Il freddo aiuta a bruciare i grassi
Meno gradi per stare in forma

Secondo due ricerche sono sufficienti tre o quattro gradi in meno in casa
per aiutare soprattutto i bambini. Ma dieta e moto rimangono fondamentali.

Jack Nicholson in una scena del film "The Shining".8 settembre 2007. - Le temperature rigide di questi giorni indicano che l'estate è finita. Ma quella che per alcuni è una cattiva notizia, per altri potrebbe essere una vera svolta. Secondo due ricerche, infatti, il freddo aiuta a dimagrire e abituarsi a tenere il riscaldamento appena più basso potrebbe aiutare soprattutto i bambini: sono sufficienti tre o quattro gradi in meno per far sì che il metabolismo bruci di più. Il freddo, infatti, risveglia l'attività della parte del tessuto adiposo addetta a bruciare i grassi e, di conseguenza, riduce l'entità dell'altra metà del tessuto adiposo, quella bianca, specializzata in accumulare calorie.

A indicare il freddo come una nuova arma anti-obesità, naturalmente accanto alla dieta e all'esercizio fisico, sono due ricerche, una delle quali ha un importante contributo italiano. Il primo studio, condotto in Giappone dal nutrizionista Saito Masayuki, del Tenshi College di Sapporo, ha dimostrato che, contrariamente a quanto si credeva, il tessuto adiposo bruno continua ad essere presente nell'organismo umano adulto. Prima si pensava che fosse attivo solo per un breve periodo dopo la nascita. I dati, presentati nel congresso sull'obesità di Budapest, sono in via di pubblicazione. Basandosi su test condotti su un gruppo di volontari analizzati con la Tomografia ad emissione di positroni (Pet), gli studiosi giapponesi hanno dimostrato che il freddo aumenta l'attività del tessuto adiposo bruno e quindi fa bruciare più calorie.

La seconda ricerca, pubblicata online sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas, e condotta da Ronald Kahn, del Joslin Diabetes Center di Boston, ha dimostrato che una terapia a base di farmaci "risveglia" il tessuto adiposo bruno. "E' nel bilanciamento del tessuto adiposo bruno che si spiega perchè alcuni animali, o alcuni esseri umani, a parità di condizioni, tendono a ingrassare di più", osserva Saverio Cinti, dell'università di Ancona, che è fra gli autori dello studio. Farmaci in grado di stimolare, nei topi, la produzione di una maggiore quantità di tessuto adiposo bruno già esistono. "Adesso - osserva Cinti - bisogna insistere nel trovare farmaci che siano capaci di indurre lo stesso risultato anche nell'uomo".

Grazie alla scoperta della possibilità di bilanciare l'equilibrio fra la componente bruciagrassi del tessuto adiposo e quella che invece li accumula, Cinti indica almeno due nuove possibilità: "Non c'è all'orizzonte nessuna 'terapia del freddo' - dice - ma è possibile utilizzare il freddo in modo preventivo, soprattutto per i bambini". C'è la tendenza, osserva, a tenere i bambini troppo coperti a in un ambienti eccessivamente riscaldati: "Questo - aggiunge - può portare alla riduzione del grasso corporeo e alla tendenza a ingrassare".

Basterebbe, secondo Cinti, ridurre nelle case la temperatura del riscaldamento, portandola a 18 o 19 gradi. Sul fronte della terapia, invece, la speranza è di riuscire a trovare anche per l'uomo farmaci capaci di mettere in moto l'attività e di aumentare la produzione del tessuto adiposo bruno, facendo leva sugli "interruttori biochimici" che lo controllano, che sono i recettori noradrenergici beta 3.

 

(Repubblica.it)