Un cerotto hi-tech vigila sulla salute
Trasmette dati all'ospedale mentre il paziente vive normalmente.

17 gennaio 2008. - È una sorta di “spia” arruolata per vigilare sul nostro stato di salute. Si tratta di un cerotto da applicare sulla pelle dei pazienti per registrarne 24 ore su 24 pressione, battiti cardiaci, temperatura, glucosio e altri parametri che si traducono in veri e propri indizi sulle loro condizioni fisiche. I dati, attraverso un sistema di connessione wireless, passano su un monitor che si trova in ospedale dove un medico specializzato potrà tenere sotto controllo i dati di più pazienti, anche contemporaneamente.

A mettere a punto il cerotto sono stati ricercatori italiani - gli ingegneri Antonio Mazzeo, Francesco Randazzo, Pietro Valdastri e il fisico Alessio Misuri - che con la loro scoperta si sono aggiudicati il concorso nazionale “Giovani idee cambiano l’Italia”, promosso dalla presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive.

Tra le quindicimila domande arrivate, il loro lavoro ha guadagnato il primo posto, portando a casa un budget di 50 mila euro. Il cerotto “tricolore” potrebbe rappresentare un grosso supporto psicologico per i pazienti, soprattutto quelli con malattie croniche e costretti a ricoveri di due o tre giorni per gli accertamenti periodici, che potrebbero svolgere la loro vita normalmente grazie a questo alleato. Ma potrebbe anche produrre risparmi per le casse del Ssn, con una previsione di abbattimento della spesa del 50%. Basti pensare al «periodo di osservazione» che segue di norma ogni ricovero, e che potrebbe essere sostituito dall’applicazione di un semplice cerotto.

Intanto il brevetto per l’applicazione hardware e software del progetto è già stato richiesto. «Per la progettazione e lo sviluppo saranno necessari ancora alcuni mesi - precisa Mazzeo - Entro giugno contiamo di dare il via alla fase di test per poi passare alla certificazione, la parte più complessa. L’obiettivo è quello di essere perfettamente operativi entro il 2009».

 

(La Stampa.it)