14 ottobre 2012 - Giovedì scorso —durante l'esposizione degli obiettivi del gruppo Salvati in occasione della cerimonia di presentazione del Manuale per le pazienti di cancro al seno presso l'auditorium Susan Lowell dell'Ospedale ABC di Observatorio— Isabelle Aloi spiegava: «15 anni fa ho avuto la sfortuna e la fortuna che mia madre si ammalasse di un tumore al seno e —grazie alla qualità di vita a cui eravamo abituati in casa— mi resi conto che avere il cancro non significava solo doversi curare: c'era molto di più dietro una situazione come quella. Mi misi così alla ricerca di un corso».

«Andai negli Stati Uniti e poi in Germania e scoprii che si trattava di un mondo enorme con aspetti diversi e che per i malati di cancro non solo esiste l'incertezza della cura —ovviamente, il loro primo pensiero è “morirò”—, ma anche che durante il trattamento la loro qualità di vita peggiora molto, perché perdono i capelli, sentono dolore e non ricevono le informazioni necessarie, non perché il medico non gliele voglia dare, ma perché a volte non c'è tempo e altre volte ci sono cose più importanti da dire».

«Spesso, quindi, i pazienti non sono sicuri di che cosa gli accadrà il giorno dopo. Sanno che stanno prendendo dei farmaci, ma spesso non ne conoscono il nome e quasi certamente ne ignorano gli effetti secondari».

«Queste sono le cose che vogliamo cambiare nel nostro Paese. Se il medico non ha abbastanza tempo da dedicare al paziente, vogliamo che esista un gruppo di sostegno negli ospedali che possa offrire loro il tempo e le informazioni necessarie».
 

 

Durante l'evento è stato proiettato un video registrato per l'occasione dalla signora Margarita Zavala, presidente del DIF nazionale —istituzione che promuove lo sviluppo della famiglia e della comunità—, in cui la first lady messicana rende noto il suo appoggio alla missione del Gruppo Salvati e dei suoi soci e collaboratori.
 

 

(massimo barzizza / puntodincontro)

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14 de octubre de 2012 - El jueves pasado —al explicar los objetivos del grupo Salvati durante la ceremonia de presentación de las actividades de la Asociación en el auditorio Susan Lowell del Hospital ABC de Observatorio— su presidente Isabelle Aloi dijo: «Hace 15 años tuvimos la desgracia y la fortuna de que mi madre tuviera cáncer de mama y, gracias a la calidad de vida que tuvimos en casa, me di cuenta de que realmente el tener cáncer no era nada más tenerse que curar: hay muchas más cosas atrás de esto. Por este motivo me dí a la tarea de buscar un curso».

«Me fui a Estados Unidos y después a Alemania y me di cuenta de que se trataba de un mundo enorme de aspectos diferentes, que para las pacientes de cáncer no sólo existe el miedo a curarse —obviamente, lo primero que piensan es “me voy a morir”— sino que durante el tratamiento pasan por una calidad de vida muy difícil, porque pierden el cabello, porque tienen dolor, porque frecuentemente no cuentan con la información necesaria, y no porque el medico no se la quiera dar, sino porque a veces no hay tiempo, otras veces hay cosas más importantes que decirles. Es común, entonces, que una paciente no sepa que le va a suceder el día siguiente. Sabe que está tomando algún medicamento, pero a menudo no conoce su nombre y ciertamente no sabe qué secuelas va a tener».

«Todo esto queremos que cambie en nuestro país. Queremos que si el medico no tiene el tiempo para dedicarle al paciente, que tenga un grupo de apoyo en su hospital que pueda darle ese tiempo y la información necesaria».
 


 

Durante el evento fue proyectado un video grabado para la ocasión por la Señora Margarita Zavala, Presidente del DIF Nacional —institución que promueve el desarrollo integral de la familia y la comunidad—, en el que la primera dama mexicana hace público su apoyo al trabajo de Salvati y de sus socios y colaboradores.
 

 

(massimo barzizza / puntodincontro)