Ortaggi e legumi,
scudo anti-Parkinson

Un modo per tener lontana
questa sempre più comune malattia neurodegenerativa.

11 novembre 2008. - Prestar fede alle nostre radici mediterranee mangiando frutta e verdura e limitando l’apporto di carne è un modo per tener lontano il morbo di Parkinson, che infatti è in aumento proprio in quei paesi occidentali dove la dieta mediterranea è stata sostituita da alimentazioni scorrette, troppo proteiche, ricche di cibo spazzatura. A rinnovare il consiglio di una buona alimentazione è il nutrizionista Carlo Cannella dell’Università La Sapienza di Roma nel corso del convegno sul Parkinson organizzato dall’Associazione Azione Parkinson presso l’Istituto superiore di Sanità.

Evidenze scientifiche dimostrano che l’incidenza del Parkinson e di altre malattie del benessere resta più bassa in alcune regioni italiane dove ancora resiste la tradizione alimentare mediterranea», «isole felici» i cui abitanti sembrano protetti dalla dieta fatta di verdure, ortaggi, cereali e legumi.

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che manda in tilt la coordinazione motoria fino a rubare al paziente la propria autonomia. In Italia vi sono almeno 280 mila pazienti, forse una sottostima perché molti anziani, spiega Stefano Ruggieri, professore di neurologia alla Sapienza, non sono diagnosticati. Aumenta inoltre il numero di persone colpite e diminuisce l’età di esordio: un malato su 4 ha meno di 50 anni.

L’aumento della malattia nei paesi occidentali dove si fa una dieta sbagliata, ribadisce Cannella, suggerisce che anche la dieta è importante: è possibile che individui geneticamente predisposti al Parkinson restino protetti da stili di vita sani, in primis la dieta ricca di antiossidanti (che si trovano in frutta e verdura). La dieta è importante anche per chi ha già la malattia, conclude Cannella: no a cibi di origine animale ricchi di proteine negli orari in cui si assume il farmaco levodopa poiché il suo assorbimento è contrastato dalle proteine.

 

(LaStampa.it)