, per lei doni semplici e simbolici. Commossa, spontanea e alla mano, la Merkel tra le macerie ha chiesto notizie delle vittime e ha dato conforto alle persone. Davvero significativo l’impegno della Germania. Va per altro a lenire una ferita rimasta aperta a Onna dall’11 giugno 1944, quando nel piccolo borgo le truppe naziste fecero 17 vittime, una strage rimasta impunita. Più tardi, nella cittadella delle Fiamme Gialle di Coppito sede del Vertice, accolti con calore dal presidente del Consiglio, sono giunti il presidente della Federazione Russa, Dmitri Medvedev, il Primo Ministro del Regno Unito, Gordon Brown, il Primo Ministro del Canada, Stephen Harper, il Primo Ministro del Giappone, Taro Aso, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e il presidente francese, Nicolas Sarkozy. Agli 8 Grandi si sono aggiunti il presidente dell’Unione Europea, Josè Manuel Barroso, e il Primo Ministro di Svezia, Fredrik Reinfeldt, in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’UE. Dopo la riunione di lavoro, nel salone alle cui pareti spiccavano le immagini delle vette innevate della catena del Gran Sasso che facevano da pendant con il bianco tavolo circolare, i capi di Stato e di Governo hanno fatto visita al centro della città - attesi dal Sindaco, Massimo Cialente, dalla presidente della Provincia, Stefania Pezzopane e dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi - soffermandosi davanti ai monumenti e ai palazzi devastati dal sisma, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Giova segnalare come la diretta constatazione del dramma dell’Aquila, la verifica de visu della gravità del disastro, tra le macerie della Prefettura in piazza della Repubblica e poi in piazza Duomo, ha reso ancora più partecipe la comunità internazionale, al più alto livello, e la volontà di concorrere alla ricostruzione dello straordinario patrimonio architettonico e artistico della “capitale” d’Abruzzo. Tanto che le adozioni dei 45 monumenti-simbolo da restaurare, indicati nell’elenco stilato dal Ministero dei Beni Culturali, quando l’indomani anche gli altri leader convenuti al vertice, le first ladies e le personalità internazionali hanno visitato la città ferita, sono state dichiarate ufficialmente. Particolarmente colpite fino alle lacrime dalla città martoriata Michelle Obama e poi Carla Bruni, quindi Bill Murray e il premio Oscar George Clooney, che all’Aquila girerà un film. Cosicché, con le conferme finora date, la Francia ha adottato la chiesa di Santa Maria del Suffragio, per via del Valadier che del tempio barocco progettò la cupola, la Spagna s’accollerà il completo restauro del Forte spagnolo, la cui costruzione nel 1534 agli Aquilani fu imposta dagli Aragonesi, gli Stati Uniti restaureranno la chiesa di Santa Maria Paganica, la Cina Palazzo Margherita d’Austria, la Torre civica ed il Palazzetto dei Nobili, la Russia il settecentesco Palazzo Ardinghelli e la chiesa di San Gregorio nell’omonima frazione, l’Australia l’oratorio di Sant’Antonio, la Germania la chiesa di San Pietro Apostolo a Onna, il Canada contribuirà alla ricostruzione dell’Ateneo, mentre opzioni stanno per essere definite da parte di altri Stati ed organismi esteri, istituzioni ed associazioni che hanno espresso interesse verso il Teatro Comunale, la chiesa di San Marco, la chiesa di Sant’Agostino, la chiesa della Concezione a Paganica, Palazzo Branconio, chiesa ed oratorio di San Filippo.
Giovedì 9 luglio il G8 s’è trasformato in G14, con le delegazioni di altri sei Paesi emergenti - Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto - guidate dai rispettivi leader, mentre la delegazione cinese è rimasta senza capo di Stato. Il presidente Hu Jintao, infatti, era rientrato precipitosamente in Cina per via dei violenti scontri etnici nella regione dello Xinjiang, dove la repressione ha fatto 156 vittime. Durante la sua visita al nostro Presidente della Repubblica, il 6 luglio, Hu Jintao ha dovuto ascoltare le cortesi ma nette parole di Napolitano sul grande progresso economico e sociale della Cina, ma anche sul fatto che esso pone “nuove esigenze in materia di diritti umani”. In gran forma i leader giunti per il G14, ai quali si sono nel pomeriggio aggiunti gli altri leader con le rispettive delegazioni, salutati all’arrivo dal presidente Napolitano e dal premier Berlusconi, per partecipare ai lavori plenari del Summit. In serata il Presidente della Repubblica ha tenuto ospiti a cena, con menu tipico abruzzese, tutti gli illustri ospiti. Questo l’elenco ufficiale, diramato dal Quirinale, dei partecipanti al pranzo offerto dal Presidente della Repubblica in onore dei Capi di Stato e di Governo e delle altre Personalità intervenute ai Vertici dell’Aquila. Questo resoconto non sembri pedante come un rapporto. Vuole piuttosto annotare come per tre giorni L’Aquila davvero è stata “capitale del mondo”.

Con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono stati commensali: Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica Francese; Dmitrij Anatolyevich Medvedev, Presidente della Federazione Russa; Barak Hussein Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America; Josè Eduardo dos Santos, Presidente della Repubblica dell’Angola; Hosni Mubarak, Presidente della Repubblica Araba d’Egitto; Abdoulaye Wade, Presidente della Repubblica del Senegal; Luiz Inàcio Lula da Silva, Presidente della Repubblica Federativa del Brasile; Felipe Calderon Hinojosa, Presidente degli Stati Uniti Messicani; Umaru Yar'Adua, Presidente della Repubblica di Nigeria; Lee Myung-Bak, Presidente della Repubblica di Corea; Jacob Gedleyihlekisa Zuma, Presidente della Repubblica del Sud Africa; Muammar Al-Gheddafi, Presidente dell’Unione Africana. Sono stati inoltre presenti i premier Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri; Angela Merkel, Cancelliere della Repubblica Federale di Germania; Stephen Harper, Primo Ministro del Canada; Gordon Brown, Primo Ministro del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord; Taro Aso, Primo Ministro del Giappone; Fredrik Reinfeldt, Primo Ministro del Regno di Svezia e Presidente del Consiglio dell’Unione Europea.; Josè Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea; Meles Zenawi, Presidente New Partnership for Africa's Development e Primo Ministro della Repubblica Federale Democratica di Etiopia; Jan Peter Balkenende, Primo Ministro del Regno dei Paesi Bassi; Recep Tayyip Erdogan, Primo Ministro della Repubblica di Turchia; Josè Luis Rodriguez Zapatero, Primo Ministro di Spagna; Manmohan Singh, Primo Ministro dell’India; Kevin Michael Rudd, Primo Ministro d’Australia; Ahmed Ouyahia, Primo Ministro della Repubblica d’Algeria; Lars Lokke Rasmussen, Primo Ministro del Regno di Danimarca.

Presenti infine le seguenti altre Personalità: Ban Ki-Moon, Segretario Generale dell’ONU; Giulio Tremonti, Ministro delle Finanze; Robert B. Zoellick, Presidente della Banca Mondiale; Pascal Lamy, Direttore dell’Organizzazione Mondiale del Commercio; Jacques Diouf, Direttore dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura; Kanayo F. Nwanze, Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo; Angel Gurria, Segretario Generale dell’OCSE; Juan Somavia, Direttore dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro; Mario Draghi, Presidente del Financial Stability Board; Josette Sheeran Shiner, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale; Dominique Strauss-Kahn, Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale; Nobuo Tanaka, Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia; Jean Ping, Presidente della Commissione dell’Unione Africana; Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri; Dai Bingguo, Consigliere di Stato per la Politica Estera della Repubblica Popolare Cinese; Mari Elka Pangestu, Ministro del Commercio della Repubblica d’Indonesia.

Davvero cordiale il clima registrato all’Aquila tra le delegazioni intervenute per il Summit 2009. E se da un lato le intese su alcune questioni capitali per l’umanità sono rinviate ad appuntamenti successivi, emblematico il caso del clima, c’è tuttavia da sottolineare come durante i lavori sia stato trainante il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il vero mattatore del Vertice, per determinazione, carisma, cordialità e simpatia. Ne hanno beneficiato anche i rapporti tra Paesi, se solo si guarda alla storica stretta di mano, impensabile fino a qualche mese fa, tra Obama ed il leader libico Gheddafi, preludio forse d’una graduale normalizzazione dei rapporti tra Usa e Libia. Intanto, all’interno della cittadella, per le delegazioni internazionali e per i media erano state allestite alcune importanti esposizioni d’arte e sullo stile italiano. Ad una mostra, in particolare, è stato dato il titolo “L’Aquila bella mai non pò perire”, un verso tratto da un “Cantare” di Anonimo aquilano del XV secolo. La mostra presenta circa ottanta opere tra olii, tempere, sculture in legno, in pietra, in terracotta, documenti antichi, mappe, fotografie, pannelli, filmati, che testimoniano il percorso dell'arte aquilana, le sue peculiarità, i capolavori rimasti intatti all’indomani del terremoto e alcune opere d’arte che verranno restaurate “in diretta” sotto gli occhi del visitatore. Articolato in quattro sezioni il percorso dell’esposizione. La prima è dedicata alla storia della città, illustrata da preziose opere d’arte (tra cui la Croce processionale di Nicola da Guardiagrele), da documenti (come la Bolla della Perdonanza di Celestino V), da manoscritti (come un prezioso esemplare della Cronica di Buccio di Ranallo) e dalle opere a stampa di un’eccellente tradizione editoriale e storiografica aquilana. La seconda sezione presenta alcune splendide opere del Museo Nazionale d’Abruzzo, recuperate da chiese e collezioni locali, che coprono un arco cronologico dalla fondazione della città - sec.XIII - a fine Ottocento. Tra questi capolavori per brevità si segnalano il San Sebastiano di Silvestro dall'Aquila, allievo di Donatello, e la Madonna col Bambino di Saturnino Gatti, esempi dell’arte religiosa abruzzese davvero di rilevante pregio. Non mancarono all’Aquila presenze straniere, documentate in questa sezione dal belga Aert Mytens, attivo in città nel Cinquecento (sua una delicata tela della Madonna col Bambino) e Karl Ruther di Danzica, che nel 1672 si fece monaco celestino e lavorò per la Basilica di Collemaggio con grandi tele sulla vita di Pietro del Morrone, poi diventato papa Celestino V. Chiude la sezione l’enorme tela “Bestie da soma” di Teofilo Patini, tra i più interessanti pittori del secondo Ottocento italiano, attento ai problemi della gente della sua terra. La terza sezione consente ai visitatori d’apprezzare l’eccellenza, riconosciuta in tutto il mondo, degli istituti italiani di restauro. La quarta sezione illustra i 45 monumenti dell’Aquila inseriti dal Governo nella cosiddetta “lista di nozze” con l’auspicio che gli Stati e le fondazioni vogliano adottarli.

A conclusione del Vertice, nella mattinata del 10 luglio, i capi di Stato e di Governo e le delegazioni intervenute hanno presenziato all’intitolazione della grande agorà, nella cittadella della Scuola della Guardia di Finanza, alla memoria delle vittime del terremoto. Forte commozione ai sei rintocchi di campana che hanno accompagnato la scopertura della targa “Piazza 6 aprile 2009”. Poi i saluti di rito. Dall’Aeroporto dei Parchi, in due ore, sono ripartiti tutti gli illustri ospiti. Ben fondata, dunque, la soddisfazione di Guido Bertolaso, il capo della Protezione Civile che ha guidato tutte le operazioni di preparazione e d’accoglienza del Vertice. “ Una squadra strepitosa - ha commentato - costituita dai dirigenti della Protezione Civile, dalle istituzioni, dai volontari, dai Vigili del Fuoco, il cui livello di professionalità è oggetto di studi da parte delle altre Nazioni”. E’ proprio vero, L’Aquila ferita ha portato fortuna al Vertice. Perfino il terremoto s’è placato, in quei tre giorni. Oggi ha ripreso vigore con l’abituale violenza, con una scossa di magnitudo 4 della scala Richter. Ma bisogna andare avanti. Comunque.

 

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