Estasi devastante

Gli effetti irreversibili di una droga pericolosa.
Di Claudio Bosio.

Si definisce droga (o stupefacente)
qualsiasi sostanza chimica
che produca alterazioni dello stato di coscienza,
di tipo euforico e stuporoso,(effetto psicoattivo)
che può produrre, per un ripetuto uso,
una dipendenza più o meno marcata.

Tom P.Coultate

 

17 aprile 2010. - Aldous Huxley, nel suo romanzo Il mondo nuovo ipotizza un mondo futuro governato secondo i dettami della scien­za, della genetica e del determinismo: un mondo “atarassico”, privo cioè di ten­sioni, perché i suoi abitanti ingeriscono quotidianamente (e liberamente) il «soma», una strepitosa pillola antidepressiva. Oggigiorno, a chi soffre di depressione i medici possono prescrivere varie pillole, tipo Valium o Prozac, ma, nel cosiddetto “libero mercato”, sono reperibili numerose altre sostanze (illegali) per la maggior parte pericolose, alle quali c’è chi ricorre in cerca di una tempora­nea fuga dalla realtà. Alcune di queste sostanze erano state concepite per usi diversi da quelli odierni: L'ecstasy, ad esempio, fu bre­vettata in Germania nel 1914 dalla casa farmaceutica E. Merck come farmaco contro l'obesità, ma non fu mai messa in commer­cio. Chimicamente è un composto dal nome … difficile da leggere: 3,4-metilendiossimetanfetamina, abbreviato in MDMA, ma è altresì noto con una pletora di nomi di fantasia, quali: «ecstasy», «E», «Adam», «XTC», «X», «Armony», «Chicca», «Cala», «Empathy», «MD»,  ecc….

 

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Diciamo subito che l’ ecstasy è una droga[1], perché, come ogni droga (o stupefacente), è una sostanze che, assimilata, può dare:

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assuefazione = degradante effetto, soprattutto psichico, della medesima dose di droga con la conseguenza che il dosaggio dello stupefacente deve essere aumentato in modo da ottenere il grado originario dell'effetto psichico desiderato.

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tolleranza  = è la necessità di aumentare progressivamente la dose per sentire gli stessi effetti di una sostanza. È quindi definibile anche come la capacità dell'organismo di sopportare dosi gradualmente più elevate di droga.

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dipendenza  = che (OMS,1973) può essere di due tipi
- dipendenza fisica
: situazione nella quale una droga produce sensazione di benessere e una pulsione psichica o spinta incontrollabile a  consumarla in maniera periodica o continua, al fine di ottenere un piacere o impedire sensazioni spiacevoli
dipendenza psichica
: abitudine o assuefazione ad una droga, che si manifesta con la comparsa di disturbi fisici violenti quando la somministrazione è interrotta.

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Sono ancora riconducibili all’uso di droga:
-  lo stato di tossicodipendenza , una condizione di adattamento caratterizzata dalla diminuzione della risposta alla stessa quantità di droga assunta.
-  la sindrome di astinenza è la situazione che si genera quando, essendo in condizioni di dipendenza fisica e psichica, viene a mancare l’assunzione di droga. (La cosiddetta overdose è una grave intossicazione acuta che si manifesta quando si supera il limite di tossicità nell’organismo).

 

In estrema sintesi, sulla base dei loro effetti, le droghe sono identificabili nei 5 gruppi riportati nella tabella più sotto riportata.

 

 

OPPIACEI

STIMOLANTI

SEDATIVI

ALLUCINOGENI

CANNABIS e derivati

Oppio

Cocaina

Barbiturici

Mescalina

Marijuana

Morfina

Amfetamine

Tranquillanti

L.S.D.

Hashish

Eroina

Crack

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DOM (S.T.P.)

Olio di hashish

Metadone

-

-

Ecstasy o M.M.D.A.

Sostanze inalanti

 

    e cioè:
 

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i narcotici o oppiacei: sostanze che danno una sensazione di benessere, controllando le emozioni ed il piacere., quali ad es. i composti chimici derivati dall'oppio, come la morfina, la codeina, l'eroina.

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gli stimolanti: tutte quelle sostanze che aumentano l'attenzione e l'energia, diminuendo le sensazioni di fatica e di stanchezza. La cocaina ed il suo derivato, il crack, le amfetamine ed i suoi derivati chimici (STP, "Serenità, Tranquillità, Pace" o il DMA, la "pillola dell'amore") rientrano in questo gruppo.

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i sedativi o ipnotici: farmaci che rallentano le normali funzioni del cervello, dando un generale effetto calmante. Sono sedativi i barbiturici, ipnotici, depressivi ed anticonvulsivi, e le benzodiazepine, con effetto sedativo, rilassante ed anticonvulsivo.

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le droghe psichedeliche, come l'LSD, la mescalina, l'ecstasy, che provocano delle illusioni visive o sonore, accompagnate da alterazioni della memoria e delle emozioni. Le droghe psichedeliche sono note impropriamente come allucinogene, cioè che provocano delle allucinazioni, delle percezioni di suoni o immagini non esistenti realmente. A questo gruppo fanno parte le droghe volatili o inalanti: sostanze che producono vapori che, se inalati, alterano le percezioni. Tra questi sono inclusi alcuni solventi, alcuni gas (etere, cloroformio) e alcune colle;

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i derivati della pianta cannabis: la marijuana e l'hashish.
 

L’ecstasy, come altri allucinogeni, agisce modificando le quantità di diverse sostanze chimiche presenti nel cervello.

Stimola la secrezione di dopamina, che dà una sensazione di benessere, e di noradrenalina, che rende più energici e contrasta l'azione della serotonina, che induce il sonno, dando dunque un senso di forte lucidità. (Questo spiega la sua popolarità tra coloro che trascorrono tutta la notte in discote­ca, che non soffrono di alcuna conseguenza se non un po' di mal di testa il giorno dopo). Secondo chi la usa il suo effetto dura circa due ore, ma si può prolungare se si prende contemporaneamente una pastiglia di Prozac; in questo modo la cessazione dell'effetto è meno brusca e non si hanno effetti residui come il mal di testa. Questa molecola esercita la sua azione sulle cellule nervose situate alla base del cervello, dando un piacevole senso di euforia. Se viene assunta per lungo tempo, può però danneggiare gli asso­ni che collegano queste cellule alle altre aree del cervello; Come indicato in figura, in un neurone tipico, l'assone, è una fibra lunga e sottile, che si protende dal corpo cellulare, facendo del neurone la cellula più lunga del corpo umano. Singoli assoni, per esempio, si estendono dal midollo spinale alle dita dei piedi, coprendo una distanza superiore a un metro.

 

 

 

Gli assoni costituiscono le linee di distribuzione lungo le quali si propagano i potenziali d'azione in direzione centrifuga verso le estremità del neurone. A differenza dei cavi per il trasporto dell'elettricità, in cui si verifica una dissipazione di energia nel tragitto tra la centrale e l'utente, la membrana plasmatica degli assoni riesce a far pervenire alle estremità del neurone potenziali d'azione di intensità immutata.

L'origine dell'attuale smania per l'ecstasy si può far risalire agli psicoterapeuti californiani che, negli anni sessanta, iniziarono a usarla per curare i loro clienti, presumendo che li avrebbe aiutati a sentirsi più sicuri di sé nei rapporti con gli altri. La legge califor­niana ne consentiva un uso sotto controllo medico, ma la droga comparve presto per le strade e nacquero laboratori clandestini che la producevano e la smerciavano. A metà degli anni settanta l'ec­stasy era ormai ampiamente diffusa in tutti gli Stati Uniti. I primi allarmi si sono avuti all'inizio degli anni ottanta, in seguito agli esperimenti che dimostravano come alterasse le cellule cerebrali dei ratti. Nel 1996 un équipe di medici ha pubblicato sul «British Medical Journal» un articolo secondo cui anche una sola dose di ecstasy provoca lesioni permanenti alle cellule cerebrali nelle scimmie. La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha classificato l’Ecstasy tra le sostanze proibite (1985) nonostante l'opposizione degli psichiatri che ne facevano uso. L'ecstasy ha fatto la sua comparsa nei night club britannici nel 1989 e, secondo le stime della National Poisons Unit, provocherebbe circa 20 morti all'anno. I decessi sono dovuti a infarto, lira ché la droga fa aumentare la temperatura corporea di circa 4°C, che nell'aria calda dei locali in cui si consuma possono salire fino alla soglia critica di 5°C, alla quale si rischiano danni irreversibili agli organi vitali.

L’ecstasy è una sostanza che fa parte della famiglia delle anfetamine ed è stata creata in laboratorio. A partire dalla sua molecola-base (quella dal nome “difficile”,  3,4 metilenediossimetilanfetamina) sono state prodotte oltre 180 varianti. Il fatto è che non si sa mai cosa ci sia realmente dentro ogni “gomma” di MDMA: può contenere sostanze nocive (tipo piombo) oppure può essere composta da sostanze assolutamente diverse dall'MDMA (DXM, PMA, Ketamina). Le analisi di laboratorio, delle pasticche sequestrate nel mercato clandestino, hanno rivelato la presenza delle sostanze più diverse: alcune contengono allucinogeni come LSD, altre anfetamine, altre ancora non presentano alcun tipo di droga. L’ecstasy si presenta come una pasticca, capsula o, più raramente, polvere. Le pasticche cambiano di settimana in settimana: il colore, il nome e la forma non dicono niente sul loro vero contenuto. Agisce dopo 20-40 minuti, il massimo dell’effetto si raggiunge dopo circa un’ora e permane per 4/8 ore dopo aver assunto la pasticca: le percezioni vengono intensificate, la musica si sente meglio, i colori appaiono più intensi.

Come già accennato, il principio attivo delle paste vendute come ecstasy dovrebbe essere MDMA: una molecola che combina una parte eccitante (tipo amfetamina) ed una allucinogena (tipo mescalina).  L’ MDMA è una sostanza definita come empatogena, un parolone che rimanda all'effetto che essa procura: sentirsi in armonia con le altre persone, con sé stessi e col mondo che ci circonda.

L'ecstasy se viene mangiata, l'effetto sale dopo 20/30 minuti e regge per 4/6 ore (ogni persona però reagisce diversamente). L'ecstasy dà la sensazione di essere amico di tutti, le parole escono con più facilità, ci si sente carichi ed eccitati ma al tempo stesso tranquilli. Si può ballare per ore senza sentire la stanchezza e la fame ma come tutto anche questo ha un costo: il cuore pompa di più e rischia di cedere, la pressione e la temperatura aumentano a dismisura (il termometro può arrivare a 42°).

Dato che l'uso di ecstasy provoca uno sforzo del cervello che rilascia una grossa quantità di serotonina e di altre sostanze, occorre dare il tempo all'organismo di recuperare il proprio equilibrio biochimico: dopo ogni “calata“ sarebbe bene aspettare almeno 40 giorni prima di rifarlo, altrimenti il rischio è che il Sistema Nervoso Centrale si danneggi seriamente.

Gli effetti più comunemente riportati e ricercati sono uno stato di benessere, euforia e piacere, sintonia con l’altro, facilità di comunicazione. L’MDMA rimane nelle urine per 2-4 giorni. Effetti immediati più frequenti sono: perdita dell’appetito, bocca arida, tachicardia, tensione delle mascelle, digrignamento dei denti, eccessi di caldo e freddo, e desiderio di urinare. La reazione fisica consiste nel rilascio di un neurotrasmettitore, la serotonina, che produce un cambiamento di umore ed influenza alcuni aspetti del sistema di controllo del corpo: si alza la pressione del sangue, il battito cardiaco e la temperatura aumentano notevolmente, si dilatano le pupille. Purtroppo, connessi con l’uso dell’Ecstasy, ci sono degli effetti indesiderati immediati. L’MDMA, presa in un posto troppo caldo, se si suda molto ballando, può provocare colpo di calore, vomito, crampi alle gambe ed alle braccia, mal di testa, capogiri, scarsa concentrazione, improvvisa stanchezza, depressione e panico. Alcune pasticche, ed in particolare il Temazepan, una gelatina, in associazione con l’alcool può rendere violenti e far perdere il controllo.

Non sono indifferenti nemmeno gli effetti a lungo termine: non se ne sa molto, in realtà. Fino ad oggi si sono osservati reazioni frequenti di insonnia. Alcuni, sulla base di ricerche condotte su animali, ipotizzano che l’Ecstasy può produrre dei danni cerebrali (può far "sbroccare"), che diventano molto gravi se ne viene fatto un uso frequente e prolungato o se si esagera nella quantità. Va detto che la sperimentazione sugli animali non può essere direttamente estendibile all’uomo. L’Ecstasy non da dipendenza fisica, quanto piuttosto dipendenza psicologica, cioè quando assume grande importanza nella vita di chi ne fa uso. Induce tolleranza, per cui saranno necessarie dosi sempre maggiori per ottenere lo stesso effetto, aumentando gli effetti collaterali.

Spesso la pasticca di ecstasy viene assunta assieme ad altre sostanze: I cocktail di questo genere, specie se eccitanti come cocaina, speed, anfetamine e soprattutto di alcool, sono assai rischiosi. L’alcool (che in genere si “stra-beve” in queste occasioni) non serve a ricambiare i liquidi persi con la sudorazione, al contrario disidrata ancora di più ed aumenta i rischi. È sconsigliato guidare dopo avere preso Ecstasy: quando l’effetto è passato viene una grande stanchezza, i riflessi sono rallentati e ci si può addormentare all’improvviso. E’ molto importante, per limitare gli effetti indesiderati, far passare del tempo tra una "calata" e l’altra (circa 40 giorni) e non prenderne più di una.

Su un volantino distribuito in farmacia si può leggere:

«Non sudi, hai crampi alle mani, alle braccia o alla schiena, avverti capogiro, mal di testa, vomito, debolezza; se ti senti stanco, irritabile, confuso, non riesci ad urinare pur avvertendone lo stimolo, oppure il colore dell’urina è molto scuro, fai attenzione: sono tutti segnali da tenere presenti. Conviene smettere di ballare, bere acqua o integrazioni salini e darsi una rinfrescata».

A chi fa uso di questa droga si può consigliare:

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Poiché dopo 3-4 ore dall’assunzione l’effetto termina e potrebbe subentrare uno stato di stanchezza e depressione, è bene aver vicino in quel momento persone conosciute di cui ci si fida. Dato che l’ecstasy è illegale e che quindi la produzione e la distribuzione avvengono clandestinamente, è impossibile sapere quello che si sta prendendo: le sostanze di taglio possono essere molto pericolose.

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Acqua: la quantità giusta è almeno mezzo litro ogni ora. Meglio berne un po' ad intervalli regolari. Per ritenere maggiormente liquidi sarebbe bene mangiare qualcosa di salato. L’acqua è un antidoto alla disidratazione non all’ecstasy, non è vero che attenua gli effetti della sostanza. Per bilanciare gli effetti della sudorazione e dello stress della notte in discoteca si devono prendere vitamine, sali minerali e dormire parecchio. Prima di prendere ecstasy sarebbe bene avere stabilito modo alternativo per tornare a casa. Pare che il tempo di riequilibrio fisico personale sia di circa un mese, un mese e mezzo, mentre quello psicologico varia da persona a persona, per cui ognuno dovrebbe cercare di capire il suo e comportarsi di conseguenza.

Per concludere si può far rilevare quanto segue:

L’assunzione di MDMA a scopo ricreativo pone fondamentalmente due tipi di problematiche, una relativa agli effetti osservati in acuto e 1’altra, estremamente complessa, riguardante gli effetti a lungo termine di un possibile danno neuronale. Il problema di tossicità acuta da MDMA è stato ed è ampiamente discusso ed evidenziato dalla stampa popolare, soprattutto in relazione ai numerosi decessi di individui in giovane età (morti del sabato sera). Va tuttavia ulteriormente sottolineato che 1’assunzione di questa droga, anche una sola volta la settimana, impedisce ai consumatori di riprendere il ritmo quotidiano delle proprie abitudini, sia scolastiche che di lavoro. Infatti in questi soggetti è  rilevabile un’alterazione delle capacita decisionali, un diminuito desiderio di svolgere attività fisiche, difficoltà nell’eseguire operazioni matematiche, cui spesso si associano crisi di panico, insonnia, disorientamento e confusione. Meno noti ed analizzati dai mass-media risultano invece gli effetti a lungo termine di questa sostanza sui neuroni cerebrali. Studi approfonditi hanno decretato che, inequivocabilmente, l’MDMA produce una distruzione a lungo termine degli assoni e dei terminali serotoninergici nel cervello, effetti che, purtroppo, non sono in alcun modo reversibili. Gli effetti neurodegenerativi a lungo termine ottenuti nei roditori e nei primati, a dosi che differiscono poco da quelle usate a scopo ricreativo nell’uomo, farebbero propendere quindi per l’ipotesi che la neuro-tossicità da MDMA nell’uomo possa essere un processo lento ed insidioso che potrebbe determinare l’insorgenza dopo alcuni anni di disturbi psichiatrici anche gravi come la demenza


 

([1]) Che cosa significa la parola droga ?

Quasi tutti gli studiosi la fanno derivare dall’olandese droog  e dal neerlandese droghe, cioè secco. Droghe vate si traduce nella nostra lingua «barile di sostanza secca», cioè il mezzo con cui venivano importati dall’Oriente, in particolare dalle Indie Olandesi, i vegetali essiccati da cui si estraggono spezie e medicamenti, molti dei quali hanno un’azione sconvolgente sulla mente.

In inglese il termine drug sta tuttora ad indicare un farmaco o medical drug : preceduto da toxic, un veleno; preceduto da psyco, uno psicofarmaco; preceduto da abuse, una sostanza ad azione sulla psiche, cioè la nostra droga.

 

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