Lo stesso difetto genetico
dietro tutti i tipi di tumore

Lo studio: la scoperta dello Sloan Kettering di New York diretto da Pier Paolo Pandolfi
Una ricerca italiana spiana la via a nuove medicine

ROMA, 15 gennaio 2007. - Molti i killer, ma il mandante è uno solo. Dietro i tumori al seno, alla prostata, al polmone, al colon e a quasi tutti gli altri tipi più letali c'è lo stesso difetto genetico. E' questo, da solo, a mandare il segnale che scatena la maggior parte dei tumori.

E' questo su cui ora si può finalmente lavorare per trovare il farmaco che li combatte o, si spera, li blocchi.
L'identità del mandante e dove si trova sono descritti in tre ricerche pubblicate nello stesso numero (evento eccezionale) di Cell, il testo sacro della biomedicina. Provengono dal laboratorio di ricerca di base del Memorial Sloan Kettering Cancer Institute di New York, diretto da Pier Paolo Pandolfi.

Sono il passo successivo delle ricerche pubblicate sempre su Cell alla fine dell'estate scorsa, con cui era stata ulteriormente svelata la mappa della rete di geni che, a seconda di quelli che entrano in funzione e come interagiscono tra loro, diventa maligna o benigna. In pratica: scatena la moltiplicazione incontrollata della cellula o, al contrario, la blocca.

"La scoperta è molto importante", spiega Pandolfi, "soprattutto perché ci da modo di sviluppare finalmente nuovi farmaci antitumorali, basati sulla rete di autodifesa dal cancro estremamente efficace che hanno le nostre cellule, costituita da geni chiamati onco-soppressori perché agiscono come un vero e proprio freno che s'oppone alla proliferazione incontrollata. Quando il freno si guasta, la cellula comincia a moltiplicarsi senza sosta: è il cancro".

Uno di questi freni fondamentali, che blocca il processo tumorale, la proteina chiamata Pten, prodotta dall'omonimo gene, scompare in moltissimi tipi di tumore tra i più diffusi e appartenenti ad organi completamente diversi tra loro come, ad esempio, il cervello, il colon, il seno, la prostata, eccetera. "Ora abbiamo capito e descritto perché questo freno scompare" continua il direttore del laboratorio. "Sorprendentemente sono le cellule stesse che lo mandano a quella sorta di "tritatutto" di cui sono munite".

E' un apparato fondamentale per la sopravvivenza della cellula, dove viene distrutto tutto ciò che non serve e che, altrimenti, si accumulerebbe sino a soffocarla. Cosa buttare e cosa invece conservare viene deciso dagli "spazzini molecolari" che appongono marchi diversi alle strutture da eliminare e a quelle da tenere. Il marchio "distruggere" è in pratica un sistema di aggancio al nastro trasportatore diretto al "tritatutto". Il premio Nobel del 2004 è stato dato proprio ai ricercatori che hanno identificato questo processo.

"Nelle cellule tumorali la proteina Pten che frena la proliferazione manca perché è stata erroneamente avviata alla distruzione", conclude lo scienziato italiano. "Abbiamo identificato anche il suo marchio "distruggere" che è sempre una proteina. Così ora possiamo bloccare questo processo farmacologicamente, salvando il freno dalla distruzione e riparando la rete che si oppone al tumore. Già è stata avviata la selezione delle molecole che possano inibire il processo di autodistruzione aberrante di Pten. E' una svolta strategica nella ricerca sul cancro di cui vorrei congratularmi con Lloyd Trotman, Xuejun Jiang e tutto il team. Questo è il frutto di oltre quattro anni di duro lavoro da parte di tante persone appassionate".

 

Da Repubblica.it