Stress da lavoro in Italia

Parla l'esperto

"In molti casi i problemi diventano gravi perché la situazione
non è stata affrontata ai primi sintomi".

 

2 febbraio 2010. - Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo dove si suggeriva che il dare un giudizio obiettivo sull'operato dei manager potesse rendere migliore il rapporto tra dirigenti e dipendenti, riducendo al contempo i problemi legati allo stress sul posto di lavoro.

Per capire meglio qual è la situazione anche in Italia, si siamo rivolti a un esperto, l'avvocato Fabrizio Daverio – socio fondatore dello "Studio Daverio & Florio".

Avvocato Daverio, con il d.lgs 106/2009 nell’ambito della prevista valutazione dei rischi, è stato introdotto l’obbligo della valutazione anche dello stress lavoro-correlato, ed entro giugno 2010 dovranno essere decise le procedure per l’analisi e il controllo del fenomeno. Qual è la situazione in Italia al momento?

«Le Aziende si stanno adeguando alle nuove previsioni; si è in attesa anche di apposite indicazioni da parte di una speciale Commissione pubblica prevista dalla legge. Non sarà facile andare al di là delle indicazioni di principio e individuare le specifiche situazioni di ogni Azienda. L'analisi dello stress lavoro-correlato richiede competenze specialistiche e, soprattutto, una ricognizione delle realtà aziendali per nulla facile».

Quale impatto ha sulla salute e, infine, sull'occupazione lo stress sul posto di lavoro?

«Come ogni attività professionale, anche l'attività lavorativa è fatta anche di stress. E si tratta in questo caso di stress "buono" o almeno fisiologico (che indica determinazione e motivazione per i risultati). I problemi possono nascere quando la tensione lede la persona: o perché si tratta di un soggetto debole, o perché le situazioni stressanti sono improprie o irregolari».

Esistono dei casi di "falso stress"? C'è chi ne approfitta?

«Le normative ricordano che alcuni provvedimenti dell'Azienda pur se stressanti (al limite anche trasferimenti, cambi di mansione e licenziamenti) non possono essere demonizzati, perché corrispondono ad esigenze organizzative strutturali o necessarie. Il "falso stress" è quello che viene invocato per sfuggire alle responsabilità del lavoro (che deve essere, alla fine, utile)».

Quali potrebbero essere le soluzioni pratiche?

«Le decisioni aziendali dovrebbero essere, nell'interesse anche dell'Azienda, sempre trasparenti, anche quando oggettivamente dure o sfidanti. L'opacità delle motivazioni lascia spazio a letture più o meno soggettive di intenti impropri».

E' possibile prevenire? «Perché no? In molti casi i problemi diventano gravi perché la situazione non è stata affrontata ai primi sintomi. Una relazione interpersonale degradata va ricondotta alle cause, e non può essere sorvolata come mera questione di "carattere"».

 

(La Stampa - Luigi Mondo & Stefania del Principe)

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