"Italia, impara a mangiare"
Il governo contro il junk-food

Una task force fra ministri, coordinata da Livia Turco, per una alimentazione
corretta. Campagna per l'equilibrio nelle diete e per incentivare l'addio a alcool e fumo

9 febbraio 2007. - Italiani pigri e sovrappeso. L'ultima indagine voluta dalla Commissione Europea mette in castigo adulti e bambini, giudicati i più grassi d'Europa. Il governo corre ai ripari: il ministro della Salute Livia Turco ha attivato una task force interministeriale contro junk food, fumo, alcol e sedentarietà. "Guadagnare salute" verrà presentato a fine mese al Consiglio dei Ministri, per diventare operativo nel più breve tempo possibile.

Spiega il ministro: "Molti nemici della salute si possono prevenire non fumando, mangiando in modo sano ed equilibrato, non abusando dell'alcol e ricordando che l'organismo richiede movimento fisico. I provvedimenti puntano a migliorare conoscenza e pratica dei corretti stili di vita".

Mangiamo troppo, mangiamo male, non facciamo attività fisica, beviamo e fumiamo in abbondanza. Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi nove decessi su dieci e oltre il 75% della spesa sanitaria in Europa e in Italia sono legati alle cosiddette patologie-killer - malattie cardiovascolari, tumori, diabete, affezioni respiratorie croniche, disturbi mentali e muscoloscheletrici - che hanno come anamnesi comune stili di vita sbagliati.

L'ultima ricerca realizzata per la Commissione Europea in materia di alimentazione ci relega all'ultimo posto in Europa per attività fisica, coscienza dei pericoli legati all'obesità, tempo dedicato a sport e tempo libero all'aria aperta. In compenso, siamo in testa alla disgraziata classifica delle ore passate seduti - davanti al computer o alla tv, poco importa - e primi per numero di bambini obesi. Primati tanto più pericolosi se è vero che non ce ne rendiamo assolutamente conto: il rapporto "Food&health" svela che gli italiani non ritengono di avere figli sovrappeso, né di trascorrere troppo tempo in poltrona.

Il progetto si articola in quattro piani strategici: alimentazione, attività fisica, lotta al fumo e all'abuso di alcol e si traduce in una rete di tanti piccoli interventi virtuosi che coinvolgono una decina di ministeri. Si va dal divieto di regalare latte artificiale nei reparti di ostetricia alle agevolazioni fiscali per le pratiche sportive di bimbi e ragazzi, su su fino all'ora di salute da inserire nei programmi scolastici e agli spot per incentivare il consumo di verdura (metà degli italiani la ignora completamente). Scorrendo gli ultimi dati, la diagnosi del sottosegretario Antonio Gaglione, cardiologo interventista, tra i responsabili del progetto, è impietosa: "Mangiamo troppi carboidrati complessi, pane, pasta, dolci, e poi bistecche, fritti e bibite gassate. A consumare le benedette cinque porzioni di frutta e verdura quotidiane è il 5% degli italiani. Un disastro. E come se non bastasse, non muoviamo un passo, idem i nostri bambini. Mica bisogna fare acrobazie sportive per mantenersi in forma: la strada è palestra, il pavimento attrezzo, basta volerlo".

Se manca la buona volontà individuale, gli investimenti collettivi riescono addirittura sconfortanti. In Francia il ministero dell'Istruzione stanzia circa 77 euro per l'attività fisica di ogni studente, in Gran Bretagna il valore cala drasticamente a 14 euro. Da noi, oggi non arriviamo a 50 centesimi di euro. Risultato: bambini sempre più pigri e paffuti, che spendono 70 calorie all'ora guardando la tv contro le 250 di una passeggiata.

L'intersettorialità del progetto dovrebbe riparare a questo e altri errori clamorosi nel nostro rapporto tra cibo, movimento e salute. Così, Uisp e ministero del Lavoro hanno appena varato "Diamoci una mossa", campagna scolastica che coinvolge alunni e genitori di mille classi primarie di tutta Italia, avendo come simbolo una doppia piramide: quella alimentare e quella dell'attività fisica. "Meglio prevenire che curare", sostiene la Turco. Sembra un concetto banale, e invece è più o meno il contrario di quanto sostengono i suoi colleghi in Spagna e Inghilterra. "Paesi come la Gran Bretagna sembrano aver imboccato una via punitiva verso chi stenta ad abbandonare vizi o cattive abitudini pur essendo stati avvertiti dei rischi correlati: penalizzazioni sulle cure per un disturbo cardiaco o un cancro nei confronti di fumatori incalliti, idem per gli alcolisti o per gli obesi. Noi vogliamo mantenere intatto il principio del diritto alla cura. Ma oggi la scienza ci mette davanti a una potenziale rivoluzione nell'approccio alla tutela della salute: la prevenzione primaria diventa l'arma più importante. Questo deve diventare anche il nostro obbiettivo".

 

Da Repubblica.it