Nobel Medicina,
premiato un italiano

Mario Capecchi è tra i vincitori del prestigioso premio
per le sue ricerche sulle cellule embrionali.

Mario Capecchi è nato a Verona nel 1937.8 ottobre 2007. - L’italiano Mario Capecchi è tra i vincitori del Nobel per la medicina.  Insieme al collega statunitense Oliver Smithies e al britannico Martin J. Evans è stato premiato per le ricerche sulle cellule embrionali.

Capecchi è nato a Verona nel 1937, ma ha sempre studiato e lavorato negli Stati Uniti, dove si è laureato in biofisica nell’università di Harvard, dove ha avuto come relatore il padre del Dna, James Watson.

Mario Capecchi era considerato dalla comunità scientifica internazionale un candidato naturale all’assegnazione del Nobel. Emigrato con la famiglia da Verona negli Stati Uniti quando aveva appena 7 anni, ha ottenuto i più importanti riconoscimenti scientifici. Il 12 maggio scorso l’Università di Bologna lo aveva insignito della Laurea honoris causa in Biotecnologie mediche.

La sua tesi di dottorato ad Harvard in biologia molecolare, supervisionata dal premio Nobel James D. Watson, verteva sull’analisi dei meccanismi di iniziazione e di terminazione della sintesi proteica.

Capecchi è diventato famoso per il suo lavoro pionieristico sullo sviluppo del «gene targeting» nelle cellule staminali di embrioni murini (ES cells). Questa tecnologia è utilizzata oggi dai ricercatori di tutto il mondo per «costruire» topi con mutazioni inserite in un qualsiasi gene. La potenza di questa tecnologia è tale che il ricercatore può scegliere sia quale gene mutare che come farlo. In pratica il ricercatore può scegliere come e quali sequenze di Dna del genoma di topo vuole cambiare e ciò permette di valutare in dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o nelle fasi successive. Poichè tutti i fenomeni biologici sono mediati da geni, il «gene targeting» sta avendo una ricaduta importante su praticamente tutti gli aspetti della biologia dei mammiferi, inclusi gli studi sul cancro, sull’embriogenesi, sull’immunologia, sulla neurobiologia e in pratica su tutte le malattie umane.

Questa tecnologia ha molte applicazioni per la medicina clinica. Infatti attraverso di essa si può costruire qualsiasi modello di malattia genetica umana in animali da laboratorio, studiarne l'evoluzione e verificare l'efficacia di potenziali terapie contro la stessa. In un prossimo futuro, poichè si può scegliere quale gene modificare e come, nuovi approcci alla terapia genica basati sul «gene targeting» potranno essere usati per correggere un gene endogeno difettoso nel tessuto umano appropriato.

Queste nuove strategie di terapia genica mirate saranno perciò dirette alla causa prima della malattia piuttosto che ai sintomi.

 

(La Stampa.it)