Il traffico fa male al cuore

Riscontrata una relazione tra aterosclerosi
e prossimità a strade ad alta percorrenza .

 

4 maggio 2010. - C’è una relazione pericolosa tra l’avanzamento dell’aterosclerosi e quanto si vive vicini a strade ad elevato traffico. Lo indica una ricerca pubblicata sulla rivista PLOS One, realizzata da un gruppo di studiosi guidati da Nino Künzli dell’Università di Basilea, in Svizzera, ma che ha impiegato dati provenienti da ricerche sul campo realizzate a Los Angeles. Il risultati di questo studio segnalano un aumento di spessore della parete delle arterie carotidi in persone che vivono a ridosso delle autostrade, soprattutto se la distanza delle loro case è inferiore ai 100 metri dallo scorrere del traffico. Per realizzare questo studio sono stati presi in considerazione i risultati provenienti da cinque diverse ricerche sperimentali nelle quali era stato rilevato, attraverso gli ultrasuoni, lo spessore delle pareti delle arterie carotidi di circa 1.500 persone, per verificare come questo dato si modificava nel tempo rispetto a quanto accadeva in persone che non erano invece ugualmente esposte al traffico di automobili e camion. Si è così visto che chi viveva più a contatto con il traffico si aveva un costante aumento di spessore delle pareti arteriose, una modificazione biologica che sta alla base dello sviluppo dell’ateroscelerosi.

NON SOLO PARTICOLATO - È la prima volta che viene rilevata sugli umani questa diretta correlazione tra l’esposizione al traffico automobilistico e l’avanzamento dell’aterosclerosi, anche se studi precedenti effettuati su animali avevano già dato risultati in tal senso, suggerendo una correlazione con l’esposizione al cosiddetto particolato (le PM). Sembra inoltre che questa correlazione valga soprattutto per le persone che vivono in condizioni socioeconomiche svantaggiate, probabilmente per l’assommarsi di altri elementi che favoriscono lo sviluppo dell’aterosclerosi, come una dieta scorretta e l’esposizione a eventi di vita stressanti. Anche l’appartenenza al sesso femminile potrebbe essere un particolare fattore di rischio, ma si tratta di un dato che dovrà ricevere ulteriori conferme.

FATTORI SOCIALI ED ECONOMICI - Nel complesso, i dati emersi da questo studio sono suggestivi dell’esistenza di una correlazione fra l’esposizione all’inquinamento da traffico e lo sviluppo nel tempo del processo aterosclerotico, ma gli autori sottolineano la necessità di proseguire le ricerche per esplorare la questione più in dettaglio. Dicono: «Studi futuri dovrebbero esplorare se gli effetti aterogenetici dell’inquinamento dell’aria possano essere più significativi nelle donne, tra le persone svantaggiate socialmente e tra coloro che hanno livelli di istruzione più bassi, oltre che, forse, tra coloro che stanno assumendo farmaci che interagiscono con il percorso aterogenetico». L’importanza di continuare gli studi sull’argomento nasce anche dal fatto che l’aterosclerosi è un fenomeno estremamente diffuso e lo è anche, purtroppo, l’inquinamento da traffico automobilistico.

 

(Corriere della Sera - Danilo di Diodoro)

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