Sms salva-cuore,
realtà sempre più vicina

Il nuovo dispositivo, sarebbe in grado di effettuare un elettrocardiogramma
e inviare un sms come segnale d’allarme all’ospedale più vicino.

9 agosto 2007. - Un sms potrebbe salvare la vita di milioni di persone. Secondo una ricerca pubblicata sul giornale Indersciencès International Journal of Electronic Healthcare, presto il nostro telefonino potrebbe tenere sotto controllo il cuore. Il nuovo dispositivo, chiamato Wearable Cardiac Telemedicine System, sarebbe in grado di effettuare un elettrocardiogramma e, in caso di bisogno, inviare un sms come segnale d’allarme all’ospedale più vicino. Ogni anno muoiono in tutto il mondo circa 20 milioni di persone a causa di malattie cardiovascolari. Mentre sono 22 milioni gli individui a rischio. Il tasso di sopravvivenza è negli ultimi anni aumentato, grazie anche allo sviluppo di nuovi trattamenti. Ma potrebbe crescere ancora di più, se, in caso di necessità, si riuscisse ad arrivare in tempo in ospedale. Il nuovo dispositivo effettua periodicamente un elettrocardiogramma e trasmette le informazioni tramite radiofrequenza al cellulare del paziente. Il cellulare a sua volta analizzerebbe il segnale ricevuto per controllare eventuali problemi al cuore. Se dovessero venir segnalati problemi, come ad esempio un’aritmia, il telefonino invierebbe un sms d’allarme all’ospedale più vicino.

 

Tumori, diagnosi tardive uccidono quanto un disastro aereo al giorno

Sono 80 mila gli italiani che ogni anno muoiono di tumore perché la diagnosi è arrivata troppo tardi. Tempo perduto che costa, in termini di vite umane, quanto un disastro aereo al giorno. «È come se ci fosse, quotidianamente, nel nostro Paese, un incidente che coinvolge oltre 200 passeggeri, e senza nessun superstite», dice Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lega italiana tumori (Lilt). «Tutte queste vite - spiega il presidente della Lilt - potrebbero essere salvate con la prevenzione. Non intervenire correttamente ci rende responsabili di questa strage».

 

Ricerca Usa: «Poca cultura accorcia la vita»

Poca cultura può accorciare la vita. Soprattutto perché non consente di raccogliere e comprendere informazioni sulla propria salute. Con conseguenze allarmanti: le persone con un grado di alfabetizzazione basso hanno una mortalità più alta del 50%, misurata in un periodo di cinque anni, rispetto a chi è abbastanza acculturato. Lo dimostra una ricerca condotta alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University (Chicago, Usa) e pubblicata sugli Archives of Internal Medicine. Secondo la National Assessment of Adult Literacy, circa 75 milioni di americani hanno una cultura ben al di sotto della media, e una gran parte di essi non sa nemmeno leggere. «Questo significa, ad esempio - spiega l’autore principale dell’indagine, David Baker - non essere in grado di seguire le indicazioni del medico, né di riempire i moduli di accettazione in ospedale». I risultati hanno mostrato «un drammatico bisogno di educazione alla salute fra le persone poco o per nulla alfabetizzate - sottolinea Baker - che muoiono molto di più e per cause spesso futili. Si potrebbe iniziare con poco, ad esempio i medici dovrebbero utilizzare termini meno tecnici e si potrebbero aiutare con grafici o disegni a spiegare le malattie ai pazienti meno colti».

 

(La Stampa.it)